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La città, le sue luci artificiali, i palazzi argentati, come rocce appuntite coperte di ghiaccio, i passanti sconosciuti, i mezzi rombanti, l'aria soffocante nonostante il periodo gelido, ogni cosa appariva terrificante, ma, allo stesso tempo, travolgente. Tutto in quella nuova esperienza, faceva sentire i Bergman fuori posto, nemici in campo amico, complici gli sguardi degli estranei incrociati durante il viaggio verso la nuova casa. Jules dovette trattenersi spesso dal ridere dell'imbranatura dei propri innamorati, poverini, si vedeva che non erano per nulla a loro agio. Durante le prime ventiquattrore i due gli avevano fatto le domande più innocenti su qualsiasi cosa catturasse il loro sguardo, sussultando teneramente al cambio di colore improvviso dei semafori ed attirando parecchio l'attenzione, ma al moro non importava, nemmeno se ciò accresceva la frustrazione di suo padre.

*versandomi una tazza di tè appena fatto, sorrido ricordando la difficoltà del pomeriggio prima per far entrare i gemelli nel taxi* - Mi sento un po' in colpa a trovare divertenti le loro difficoltà, chissà se anch'io ero così appena arrivato in montagna - *ricordo la sfaticata sulla salita, la prima volta che il signor Bergman mi ha costretto a mungere, lo scambio fra i due ed arrossisco* Sembravo un idiota ancora più grande ...

*arrivo dalla mia stanza* Pronto al primo giorno di lavoro Julien ? *recupero una tazza e mi faccio versare un po' della bevanda calda* Ti ho fatto preparare una scrivania nel mio ufficio, così, almeno nei primi tempi ... *bevo qualche sorso* ... ti affiancherò per insegnarti il mestiere, poi potrai ... *perdo di mano la tazza sussultando per la sorpresa*

Voltandosi verso suo padre, il giovane Lindgren lo vide inerme, con la bocca spalancata, ma gli fu sufficiente seguirne lo sguardo per comprenderne subito la ragione, ritrovandosi ad arrossire completamente dalla testa ai piedi. Appoggiata la colazione, Jules corse subito da Ernst, il quale, totalmente nudo, li stava raggiungendo dal corridoio che portava alla zona dell'appartamento adibita ad abitazione per loro, proprio allo scopo di evitare momenti imbarazzanti come quello. Raggiunto l'amato, il moro gli accarezzò il viso umido, ed il suo sguardo cadde vorace verso il basso allo scopo di ammirare "accidentalmente" la possente e gocciolante erezione dell'adone, ma la presenza del genitore lo costrinse ad assumere un po' di compostezza.

Amore, che ... *deglutisco* Ti è preso ? Uscire così, lo sai bene che c'è mio padre ... *mi schiarisco la voce gemente* - Devo smetterla di guardarlo ... Devo smettere di guardarlo ... Devo smettere di guardarlo ! -

Vita mia *sorrido e lo stringo baciandolo possessivamente sul collo fino a lasciargli un profondo segno rosso* Non puoi capire, l'acqua ! L'acqua è così ... *prendo le sue mani nelle mie* ... calda ! Devi venire subito ! *lo porto con me nel bagno dove ci aspetta Claes*

Non appena Leonard recuperò il controllo del proprio corpo, sospirò frustrato  si abbassò a raccogliere i cocci della propria tazza dal pavimento, forse il permettere a quei due di seguire suo figlio non era stata una grande idea. Inevitabilmente, il pensiero dell'uomo corse a Frans lanciandogli una stretta al petto, prontamente sciolta da una porta distante che si chiudeva, segno che, sfortunatamente, suo figlio era arrivato.

*mi muovo nella stanza, emozionato per ciò che mi aspetta* - Spero proprio che papà non si sia arrabbiato troppo per questa fuga ... -

*appena vedo Jules prendo la sua mano e lo porto nella grande doccia baciadolo* Hai visto ? L'acqua resta calda ! *guardo Claes sorridendo* E non solo per dieci minuti ! *comincio a spogliare il moro insieme a mio fratello*

Scaldati con noi Jules ... *sussurro abbassando la voce di tono mentre entro con loro*

Fu un invito irresistibile, sembravano passati secoli dall'ultima volta che i biondi lo avevano preso e, farlo lì, in quell'esatto momento, mentre suo padre era in casa, era un gesto totalmente proibito ed intraprendente. Stordito dai vapori e dal profumo aggrumato, il moro si inarcò, tendendo il petto verso Ernst, gemendo al contatto delle morbide natiche con l'intimità di Claes, pronto a riceverlo alle spalle. Le dita di Jules attraversarono il petto temprato del biondo al suo cospetto, le unghie solleticarono i pettorali guizzanti, percorsero le spalle larghe ed affondarono nel tempestoso ed umido oro colato ad incorniciare quel viso perfetto. Un paio di labbra deliziarono le scapole del giovane Lindgren, delle forti mani si ancorarono ai suoi fianchi mentre una prosperosa semi erezione gli sfregava fra i glutei seguita subito da un'altra lungo la sua asta. In breve il passivo fu percorso di brividi, il corpo violato e pieno, la gola fioccante di gemiti, con i nomi dei gemelli Bergman a risuonare nell'intero appartamento.

- Dovrò far insonorizzare le pareti ... - *getto uno sguardo al corridoio* - Cavolo, credo proprio che ne avranno ancora per molto ... - *vado in camera e recupero il mangiacassette portandomi le cuffie alle orecchie ed accendendolo, sorprendendomi nel sentire le parole del primo pezzo che regalai a Jules quando era piccolo* - Non ci posso credere ... - *sorprendentemente sorrido con dolcezza

E, mentre le note si susseguivano, lasciando la pace nella mente dell'uomo, dall'altra parte dell'appartamento, immersi nella schiuma e nelle proprie emozioni, i tre amanti si davano piaceri sempre più intensi, unendosi in un groviglio di corpi e spinte, fra il calore dell'acqua ed il freddo delle pareti e del pavimento. Il loro amore vagava, ignaro di aver risvegliato affetti atavici in un animo di ghiaccio che, nella felicità del proprio figlio, stava lentamente trovando ciò che aveva sempre sognato per sé.


2 X 1 - " You have taught me to live well "Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora