Capitolo 30

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Canzone per il capitolo: Same Old Love - Selena Gomez

You can't believe, still can't believe it 
You left me in peace, left me in pieces 
Too hard to breathe, I'm on my knees 
Right now, 'ow
I'm so sick of that same old love, that shit, it tears me up 
I'm so sick of that same old love, my body's had enough 

HARRY'S POV.

Sono poggiato alla fiancata dell'auto, le braccia incrociate sul petto e gli occhiali da sole che coprono il mio sguardo corrucciato ed, in teoria, mi riparano dalla luce del sole che, come la maggior parte delle volte qui a Londra, è poco visibile

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Sono poggiato alla fiancata dell'auto, le braccia incrociate sul petto e gli occhiali da sole che coprono il mio sguardo corrucciato ed, in teoria, mi riparano dalla luce del sole che, come la maggior parte delle volte qui a Londra, è poco visibile. E' passata più di mezz'ora dalla fine delle lezioni e di Sophy non si vede, neanche, l'ombra. Immagino che possa essersi messa a blaterare con qualche professore per ulteriori spiegazioni che non le serviranno ad un bel niente o che si sia fermata a ridacchiare con i suoi amici, dimenticando che io sono qui, con la faccia assonnata ed un' espressione da completo deficiente, ad aspettarla per riportarla a casa.

Lancio una brutta occhiataccia alle lancette dell'orologio sul polso, notando come queste sembrino rallentare e far passere il tempo in modo estremamente lento. Odio aspettare!  E mi rendo conto che se lei fosse stata una qualsiasi probabilmente l'avrei mollata qui già da un pezzo o, meglio, non mi sarei nemmeno proposto di riaccompagnarla a casa.

Osservo il cancello, strizzando gli occhi come se focalizzando i miei desideri ed il mio sguardo su quel punto preciso possa far materializzare la figura di Sophy che mi corre incontro, tutta trafelata e con lo zaino che le scivola perennemente giù dalla spalla, mentre borbotta tra se qualcosa che solo lei riesce a comprendere e mi riempie di "scusa il ritardo", "il professore mi ha trattenuto", "Larry si è messo a parlare e non la finiva più".

Ed invece lei non arriva, le immagini nella mia mente non diventano realtà ed io sbuffo, terribilmente annoiato e impaziente di vederla. Mi avvicino al cancello, intento ad entrare nell'edificio per andare a cercarla e, proprio dopo aver sorpassato l'imponente ammasso in metallo grigio, la vedo sulla cima delle scale all'entrata: si sistema, come avevo previsto, lo zaino in spalla, appena cadutole, e raddrizza gli occhiali sul naso, prima di scendere la scalinata, non sollevando lo sguardo dai suoi piedi, sicuramente per la paura di cadere data la velocità con cui supera ogni gradino.

La fisso divertito consapevole del fatto che non si sia, ancora, accorta di me e le vado in contro a passo svelto. Lei mantiene lo sguardo sui piedi, incrociando le braccia al petto e coprendo ciò che la mia camicia, indosso a lei, lascia intravedere. Dio, se è bella!

Ad un certo punto riesco anche a convincermi stia contando ogni mattonella del cortile, sono a pochi metri da lei e non mio ha ancora notato. Ghigno mentalmente per l'imminente scontro dei nostri corpi ed accelero il passo finendole addosso come avevo previsto.

"Scusa io non ero attent- Harry!" sbotta dopo aver, finalmente, poggiato il suo sguardo su di me, colpendomi il petto con il pugno chiuso.

"Sei in ritardo" affermo, sollevando un sopracciglio e tornando ad incrociare le braccia al petto.

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