We've got a DEAL // H.S.

Capitolo 14

SOPHIA'S POV.

Lo sapevo! 

L'ho sempre saputo che, quella di entrare in questa sorta di gioco senza fine, sarebbe stata una pessima idea, eppure, per la prima volta, non posso incolpare Harry delle cattiverie subite, anche se, indirettamente, lui c'entra, eccome. Non ne ho avuto conferma, ma dati gli atteggiamenti del riccio e lo sguardo puntato su quella vipera di Cara, l'artefice di tutto deve, per forza, essere lei.  Non ricordo molto della festa, ma tanto abbastanza da essere sicura che lei e Zayn l'abbiano abbandonata quasi subito per andare a 'consumare' da qualche parte il loro rapporto amoroso, lontano da occhi indiscreti. Occhi che, adesso, sono puntati su di me. Per questo non capisco come abbiano fatto ad avere quella foto, magari sono tornati.

O magari l'ha scattata qualcun altro?

No! Harry non c'entra. Forse è stato Liam, nemmeno Louis mi sembra il tipo.

Che cavolo! Non ricordo nemmeno di essermi messa a sculettare in mezzo alla pista da ballo! E' una cosa che, di solito, riservo allo specchio del bagno in casa-famiglia e, non per mia volontà, a Larry che mi ha sorpreso ad ancheggiare più volte nella mia camera, a ritmo di musica, accompagnando il tutto con innumerevoli prese in giro e ghigni derisori.

Non so proprio come potrò tornare a mettere piede in quell'inferno di scuola senza che l'imbarazzo e la vergogna possano prendere il sopravvento su di me.

E che sarà mai, dolcezza, hai solo appiccicato il culo al corpo di uno sconosciuto!

Appunto!

Non è da me, ma mi sorprendo, ancora una volta, incapace d'innervosirmi nei confronti di quello stupido, che adesso si trova fuori dal piccolo bar in cui mi ha portato per fare colazione, dato che non ero riuscita a farla a casa, perché in ritardo. Se non avessi bevuto non sarebbe successo.

Punto lo sguardo all'esterno del bar, attraverso la finestra enorme, vicino alla quale abbiamo deciso di occupare un tavolo, scorgendo Harry parlare ad telefono, sembra quasi di riuscire a sentire la sua voce: sono sicura che il suo tono non sia basso e profondo come al solito e, il  continuo muovere le braccia senza senso e fare avanti ed indietro senza stancarsi, confermano che è davvero nervoso e probabilmente sta urlando nell'orecchio dello sfortunato all'altro capo del telefono. Zayn? Cara? Louis? Proverò ad indagare.

Riporto l'attenzione sulla tazza di cappuccino che stringo tra le mani, ma del quale, ancora, non ne ho bevuto neanche un sorso. Il mio stomaco è completamente chiuso e se Harry non mi avesse costretto ad ordinare qualcosa, adesso non avrei il problema di dover, per forza, finire quello che lui ha già pagato. Ne prendo un sorso, stando attenta a non scottarmi la lingua, mantenendo lo sguardo basso. Fisso la sedia vuota, di fronte al mio posto, un caffè fumante accompagnato da un paio di biscotti intrecciati, attendono di essere consumati da Harry, impossibilitato nel farlo a causa dell'improvvisa telefonata. Non ho nemmeno fatto in tempo a curiosare, per scoprire di chi si trattasse, dallo schermo del cellulare, poggiato sul tavolo, che lui l'ha afferrato e, dopo aver aggrottato le sopracciglia, è volato fuori dal locale in un lampo, senza dire una parola. In realtà, il silenzio è stata l'unica cosa che ha regnato da quando gli ho chiesto di portarmi via da scuola, a parte per chiedermi se avessi fatto colazione o meno.

Noto che accanto alla tazza di caffè c'è ancora quel volantino, ripiegato in quattro, che Harry ha continuato a fissare per un tempo indeterminato, aspettando le nostre ordinazioni, non accennando a cambiare l'espressione contrariata del suo viso:  i lineamenti marcati resi, ancora, più duri dalle sopracciglia aggrottate, mentre stringeva il labbro inferiore tra l'indice ed il pollice e scuoteva la testa in un completo segno di disapprovazione. Mi allungo sul tavolo ed afferro quel pezzo di carta plastificata che ha causato l'inizio della mia rovina.