Capitolo 45

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Canzone per il capitolo: All of the stars - Ed Sheeran.

So open your eyes and see
The way our horizons meet
And all of the lights will lead
Into the night with me
And I know these scars will bleed
But both of our hearts believe
All of these stars will guide us home

SOPHIA'S POV.

Qualche mese fa, se solo mi avessero preannunciato tutto ciò, avrei probabilmente riso instancabilmente o insultato - solo per celare ciò che in realtà si può tradurre in imbarazzo - chiunque avesse osato insinuare che io, Sophy Martin, mi sarei divertita come una matta a stuzzicare maliziosamente un ragazzo, alludendo - in modo non propriamente velato - al mio voler trascorrere la serata insieme a lui. Se per di più, fossi stata avvertita del fatto che il ragazzo in questione sarebbe stato Harry, avrei probabilmente scommesso sul contrario, ovvero che una storia, di qualsiasi tipo, tra me e lui non fosse concepibile nemmeno se, per qualche strano motivo, ci fossimo mai ritrovati ad essere gli unici due essere umani presenti sul pianeta terra.

Per questo, adesso che invece si è avverato tutto il contrario rispetto ciò a cui ho sempre voluto credere, non posso che essere colpita da una punta d'incertezza; e non su se questo sia giusto o meno, ma sulla me-passata che, probabilmente impaurita dal mondo e dalle insicurezze che questo cela dietro ogni angolo, non ha mai goduto a pieno della propria vita, non mettendo in conto tutte le possibilità plausibili sul come avrebbe potuto viverla.

Ed, in effetti, chi mai si sarebbe potuto aspettare che proprio Harry sarebbe stato l'artefice del cambiamento; chi mai avrebbe creduto che proprio di lui, io mi sarei innamorata, scoprendo che oltre il dolore, le paure e le delusioni, a volte, si è protagonisti di qualcosa che altro non si può definire che perfetto, indispensabile, meraviglioso. Che esiste la quiete dopo la tempesta, la luce in fondo al tunnel, la felicità incondizionata dopo aver pianto per tutto il marcio al quale inevitabilmente sono stata costretta ad andare in contro.

Così, mentre mi trovo a ridacchiare, chiaramente divertita da tutta la situazione e lo scambio di battute - seppur decisamente troppo spinte per gli standard ai quali sono abituata - ed Harry si avvicina a me a passo spedito, non riesco a bloccare le mie azioni irruente non appena il suo corpo si ritrova a pochi centimetri dal mio. E mentirei, se dicessi che anche solo una parte di me vorrebbe farlo.

Non appena, per l'appunto, mi fiondo su di lui, aggrovigliando le braccia intorno al suo collo ed incrociando le gambe ai suoi fianchi, non perdo tempo nel far combaciare le nostre labbra in una muta richiesta d'aiuto alla quale solo lui sa come rispondere. E, se con un bacio iniziato lentamente e finito con l'approfondirsi sempre più con il passare di ogni secondo, io dovrei sentir mancare il respiro e le gambe cedere tremolanti, allora potrei anche ammettere che è di semplice e forte attrazione fisica che si tratta: due corpi che si piacciono, si cercano e faticano a stare lontani l'uno dall'altro. Ma il fatto è che, Harry, con i suoi modi appassionati e le sue grandi mani a sorreggermi ed insieme accarezzarmi, i suoi riccioli che mi solleticano la fronte e le labbra tanto morbide da non poter evitare di morderle ogni qual volta ci si allontana, anche se per pochi attimi, il respiro non lo toglie, ma lo dà... Come se stessi facendo una passeggiata in aperta campagna, una boccata d'aria fresca e rigeneratrice.

I minuti scorrono veloci sulla lancetta dell'orologio, ma non sembra importare a nessuno dei due, rinchiusi nella bolla di pace, serenità ed appagamento che ogni volta riusciamo a creare. Almeno fino a quando, con mia grande disapprovazione, Harry non decide di porre fine a questo momento, per me idilliaco, allontanando le sue labbra dalle mie. «Aspetta!»

«Che succede?» mi allarmo un po', non capendo a pieno il motivo della sua titubanza.

Il sorriso che però s'insinua tra le sue labbra e l'aria leggermente imbarazzata che sembra lo abbia appena investito, mi restituiscono un po' di quella calma che stavo per perdere del tutto. «Prima di,» gesticola appena, limitato probabilmente dal dovermi ancora sostenere, in quanto non accenno minimamente al volermi staccare da lui e dal calore del suo corpo, «di questo...»

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