2 luglio"Layla, che ci fai ancora qua?" Domandò Patrick quando mi trovò dietro al bancone a preparare un Mojito al cliente in attesa. Allungai il drink a Nate e intanto mi guardai intorno in cerca del prossimo cliente da servire.
"Finisco io qui. Vai pure a casa," mi interruppe Patrick occupando il mio posto.
"Ma-"
"E' il tuo compleanno Layla. Avanti, va a casa a festeggiare. Jamie ti starà aspettando.".
"Va bene...Grazie Patrick," risposi sfilandomi il grembiule. "A lunedì allora..." Lo salutai.
"Auguri ancora. Non bere troppo," mi ammonì. "Certo," risposi forzando un sorriso prima di uscire dal locale.
Alle otto di sera il vento soffiava leggermente più fresco rispetto al pomeriggio e il sole sembrava sul punto di dare la buonanotte al cielo.
Feci per iniziare la mia camminata verso casa quando un clacson attirò la mia attenzione. Mi accigliai nel trovare il SUV di Dom parcheggiato sul lato opposto della strada. Questo mi sorrise dal finestrino abbassato salutandomi con la mano. Ricambiai il saluto; pochi secondi dopo Dom scese dal veicolo e corse nella mia direzione.
"Hei..." mormorò rivolgendomi quel sorriso radioso.
"Ciao Dom...tutto bene?" Domandai infilando le mani nelle tasche anteriori.
"Sì. Sono venuto a farti gli auguri...e a portarti con me..." Mi accigliai aggrottando la fronte.
"Dom...non devi, davvero..." mormorai in imbarazzo. Probabilmente avrei potuto pugnalarlo dritto al cuore e avrebbe continuato comunque ad essere il ragazzo dolce e premuroso che era...
Ma poi, pugnalarlo al cuore non era quello che avevo fatto? In fondo lui era l'ennesima persona che aveva dovuto subire le conseguenze dei miei danni...
"Non è niente di straordinario, te lo prometto..." Insistette mordendosi il labbro. "Allora...te la senti?"
Sospirai in rassegna e infine cedetti, "ti seguo..."Durante il tragitto chiacchierammo riguardo alle nostre giornate, e per un secondo mi sembrò di tornare ai vecchi tempi, quando stavamo ancora insieme e lui passava a prendermi la sera tardi per riportarmi a casa. Mi piaceva trascorrere tempo con Dominic: era l'unica persona che mi trattava come se nulla fosse successo; l'unico che riusciva a guardarmi senza quell'opprimente sfumatura di compassione che ogni volta mi riportava al punto di partenza.
La notte del 12 marzo 2015 aveva sicuramente contribuito alla mia decisione di porre fine alla nostra relazione, ma mentirei se dicessi che quella fosse l'unica ragione...
Il fatto è che in un modo o nell'altro sarei comunque giunta alla conclusione che quello che provavo per Dom era un affetto immenso , che però non coincideva con l'amore. A tutto ciò si aggravava il posto oscuro in cui mi trovavo ancora, che mi rendeva inabile anche solo di ristabilire il vecchio ordine della mia vita, figurarsi migliorare le imperfezioni...
Ero segnata da un marchio letale che mi aveva costretta a rinchiudermi nel mio mondo e ad allontanarmi da tutto il resto. Ero rovinata e al mio malessere non vi era antidoto. Non potevo sopportare il tocco delle persone, non potevo reggere i loro sguardi consapevoli del mio più grande difetto, non potevo essere toccata da Dominic senza rivivere il momento che avrei voluto tanto dimenticare e allo stesso tempo non potevo permettere a lui di sprecare il suo tempo a cercare di riparare me, in vano...
Certo, temevo terribilmente di perderlo del tutto, ma allo stesso tempo confidavo nel fatto che lui mi avrebbe capito come aveva sempre fatto e che sarebbe stato disposto a continuare la nostra amicizia. E non ebbi torto.... Dom non si era allontanato da me e, anche se non stavamo più insieme, rimanemmo buoni amici come prima."Siamo arrivati !" Esclamò entusiasta costringendomi a tornare alla realtà. L'odore fresco del mare invase le mie narici appena Dom abbassò il finestrino. Curiosa, mi guardai intorno mentre respiravo profondamente l'aria pulita: ci trovavamo davanti ad un grosso cancello alla fine di un sentiero deserto affacciato alla spiaggia, dalla quale proveniva il soave fruscio delle onde.
Dom allungò il braccio fuori dal finestrino e fece leggere la propria impronta digitale al lettore biometrico impiantato a pochi centimetri dal cancello. Pochi secondi più tardi gli sportelli si spalancarono rivelando la magnificenza di un'enorme villa a due piani dietro ad un elegante giardino francese preceduto da due statuette di angeli posti ai lati che ne presentavano l'ingresso.
"Caspita..." mormorai incapace di distogliere lo sguardo dall'edificio.
