Arretrai leggermente ed alzai il viso. Deglutii nel vedere gli stessi occhi di ghiaccio che un tempo mi terrorizzavano guardarmi ora quasi con compassione.
Rimasi immobile per un istante, non sapendo cosa dire o fare, o pensare.
Decisi infine di fare un passo indietro fuggendo dalle sue braccia forti.
"Mi dispiace..." balbettai tesa. "Io...pensavo fossi Dom...non volevo-"
"Non fa niente," m'interruppe e quel filo di tenerezza nella sua espressione svanì in nome della sua solita freddezza. Fece un mezzo passo indietro ed aprì nuovamente la bocca. Non trovando le parole giuste però, si arrese e lasciò la stanza quasi di corsa.
Respirai profondamente, confusa da quel che era appena accaduto.
Non sapevo cosa mi sorprendesse maggiormente: il fatto che Cole avesse ricambiato l'abbraccio o il fatto che il suo abbraccio mi avesse fatto sentire improvvisamente meglio...
Mi passai le dita nervosamente fra i capelli, poi lasciai la stanza per andare a lavare il viso.Tornai in cucina solo quando i ragazzi si spostarono in salotto per vedere la partita di football.
Mi legai i capelli e cominciai a sparecchiare la tavola.
Un paio di mani si appoggiarono sui miei fianchi, facendomi sobbalzare. Mi voltai di scatto e sospirai di sollievo nel trovare la figura di Dom torreggiare su di me.
"Ma ciao..." sogghignò lui chinandosi in avanti per posarmi un bacio furtivo sulle labbra. Arretrai leggermente guardando dietro di lui per assicurarmi che gli altri non avessero visto.
Erano tutti alienati dalla partita.
Dom alzò gli occhi al cielo, poi iniziò a sparecchiare con me.
"Faccio io. Non ti preoccupare," mormorai allungando la mano per prendere il piatto che teneva. Lui scosse la testa. "No. Lascia che ti aiuti."
"Sul serio Dom. Va pure a goderti la partita, finisco e vi raggiungo."
"Preferisco godermi i pochi minuti in cui posso stare solo con te grazie," rispose rivolgendomi uno sguardo innocente. Ridacchiai alzando gli occhi al cielo poi mi arresi lasciandogli fare.
Poiché continuava ad insistere anche ad aiutarmi a lavare i piatti, decisi di dividere il lavoro con lui: io avrei insaponato, lui avrebbe sciacquato.
Finimmo nell'arco di un quarto d'ora, durante il quale ogni tanto scattavano baci provocanti da parte sua.
Se non fosse stato per me Dom non si sarebbe fatto troppi scrupoli a farmi sua contro quel lavandino stesso, sebbene ci fosse un solo frigorifero a separarci dagli altri.
La sua spontaneità non aveva limiti, il che non era del tutto un aspetto negativo.
Infatti anche se , da un lato, questa sua istintività ostacolava il mio desiderio di tenere nascosto ciò che c'era fra noi, dall'altro faceva sì che lui esprimesse il suo desiderio per me anche quando meno me lo aspettavo, il che in qualche modo mi faceva sentire bene.
Questa era una delle tante qualità di cui disponeva: sapeva come far sentire una donna speciale, desiderata, unica.Quando finimmo di asciugare i piatti, Dom s'infilò la mano nella tasca anteriore ed estrasse una piccola scatoletta rossa racchiusa da un nastro argentato, che poi mi tese. Gli lanciai un'occhiata interrogativa dopo aver esaminato l'oggetto con lo sguardo.
"E' il tuo regalo di Natale. Aprilo..." spiegò lui appoggiandosi al frigorifero.
"Dom..." sussurrai nervosamente con fare scettico.
"Avanti...è solo un piccolo regalo...aprilo, se non ti piace lo possiamo cambiare..."
Gli lanciai un'occhiata indecisa poi , finalmente, mi decisi a prendere la scatoletta ed aprirla. Mi accigliai e la mia bocca si spalancò nel trovare una collana in oro bianco con un pendente a croce concavo.
Sbalordita, riportai lo sguardo su di lui non sapendo cosa dire.
"Ti piace? "
"Dom...non posso accettarla...è troppo..." risposi imbarazzata restituendogli la scatoletta.
"Non è niente..."
"Non la posso accettare Dom. Non posso davvero," ripetei ancora con un tono più autoritario.
"Perché no? Non ti piace?"chiese allarmato.
