Capitolo 47

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Canzone per il capitolo: Family Portrait - Pink.

In our family portrait we look pretty happy
(Can we work it out, can we be a family?)
We look pretty normal, let's go back to that

SOPHIA'S POV.

«Mamma, papà. Non dovevate restare fuori a cena?»

Vorrei tanto che Harry non avesse mai dovuto pronunciare una domanda simile proprio mentre eravamo stati colti sul punto di darci dentro sul divano, in pieno soggiorno; ed inoltre desidererei con tutta me stessa che le due figure, appena entrate in casa, non esistessero del tutto o, perlomeno, smettessero di fissare me ed il loro unico figlio con sguardo schifato ed oltremodo indignato. Ok, non indossavamo la maglietta ed Harry era steso su di me, ma non ci stavamo nemmeno più baciando perché lui era troppo impegnato a confessare d'amarmi.

Ciò che quindi mi piacerebbe poter fare – oltre a recuperare la mia maglietta, rilegata in un angolino del salotto –, adesso, sarebbe sparire in un sol colpo o, data l'impossibilità nell'accadere di un'azione simile, far sparire il colorito tremendamente arrossato delle mie guance, oltre che l'orrenda sensazione di nausea postasi al centro della gola, quasi a togliermi ogni capacità respiratoria, solo per poter tornare a fantasticare su quel' io amo te durato troppo poco ed al quale non ho avuto la prontezza – e neanche il tempo, in realtà – di rispondere a sufficienza.

Ad ogni modo, dovrò aspettare per poter tornare nel mio mondo – quello vero o immaginario, che sia -, perché mentre io copro il mio corpo, ritrovando finalmente l'indumento tanto agognato e che mai avrei voluto sfilare, la madre di Harry ha appena schiarito la voce con un finto colpo di tosse e sono convinta che, qualunque cosa stia per dire, non mi farà troppo piacere. «E tu, Harold, mi avevi detto che saresti rimasto chiuso in camera a studiare per tutta la sera... Da solo

Non ho il coraggio di sollevare lo sguardo per la paura di poter incrociare quello della madre di Harry: il suo tono di voce è così freddo e distaccato e non mi piacerebbe ritrovare queste stesse caratteristiche anche nell'eventuale occhiata che sento puntata addosso.

«Si, l'ho fatto. Ma, proprio com' è successo per te e papà, a quanto vedo, i propri piani possono essere stravolti in men che non si dica, giusto?»

Non era così che immaginavo di conoscere i genitori del mio ragazzo: avrei voluto prepararmi a dovere, magari perdere il giusto tempo per scegliere il vestito che mi avrebbe fatta apparire al meglio e degna del figlio più di qualunque altra, ed invece ho praticamente tagliato la testa al toro, presentandomi mezza nuda. Avrei voluto riempire Harry di domande, alcune anche stupide come tuo padre preferisce essere chiamato signor Styles o per nome? E lui mi avrebbe tranquillizzata dicendomi che sarei piaciuta alla sua famiglia senza problemi, che l'ansia in questo caso non sarebbe servita a nulla perché tanto ci sarebbe stato lui al mio fianco a correggere ogni mio, eventuale, sbaglio ed a rassicurarmi che, anche se sono goffa e decisamente non perfetta, la sua famiglia mi avrebbe adorato.

Ma, ovviamente sono stata colta impreparata e, mentre continuo a torturarmi le dita senza trovare il coraggio necessario per sollevare lo sguardo ed incrociare quello dei genitori di Harry, anche lui sembra trovarsi a disagio ed in difficoltà e, nonostante sia stato capace di ribattere alla frecciatina poco discreta della madre, il suo tono di voce non è risultato sicuro e tagliente come invece sarebbe di solito.

«Questi tuoi piani differenti dai precedenti, comunque, hanno un nome?»

Capisco che il signor Styles si sta riferendo a me solo quando arriva la pronta risposta del figlio. «Mamma, papà, lei è Sophia Martin.» Si avvicina al mio corpo in modo cauto, circondandomi il bacino con un braccio; gesto utile, non solo a regalarmi un po' di sicurezza gratuita della quale sembra ne abbia un enorme bisogno, ma anche un silenzioso incitamento a farmi sollevare lo sguardo, ancora puntato sui miei piedi, giusto in tempo per poter osservare le espressioni stupefatte dei suoi genitori, quando continua a parlare. «La mia ragazza.»

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