Capitolo 28

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Canzoni per il capitolo: Be mine - Ofenbach

HARRY'S POV.

Non sono mai stato un tipo notturno, uno di quelli che passa le nottate in bianco a rimuginare sul flusso di pensieri che invade la mente o semplicemente a drogarsi di serie Tv, uno di quelli con problemi d'insonnia. Ma devo ammettere che da quando la ragazza che giace al mio fianco è entrata nella mia vita è riuscita a stravolgere anche le più piccole ed insignificanti abitudini ed A.M., la canzone che ho scritto la prima notte passata con lei, qui, nella baita sul lago, ne è la conferma.

Sono le 4.00 del mattino ed il sonno fatica ad arrivare; non perché sono preoccupato o chissà quali pensieri e ansie mi pervadono, no. In realtà è tutto l'opposto: sono troppo euforico per riuscire a chiudere gli occhi e lasciarmi trascinare tra la braccia di Morfeo ed il pensiero che potrei lasciarmi sfuggire qualsiasi strano movimento o suono o anche un solo respiro emesso da Sophy mi impedisce di riposare.

La sto osservando, analizzando. Ormai da un paio d'ore.

I suoi capelli sono sparsi dappertutto sul cuscino nel quale ha deciso di nascondere il volto, è stesa sulla pancia e la sua schiena nuda è lasciata scoperta fino in fondo dalle coperte che le coprono le gambe. Sembra talmente rilassata, in pace con se stessa ed, anche se non riesco a scorgere i lineamenti delicati del viso, so che un lieve sorriso le increspa le labbra in una smorfia dolcissima che sprizza serenità. Come? Quest'espressione da ebete e la lieve curva sulle labbra non hanno abbandonato me, nemmeno per un secondo.

Il nostro intenso momento d'intimità, di poche ore prima, si ripete nella mia mente all'infinito e se ci ripenso il sorriso si allarga.

Continuo ad analizzare ogni minimo particolare: le sue mani infilate tra i miei ricci, le nostre labbra che non hanno smesso di sfiorarsi, come fossero due calamite incapaci di respingersi, il calore del suo corpo sul mio, il modo in cui i nostri respiri irregolari riempivano il silenzio della stanza, i gemiti strozzati e le mie mani che non hanno perso tempo ad esplorare ogni centimetro del suo corpo, sfiorando ogni punto della sua pelle, contando ogni neo, assaporando ogni brivido ed i suoi occhi, incastonati nei miei, che non hanno perso il loro contatto, che si sono scrutati a vicenda; era come se lei riuscisse a leggermi dentro e viceversa.

Non credo sarà facile smettere di pensare a stanotte, al modo in cui abbiamo deciso di unirci. E lo abbiamo fatto davvero, senza la scommessa o qualsiasi altro stupido giochetto ad intralciare la strada.

E' stato bello, meglio di come mi aspettassi. Eravamo noi, noi e basta.

Lascio un morbido bacio sulla spalla nuda della ragazza al mio fianco ed un mugolio sommesso si fa strada tra le sue labbra, ma non si sveglia. Semplicemente sistema meglio il viso sul cuscino voltandosi, finalmente, verso di me.

Avevo ragione sul sorriso che le curva le labbra rosee e gonfie: è adorabile e bellissima. Sposto una ciocca di capelli dietro il suo orecchio e, proprio quando avrei dovuto interrompere il contatto delle mie dita sulla sua pelle per evitare di svegliarla, ecco che l'incapacità di respingerla torna ad invadermi. Le sfioro il collo con i polpastrelli fino a scendere giù per la spalla, tracciando cerchi immaginari sulla pelle e poi sul centro della schiena.

Non so quanto tempo sia passato, so solo che sono rimasto incantato sembro quasi un disco rotto, solo che, invece di ripetere la stessa canzone, io ripeto gli stessi movimenti più volte e l'azione delle mie dita sulla pelle della sua schiena è la causa di brividi che inconsapevolmente la invadono.

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