Capitolo 4

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Canzone per il capitolo: We are Never Ever Getting back Together - Taylor Swift.

And I'm like I just I mean this is exhausting, you know, like
We are never getting back together like, ever

HARRY'S POV.

A: Sophy
Non vedo l'ora di cominciare, piccola!

Sorrido, ancora una volta, prima di smettere di fissare il cellulare, cosa che ormai sto facendo da quella che sembra almeno un'ora

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Sorrido, ancora una volta, prima di smettere di fissare il cellulare, cosa che ormai sto facendo da quella che sembra almeno un'ora. Scuoto la testa più volte, poggiando il telefono sul comodino e mi accorgo -sorprendendomi - che le fossette, le quali spuntano sul mio viso ogni volta che un sorriso sghembo lo attraversa, non sono ancora del tutto sparite. Sbuffo sonoramente e sfrego le mani sul viso come se fossi stanco ed anche se in realtà non lo sono per niente, decido comunque di andare a dormire, in modo che la stupida sensazione fastidiosa, che probabilmente definirei delusione, mi lasci in pace per un po'. Non posso credere di aver atteso con ansia la risposta di una che mi ha tirato uno schiaffo in piena faccia e che non sopporto dall'inizio della scuola!

Ho quasi chiuso gli occhi, in uno stato di dormiveglia, che la vibrazione del cellulare sul comodino di fianco al letto, mi fa sussultare e con mia sorpresa, afferrandolo senza perdere neanche un secondo, scopro che ansia, mista ad un pizzico d'eccitazione, si sono impossessate del mio corpo. Sensazione ben presto sostituita da una delusione più grande di quella precedente, quando leggo il nome del mittente di quel messaggio: Louis.

Da: Demente.
Com'è andata?

Avevo confidato solo a lui di ciò che avrei dovuto fare quel pomeriggio, è l'unico di cui mi fidi davvero, soprattutto per quanto riguarda questo genere di cose. Decido, quindi di chiamarlo non volendo perdere tempo con inutili messaggi, comunque infastidito per il fatto che il mio amico mi avesse interrotto mentre stavo, finalmente, per addormentarmi. Una smorfia contrariata, però, mi attraversa il viso come se volesse, in qualche modo, farmi rendere conto del fatto che non è realmente quello il motivo del mio fastidio.

«Pronto?» La sua voce squillante e, forse, anche un po' assonnata risponde dopo appena tre squilli.

«Louis», lo richiamo a mo' di saluto.

«Allooora», inizia, allungando la parola più del dovuto. «Com'è andato l'incontro segreto con la sottuttoio?»

«Nulla d'importante.» Mordo il labbro inferiore per trattenere una risata al ricordo dell'espressione della ragazza non appena l'avevo colta di sorpresa, lanciandole la palla da basket.

«Oh, andiamo!»

«Davvero, non è stato niente di che, le ho solo chiesto di uscire», mento, non potendo rivelare al mio amico del nostro accordo.

«E lei che ha risposto?»

Percepisco una punta d'eccitazione nella sua voce, cosa che mi fa sorridere. «Tu che pensi?», chiedo, beffardo.

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