"Benvenuta nella Villa Donovan..." parlò Dom entrando dentro con il veicolo. Solo allora notai la Tesla rossa stazionata nel fondo vicino ad una fontanella. Gli lanciai un'occhiata interrogativa. "Tuo fratello è qui ?" Deglutii. Lui annuì.
"Dom....cosa state combinando?" Lui ridacchiò mentre scendeva dal veicolo. Lo imitai e mi avvicinai a lui. "Perché siamo qui?" Ripetei impaziente. Lui sospirò e si passò le dita nervosamente fra i capelli.
"Cole avrebbe dovuto portarti fuori oggi...ma ovviamente il coglione non l'ha fatto..." spiegò.
"Dom..."
"No, aspetta. Lasciami finire..." m'interruppe. Rimasi in silenzio abbassando lo sguardo. "So che faticate a crederlo e posso capire il perché ma..." sbuffò. "Odio essere il motivo che tiene separate due persone....capisci cosa intendo dire?"
"Dom, non stai tenendo separato nessuno..."
"Oh per favore Layla...questa fase l'abbiamo attraversata anche noi... non ricordi quando stavi lontana da me per non ferire tuo fratello? Beh, adesso Cole si tiene lontano da te per non ferire il suo..."
"Non è come credi Dom...Cole ed io siamo solo amici...."
"Sì, lo siete perché ci sono in mezzo io..."
"Dom non dire così!"
"Ma è la verità Layla...senti...io sto bene, davvero. Qualsiasi cosa avessi avuto mi è passata...poi non sono così immaturo da prendermela per questo. Ho voltato pagina come mi hai chiesto di fare, ma odio il pensiero che tu non lo stia facendo a causa mia...."
"Dom...apprezzo molto quello che stai cercando di fare...ma fra me e Cole non c'è niente...non ci può essere niente...capisci?" Chiuse gli occhi e quando li riaprì si avvicinò a me. "Ascoltami Layla...tu hai fatto cose incredibili...sei riuscita a cambiare me, mi hai mostrato cosa significa amare e di questo te ne sarò sempre grato...ma non sono stato l'unico ad essere cambiato grazie a te...Cole è una persona completamente diversa da quando ha te, non l'ho mai visto così....devoto prima d'ora, nemmeno quando stava con Adriana..."
Prese una lunga pausa e calciò distrattamente il sassolino davanti ai suoi piedi. "Quello che sto cercando di dirti è che non scegliamo le persone di cui ci innamoriamo...se c'è anche la minima possibilità che lui....che lui sia il ragazzo giusto per te..beh...spero che non sarò io la ragione che ti farà esitare..."
Rimasi in silenzio. Non c'erano parole al mondo sufficienti per descrivere la mia gratitudine verso di lui per il suo modo di essere sempre tanto comprensivo e per la sua tendenza di mettere la felicità delle persone a cui teneva prima della sua.Ahimè, Dom non aveva la minima idea di quanto più complicato fosse il rapporto che mi legava a Cole....
Lui era convinto che Cole mi amasse e che l'unica ragione per cui non aveva ancora oltrepassato il confine della nostra amicizia fosse suo lui. Ma Dom non avrebbe potuto essere più errato....Cole non mi amava.
Cole non avrebbe mai potuto amarmi. O almeno, non nel modo in cui mi aveva amata Dom.
Se c'era cosa che lo aveva avvicinato a me era il suo senso di colpa, la sua rabbia verso se stesso per non essere arrivato a casa mia qualche minuto prima quella notte.
Cole si sentiva in dovere di ripararmi perché credeva di essere la ragione per cui mi ero spezzata in primo luogo. Era la sua maledetta compassione a costringerlo a trattarmi come mi faceva, a volermi bene non tanto per quel che ero, ma per il mio difetto di cui si sentiva responsabile. Quello che Cole sentiva per me non era sano. Non avevo bisogno di sentirmelo dire da uno psicanalista per capirlo... E tanto meno sana era la mia dipendenza da lui. Perché non era sicuramente normale quel sollievo quasi automatico che sentivo ogni volta che lui varcava la soglia della porta; non era normale quel calore eccessivo che mi riscaldava il petto quando pensavo a lui o quando le sue braccia stringevano il mio corpo; non era normale quella tormentosa urgenza di nascondermi nel suo petto, di sentirgli dire che sarebbe andato tutto bene....niente di quello che sentivo era più normale quando si trattava di lui.Per cui no, il motivo per il quale non sarebbe nato niente fra lui e me non si soffermava solo a Dominic.
Accorgendomi di essere stata in silenzio per troppo, distolsi l'attenzione dal vuoto in cui mi ero incantata e riportai lo sguardo sull'uomo accanto a me.
"Grazie Dom....grazie di tutto...."
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Bulletproof Hearts
Teen FictionLayla, una giovane mamma single, lotta per garantire un futuro migliore al proprio figlio in una delle zone più pericolose di Chicago:la West Side. Sembra tutto procedere con normalità, fino a quando Tom-suo fratello- accetta di stipulare affa...