Capitolo 49

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Canzone per il capitolo: Tenerife Sea - Ed Sheeran.

You look so wonderful in your dress
I love your hair like that
The way it falls on the side of your neck
Down your shoulders and back

HARRY'S POV.

Conoscere William non è stato poi così traumatico. Si è rivelata una persona gentile, a modo e, nonostante i primi secondi durante i quali sembrava sarebbe stato capace d'incenerirmi con lo sguardo, il resto dell'incontro si è risolto per il meglio. Anche perché Sophy, dopo avermi presentato, non ha potuto fare a meno che prenderlo in disparte e bisbigliare qualcosa al suo orecchio, frasi come: "Smetti di guardarlo così", "Io mi fido di lui" o, la mia preferita, "Ti conosco da cinque minuti, non puoi arrogare nessun diritto su di me e sulle persone che voglio facciano parte della mia vita".

Saranno state le parole della mia ragazza, accompagnate dal tono piuttosto duro e deciso della sua voce, o forse, William ha semplicemente deciso di concedermi il beneficio del dubbio, darmi quella possibilità che invece mia madre ha negato a Sophy fin dal principio, non ne sono sicuro. So solo che, fino a quando è rimasto in casa, i suoi occhi non volevano più uccidermi e, non vorrei averlo immaginato, sembrava quasi mi guardasse con benevolenza, oserei dire, gratitudine per prendermi cura della nipote e, perché no, renderla felice.

«Ma tu hai le gambe troppo lunghe per dormire con me e Sophy!»

Sono seduto sul divano, in attesa che Sophy finisca d'aiutare Adeline nel mettere a letto i più piccoli ed Henry è ritornato a torturarmi i timpani con infinite domande e supposizioni a cui mi è davvero difficile rispondere – un po' perché alcune sono talmente assurde da non avere risposta, un po' perché, il piccoletto, non mi dà il tempo di aprir bocca che al primo quesito posto, subito, ne spara a raffica altri due.

«E tu sei uno scricciolo minuscolo, quindi non c'è problema», ribatto, affiancando le parole ad un sorriso sincero nel tentativo d'addolcire il tono di voce che, devo ammettere, è risultato leggermente infastidito.

Henry solleva l'indice fino a farlo picchiettare sul mento, corrugando le sopracciglia ed arricciando le labbra. «Si ma, io la notte mi muovo tanto.»

«Henry», cantileno, «se non vuoi che dorma insieme a te e a tua sorella puoi anche dirlo apertamente, sai?»

«Non potresti dormire con Niall?», consiglia il piccolo ricciolino mentre i suoi occhi sembrano ingrandirsi quando pare abbia avuto l'idea migliore del secolo.

«No, grazie. Mi metterò sul divano», rifiuto categoricamente la sua proposta, non volendo, in nessun caso, ripetere l'esperienza passata a dover lottare contro il biondo rompi palle, il suo continuo russare ed i suoi improvvisi attacchi d'affetto che facevano in modo mi ritrovassi le sue braccia intorno al collo in una morsa così stretta da farmi quasi soffocare.

«In effetti», torna a picchiettare il dito sul mento, «Niall è impossibile da gestire a letto.»

Fa penzolare le gambe giù per il divano, troppo corte per toccare il pavimento, mentre io tento di non scoppiare a ridergli in faccia a causa dell'evidente doppio senso nascosto tra le sue parole, ovviamente pronunciate con nessuna malizia, ma con quel pizzico d'ingenuità bambinesca che pare tornare a colpirlo ogni tanto, dimostrandone la sua vera età.

«Oh signore...», biascico quando uno sbuffo divertito precede la risata che, ancora, provo a trattenere.

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