Capitolo 20

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SOPHIA'S POV.

Non so cosa mia sia preso, non ho la più pallida idea del perché mi sia fiondata sulle sue labbra, credo che le sue parole, seppur una lista infinita di aggettivi poco carini con cui mi ha definita, mi abbiano colpito. Anzi, ne sono certa. Ed ha ragione, sono cocciuta, irritante ed anche testarda; così tanto, da non voler nemmeno ammettere a me stessa della forte attrazione che provo nei suoi confronti, di quel sentimento che sta iniziando a nascere e che sento diventare sempre più profondo, ogni volta che passo del tempo con lui, che gli parlo, che lo guardo.

"Che cavolo era quello?" domanda stranito, non solo dall'innocuo bacio, ma probabilmente anche da me che risulto sicura e per niente incerta.

"Un bacio" infatti, affermo senza aver paura di lasciar uscire le parole dalla bocca come, al contrario, capita spesso.

"Intendo... Perché?" penso velocemente ad una delle motivazioni più banali, balenanti nella mia mente: non posso di certo confessargli ciò che, solo adesso, ho avuto il coraggio di ammettere a me stessa, anche se quello che sto per dire è in parte la verità.

"Era l'unico modo di farti stare zitto, continuavi ad insultarmi ed insultarmi..." inclino la testa, osservando attentamente la sua espressione esterrefatta, la quale, devo dire, mi soddisfa molto, e lo attiro a me chiudendo la sua maglia in un pugno. Ho un'improvvisa voglia di baciarlo di nuovo e voglio farlo adesso.

"Io non ti stavo insul-" lo zittisco nuovamente con uno schiocco sulle labbra, godendomi l'espressione frastornata del suo viso, mentre il verde dei suoi occhi viene trapassato da un lampo d'eccitazione.

"Come no!" lo rimprovero, afferrando una sua mano e posizionandola sul mio fianco. Ho bisogno di sentirlo vicino, di entrare maggiormente a contatto con il suo corpo.

"Ok, spiegami che fine ha fatto Sophy perché io, qui, non la vedo" in realtà anch'io stenterei a riconoscermi, se dovessi essere uno spettatore esterno, solitamente non sono così sfacciata in questo genere di cose e, quasi mai, sono quella che prende l'iniziativa. Ma con Harry sembra tutto così naturale e... Giusto. Esatto, giusto. Nonostante i mille problemi che il mio cervello si è divertito a creare, le mille paranoie su di lui, su di noi, lasciarsi andare, in questo momento, mi sembra la cosa più giusta da fare.

Siamo così vicini che il suo naso sfiora il mio e per la prima volta la me inibita prende il sopravvento sulla Sophy-razionale che fino ad ora ha tentato di dominare la situazione, impedendomi di fare ciò che, in fin dei conti, voglio da quel pomeriggio dopo la biblioteca.

"Sta zitto, Styles!" lo ammonisco ancora una volta ed un sorriso sincero si fa strada sul volto di entrambi. Il respiro di Harry è caldo sul mio viso e maledico madre natura per non avermi dato qualche centimetro in più d'altezza che avrebbe, sicuramente, reso le cose più facili; infatti, mi tocca puntare i piedi sul pavimento ed allungarmi verso il viso del riccio, aggrappandomi a lui con forza per potermi avvicinare tanto da mordicchiare il suo labbro inferiore.

Ti ho dato il via libera, Styles. A te la prossima mossa!

Harry mi afferra il volto con entrambe le mani, chiudendo finalmente la distanza che ci separa ed approfondendo il bacio. Dopo qualche secondo, però, tentenna, rallentando sempre più i movimenti delle sue labbra sulle mie, sembra stia riflettendo o, magari, se ne sta già pentendo. Provo a farlo rinsavire attorcigliando i ricci fra le dita e strattonandolo più vicino, lo voglio e sta volta sono sicura che non riuscirò a dimenticarmene.

Harry avanza di qualche passo, facendo in modo che la mia schiena sbatta contro la parete, intrappolandomi del tutto, e non ho più vie di fuga quando la sua lingua solletica la mia, chiedendo accesso alla mia bocca che, non perdo tempo, ad autorizzare. Schiudo le labbra, non riuscendo a trattenere un gemito che parte dal centro del ventre, bruciandomi il corpo, il sangue nelle vene pulsa prepotentemente quando le sfiora con i denti, chiudendomi maggiormente contro la parete. Le sue mani sono dappertutto, sul collo, sui fianchi, fino a fermarsi sui glutei per potermi sollevare ed agganciarmi a lui. Un'umida scia di baci viene lasciata sulla mandibola e, non riuscendo a trattenermi, getto la testa all'indietro. Un bruciore piacevole s'insidia su un punto del collo, sotto l'orecchio, dove le labbra di Harry hanno deciso di rendermi vittima di un dolce ed improvviso attacco che, per certo, avrà marchiato la mia pelle. Le mie mani stanno, ora, accarezzando il suo viso lasciando che i miei occhi si incastrino nel verde dei suoi, rimanendone incantata per quella che sembra un'eternità.

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