Capitolo 11

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Canzone per il capitolo: Drunk - Ed Sheeran.

I wanna be drunk when I wake up
On the right side of the wrong bed
And every excuse I made up
Tell you the truth I hate
What didn't kill me
It never made me stronger at all

SOPHIA'S POV.

Delle labbra, vagamente dolci, continuano a solleticare le mie con movimenti decisi, ma allo stesso tempo delicati. Le mie mani si muovono frenetiche tra i capelli del ragazzo, senza che possa fare qualcosa per fermarle: non ho il controllo delle mie stesse azioni.

E' una tortura piacevole.

Mantengo le palpebre serrate concentrandomi esclusivamente sul tumulto di sensazioni che sto provando: sono tutta un fremito, brividi leggeri percorrono la mia schiena, eppure sono sicura che non sia per il lieve venticello che mi scompiglia i capelli, con qualche ciocca che mi si posiziona sugli occhi e prontamente rimessa al suo posto dal tocco gentile del mio compagno. Le sue mani sfregano sulle mie cosce, tracciando un percorso che prende a risalire sui fianchi e poi fino alle guance che accarezza con una delicatezza sovraumana: il tocco è quasi impercettibile al contrario dei brividi che scuotono il mio intero corpo, quelli li sento fino in profondità, bruciano sulla pelle e s'insediano al di sotto, fino al mio centro.

«Sei così bella!», la voce roca del ragazzo è un sussurro, eppure è così familiare. Vorrei poter aprire gli occhi per ritrovarmi faccia a faccia con il proprietario, ma le palpebre sono pesanti ed è come se aprirli volesse dire abbandonare queste inaspettate sensazioni ed, ora, proprio non voglio: è così piacevole. «Guardami», continua la voce, così vicina, tanto da riuscire a sentirne le vibrazioni sul viso. «Sophy, guardami», ripete incessantemente.

Ce la metto tutta, voglio vederlo. Finalmente, se pur controvoglia, spalanco le palpebre: due iridi verdi mi fissano a breve distanza, potrei perdermi in quegli smeraldi fin troppo chiari. Non possono essere veri. Non è la prima volta che scontro questi occhi, eppure ho la mente offuscata e non riesco a collegarli a nessun viso in particolare. Sbatto le palpebre un paio di volte per cercare di rendere la sagoma del suo volto più nitida, anche se con scarsi risultati. Provo a spostare lo sguardo verso il basso, sulle sue labbra che poco prima erano sulle mie, riuscendo a provocare sensazioni mai provate. Un sorriso sghembo le increspa, lasciando spuntare ai lati due solchi profondi, due fossette che non sono altro che la cornice perfetta per il modo beffardo che ha di sorridere.

«Sophy

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«Sophy...» annuncia, la sua voce è lontana, pur essendo ad un millimetro da me, ma nonostante ciò riesco ad udirla chiaramente.

«Harry...» sono io a sospirare sta volta.

Harry?

«Dio mio, ti vuoi svegliare?»

Mi sento strattonata con forza da due braccia. Spalanco gli occhi, ma la luce del sole mi costringe a coprirli con un braccio: è troppo forte e punta dritta in viso. «Adeline», mugolo in risposta ai continui richiami della mia compagna di stanza. Insopportabile!

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