Canzone per il capitolo: Kiwi - Harry Styles.
... It's none of your business
SOPHIA'S POV.
Non riesco a respirare.
Ho questo macigno fatto di lacrime amare ed un dolore mai provato che pesa sul petto ed è come se bloccasse tutta l'aria di cui ho bisogno; niente più ossigeno per i polmoni, nessun pianto, nessuna parola che valga la pena di essere detta, nessun sorriso... Niente di niente.
In questo letto d'ospedale, con le palpebre talmente pesanti da non prendere nemmeno in considerazione l'idea di sollevarle, mi crogiolo nel buio che avvolge tutto intorno, mettendo a tacere qualsiasi altra preoccupazione che non sia Harry. Perché mentre fingo di dormire, consapevole di mio fratello accucciolato al mio fianco, nonostante l'infermiera l'abbia più volte richiamato, intimandolo a lasciarmi in pace e concedermi lo spazio necessario a respirare – come se le sue piccole manine, accarezzanti i miei capelli con una delicatezza che un bambino di dieci anni non dovrebbe nemmeno conoscere, potessero essere la reale causa del mio respiro irregolare – io preferisco tenere gli occhi chiusi per non dover prendere coscienza di quello che è appena successo. Preferisco concentrarmi sul buio nel quale sto costringendo i miei occhi per evitare che l'asettica stanza d'ospedale o gli sguardi preoccupati di quelli che, in silenzio, attendono il mio risveglio mi conducano ad un pianto incontrollabile, lacrime che non voglio mi bagnino le guance; mi sentirei come se lo stessi tradendo perché "dimmi che non sarai triste, di nuovo", sono le sue parole di qualche ora fa, seguite dal mio "ci provo!" che, ad ogni minuto, pare vacillare e sgretolarsi in mille pezzi così come l'organo vuoto nel petto che continua a battere esclusivamente per pura inerzia.
Harry ha chiuso gli occhi ed, adesso, io non voglio aprirli. Voglio solo ripercorrere gli ultimi giorni, tutti i momenti felici, i ti amo che dalla sera del ballo non abbiamo smesso di scambiarci, risultando a volte fin troppo sdolcinati e melensi perfino alle orecchie di Giudy - e lei il romanticismo lo ha ben radicato nel sangue e nell'anima.
«Non capisco...» Riconosco la voce sconsolata proprio di quest'ultima sussurrare, non so diretta a chi, prima di tirare su col naso, impossibilitata nel reprimere un nuovo singhiozzo. «I medici hanno detto che sta bene. Passato lo spavento per quella che poteva essere un'emorragia interna, ha solo qualche graffio più o meno superficiale. Allora, perché non si sveglia?»
«Le serve solo del tempo, nonna.» Il tono di Henry, così vicino alle mie orecchie, mi fa sobbalzare impercettibilmente e spero che il suo corpicino stretto al mio non se ne sia accorto perché non ho intenzione d'esaudire nessuna delle loro preghiere e restare nell'oblio ancora per un po'. «Ha solo paura...», la sua vocina sussurrata sembra rivolgersi direttamente a me, nonostante il destinatario delle sue parole sia un altro. «Ma non ci lascia, ormai non scappa più.»
No, che non ti lascio. Vorrei urlarlo e rassicurarlo, ma non è ancora arrivato il momento. Perché ho bisogno di sapere che Harry sta bene e solo allora sarei capace di tornare a respirare, solo allora aprirei gli occhi, al sicuro, sapendo che anche le iridi verdi di cui sono perdutamente e profondamente innamorata saranno tornate a guardare il mondo, in quel modo speciale. Harry ha sempre visto tutto a modo suo, giusto o sbagliato che fosse, lui guarda me come nessuno ha mai fatto. Mi sorride con gli occhi lui, ed io voglio solo sapere di poter tornare a perdermi in quel sorriso, per me, assolutamente indispensabile.
STAI LEGGENDO
We've got a DEAL // H.S.
FanfictionCOMPLETA\\IN REVISIONE. «Ok», accetto. «Ma ad una condizione.» ~~~~~~~ Cosa succederebbe se due mondi, apparentemente estranei, si trovassero a doversi scontrare a causa di uno stupito gioco? Cosa succederebbe se le vite di Harry Styles, l'idiota...