"No no , è bellissima. Ma è troppo preziosa per me, non la posso accettare..." cercai di spiegargli. Lui prese la confezione dalle mie dita e ne estrasse il gioiello. Senza dire una parola, spostò i miei capelli sulla spalla ed allacciò la collana attorno al mio collo. Chinò poi la testa su di me e piantò un bacio morbido sulla mia pelle.
"Non esiste gioiello al mondo che possa essere tanto prezioso quanto te Layla..." sussurrò facendo scorrere le mani lungo i miei fianchi. Arrossii per il complimento azzardato e tentai di allontanarmi da lui cosicché non potesse percepire il mio imbarazzo. Le sue mani però rafforzarono la stretta sui fianchi facendomi voltare.
"Lo intendo veramente Layla. Non dire mai di non essere abbastanza. Tu sei più che abbastanza, sei il massimo."
"Dom..." mormorai in imbarazzo abbassando lo sguardo. Lui sollevò il mio viso dolcemente in cerca dei miei occhi. "Sei la persona più affascinante che io abbia mai incontrato Layla....non sei solo bella e intelligente, ma sei una ragazza indipendente, forte, responsabile e piena d'affetto per le persone che ti circondano. Ogni cosa riguardo a te mi fa impazzire....Cazzo, adoro persino il modo con cui mi dai contro quando dico o faccio qualcosa che non ti piace...sei troppo, non solo per me, ma per chiunque..."
Sentii il cuore gonfiarsi nel sentire le sue parole, che riempirono il vuoto che sentivo dall'inizio della giornata.
Il labbro inferiore tremò mentre le lacrime minacciavano di salire ancora, questa volta a causa della forte emozione.
"Oh Dom..." riuscii a borbottare circondandolo con le braccia spingendolo delicatamente contro il frigorifero. Mi strinse forte a lui affondando il viso nei miei capelli e mi posò un bacio sulla fronte. Questa volta presi io iniziativa mettendomi sulle punta dei piedi per attaccare le mie labbra alle sue. Lo baciai delicatamente accarezzando i capelli fra le dita mentre le sue mani si spostavano sulla mia vita, poi sul fondo schiena.
"Dom, Javier ha man-" la voce di Cole ruppe nella stanza facendomi prendere un passo indietro rispetto a suo fratello, che però mi rimise accanto a lui. Con la mano ancora sul mio gluteo.
L'altro mi lanciò un'occhiataccia, poi spostando lo sguardo su Dominic ripeté ,"Javier ha mandato un messaggio. Vuole incontrarmi domani mattina. Partirò stanotte."
"Cole, sicuro di volerci andare? Lascia che per stavolta-"
"Devo andare a riposare. Ci vediamo tra qualche giorno," lo interruppe come se non l'avesse sentito. Spostò poi lo sguardo su di me e gli occhi scesero lungo il mio collo come se qualcosa avesse attirato la sua attenzione: la croce.
Fece una smorfia che mostrava la sua disapprovazione, ma non commentò.
"Uhm...grazie per il pranzo Layla," mormorò guardandomi un'ultima volta, poi sparì dalla casa.
Dom fece per seguirlo, ma afferrai il suo braccio.
"Non andare," sussurrai.
"Non posso. E' troppo rischioso stavolta, non sappiamo niente sulla persona con cui abbiamo a che fare...." rispose liberandosi dalla mia stretta per seguirlo. Mi misi allora di fronte a lui con le mani contro il suo petto.
"Se la caverà Dom. Non è un bambino." Lui aprì bocca per ribadire, poi-notando la mia espressione supplichevole- si arrese sospirando.
La verità è che ero talmente egoista da preferire mettere in pericolo la vita di Cole piuttosto che rischiare quella Dominic, al quale ero ormai troppo affezionata.
"Grazie..." mormorai attirandolo in un abbraccio.
"Per cosa?" domandò lui circondandomi con le braccia.
"Per il regalo....e per essere rimasto..." alzai il viso rivolgendogli un timido sorriso poi gli piantai un bacio sulle labbra. "Avanti, andiamo....si staranno chiedendo cosa stiamo facendo..."
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Bulletproof Hearts
Teen FictionLayla, una giovane mamma single, lotta per garantire un futuro migliore al proprio figlio in una delle zone più pericolose di Chicago:la West Side. Sembra tutto procedere con normalità, fino a quando Tom-suo fratello- accetta di stipulare affa...