"Non ci posso credere..." Commentò Tom con un'espressione sconvolta dopo che gli avevo raccontato la verità su Jonathan.
"Lo so..." Risposi sedendomi accanto a lui sul divano. Presi la sua grande mano e la strinsi fra le mie. "Cosa senti al riguardo?"
Lui alzò le spalle e mi rivolse un'occhiata ancora indecisa. "Non lo so...cioè fino ad oggi siamo sempre stati solo io e te...e adesso scopro che abbiamo un fratello..."
"Lo so lo so...ma Jonathan lo ha scoperto recentemente e papà non sapeva..."
Tom annuì e il suo viso si rilassò. Rimase in silenzio, probabilmente per esaminare la sua coscienza e capire cosa sentiva realmente riguardo alla novità.
"Beh...sono sicuramente curioso di conoscerlo...ma prima dimmi che non è più bello di me..."
Scoppiai a ridere, divertita dalla serietà con la quale mio fratello aveva posto la domanda. Poi risposi, "in realtà ti assomiglia molto...ha preso i capelli biondi e gli occhi verdi di papà, come te..."
"Mmm...." Pensò Tom con poco entusiasmo. "Raccontami di più su di lui...com'è? Cosa fa? Ha una famiglia?" Appoggiai le gambe sul bordo del divano e rilassai la testa sulle gambe di Tom. M'incantai nel soffitto bianco mentre le sue dita giocavano distrattamente con i miei capelli, poi iniziai a raccontargli più cose sul puzzle mancante del quadro della nostra famiglia.
Tom non l'avrebbe mai ammesso, ma sapevo che era segretamente entusiasta del nuovo arrivato.
Infatti quando eravamo piccoli si lamentava in continuazione di non avere un fratello con cui giocare al posto della sorella che passava tutto il tempo a pettinare le proprie bambole e a strillare quando qualcuno faceva qualcosa che non le andava bene.
Forse avrei potuto rendere la sua infanzia più facile, ma il fatto è che ero una bambina che viveva per stare al centro dell'attenzione del proprio papà e odiavo quando Tom cercava di rubare la mia attenzione.
Era comprensibile dunque che fosse felice di avere un'alternativa, anche se qualche decennio più tardi.
"Rick dorme da Sarah oggi...potremmo invitare Jonathan a cena stasera?"Proposi spostando lo sguardo su di lui. I suoi occhi scintillarono dall'euforia, ma nascondevano una sfumatura di ansia.
"Per me va bene..." Si limitò a dire facendo spallucce.
"Perfetto. Lo chiamo subito."
Mi alzai dal divano e afferrai il mio cellulare dal tavolo. Poi m'infilai le scarpe e uscii fuori."Layla," rispose Jonathan al secondo squillo.
"Hei...ciao, disturbo?" Chiesi improvvisamente imbarazzata.
"No. Affatto. Stavo solo fissando il desktop del computer..."
"Uhm...ho parlato con Tom e gli ho raccontato tutto. Non vede l'ora di conoscerti..."
"Davvero?" Domandò e sorrisi quando immaginai la sua fronte aggrottata e la piccola fossetta che compariva fra le sopracciglia quando faceva quell'espressione.
"Certo. Ti va di venire a cena da noi stasera? Anche la tua famiglia è la benvenuta..."
"Oh....beh i gemelli hanno preso l'influenza e Meredith li tiene a letto. Però io sono libero..."
"Ottimo. Facciamo alle otto?"
"Andata."
"Oh dimenticavo..." Blaterai prima che riattaccasse. Mi guardai alle spalle per assicurarmi che la porta fosse socchiusa, poi mi allontanai ulteriormente da casa. "Mi farebbe piacere se non citassi il piccolo incidente con Cole al ristorante. Tom non sa ancora che lo frequento e darebbe di matto se lo venisse a sapere..."
"Non voglio farmi gli affari tuoi...ma perché darebbe di matto? Quel ragazzo è veramente così.... pericoloso come penso?"
Un brivido di irritazione attraversò le mie vene di fronte alla domanda. Detestavo quando le persone giudicavano Cole senza sapere nulla sul suo conto. Perché io avevo fatto la medesima cosa e mi vergognavo ancora dei pregiudizi che mi ero fatta su di lui.
"No. Cole non è affatto pericoloso. Pensavo avessimo già chiarito che quello era un malinteso..."
"Okay okay...mi fido della tua parola. Non dirò niente. Ma sei hai bisogno di qualunque cosa non esitare a contattarmi...."
"Certo."*
Jonathan arrivò alle otto in punto e per la prima volta ebbe occasione di conoscere Tom. Questo era chiaramente teso mentre scrutinava il nostro fratellastro, il quale avrebbe intimidito chiunque nella sua impeccabile giacca e cravatta.
Bastarono però poche parole da parte sue per rivelare che in realtà la persona che dietro a quell'aspetto così minuziosamente curato si nascondeva un'anima umile e premurosa, priva di alcun segno di arroganza o antipatia.
Jonathan era inoltre una di quelle persone dotate di un talento naturale nel mettere a proprio agio gli altri. Non fui tanto sorpresa dunque quando Tom, già dopo una breve conversazione con suo fratello, si rilassò visibilmente e iniziò a parlare con lui come se fossero amici da una vita.
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Bulletproof Hearts
Teen FictionLayla, una giovane mamma single, lotta per garantire un futuro migliore al proprio figlio in una delle zone più pericolose di Chicago:la West Side. Sembra tutto procedere con normalità, fino a quando Tom-suo fratello- accetta di stipulare affa...