Capitolo 17

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Gli ultimi due mesi di inverno volarono via  e presto giunse la primavera: gli alberi iniziarono a crescere foglie e sui prati sorsero le prime margherite e violette che ornavano di colori la città che era stata grigia per tutto l'inverno.

I miei occhi vagavano lungo il viale mentre passeggiavo mano nella mano con Jamie, che quella mattina aveva insistito tanto per andare a giocare sull'altalena al parco.
Il sole splendeva alto nel cielo azzurro e gli uccellini fischiettavano in mezzo agli alberi diffondendo serenità nell'atmosfera.
La freschezza del mattino era piacevole contro il mio corpo coperto da un prendisole bianco decorato con fantasia floreale che accarezzava metà cosce e lasciava scoperte le spalle.
"Mamma, il gelato si sta sciogliendo!" Esclamò Jamie fermandosi all'improvviso.
Abbassai gli occhi su di lui e ridacchiai nel vedere l'espressione buffa sul suo viso mentre cercava di impedire al suo gelato di colare.
Mi inginocchiai e presi la sua coppetta per leccarne i bordi: il gusto al cioccolato e vaniglia si sciolse immediatamente nella mia bocca.
"Mmm..." sussurrai.
"Lo vuoi tu mamma?" Chiese Jamie alzando gli enormi occhi verdi su di me. Scossi la testa rivolgendogli un sorriso. "Grazie tesoro, ma ho già mangiato il mio."
Glielo restituii poi frugai nella borsa per tirare fuori il pacchetto di fazzoletti. Ne estrassi uno e lo usai per pulire le mani e la bocca di Jamie, che aveva sporcato di gelato.
Riprendemmo la nostra passeggiata verso casa.

"Mamma," parlò nuovamente Jamie, che nel frattempo aveva finito la coppetta .
"Sì?"
"Posso fare una domanda?" Chiese continuando a saltellare su e giù.
"Certo."
"Dom è il mio nuovo papà?"
Spalancai la bocca arrestando il passo appena sentii la sua domanda. Deglutii rabbrividendo prima di trovare il coraggio di guardare mio figlio negli occhi.
Jamie faceva raramente domande correlate a suo padre e ogni volta entravo in panico, non sapendo mai cosa dire per giustificarne la mancanza.
Ora Jamie però non chiedeva di suo padre, ma mi stava guardando da sotto il cappellino con occhi speranzosi in attesa di sentirsi dire che avrebbe potuto finalmente chiamare qualcuno 'papà'.
Respirai profondamente , poi lo presi in braccio prima di continuare a camminare.
"Vedi Jamie? Uhm...Dom ti vuole molto bene e so che anche tu ne vuoi molto a lui..." Lui annuì in segno di conferma. "...Però...ecco...Dom non è esattamente...uhm...lui non è...oddio...lui non è proprio il tuo papà..." riuscii a finire con fatica distogliendo lo sguardo.
Sentii Jamie sospirare, chiaramente deluso dalla risposta negativa. Non disse nulla, ma il suo silenzio faceva più male di qualsiasi domanda avesse mai posto.
"Jamie..." mormorai accarezzando i capelli schiariti ancora di più dal sole. Non mi rispose, invece appoggiò la testa contro la mia spalla e si aggrappò a me allacciando le braccia attorno al mio collo. .
"Ti voglio bene mamy..." parlò finalmente stringendomi ancora più forte.
"Ti voglio tanto bene anche io Jamie..."

*

Una decina di minuti più tardi arrivammo a casa.
Misi Jamie a terra e tirai le chiavi fuori dalla borsa. Feci per inserire la chiave nella serratura ma il forte rumore di passi di corsa alle mie spalle catturò la mia attenzione.

Dal fondo al viale provenivano le sagome di due ragazzi che correvano veloci come razzi. Ci misi qualche istante a identificare i loro volti: erano Dom e Cole, che in un arco di secondi giunsero davanti alla soglia della loro casa prima di cessare la corsa.
"Ti ho battuto!" Esclamò Dom tirando un pugno giocoso sul petto scoperto del fratello.
"Nei tuoi sogni," rispose l'altro ridandogli un pugno sulla spalla. Dom si mise nella posizione d'attacco da boxer e così fece l'altro prima di iniziare una finta lotta. Mi morsi il labbro per non ridere a voce alta mentre osservavo i due fratelli colpirsi scherzosamente a vicenda: erano adorabili.
Tuttavia l'umore giocoso di Cole arriverò a termine non appena il suo sguardo incrociò il mio. Smise di ridere e si allontanò dal fratello. Questo seguì il suo sguardo ma , al contrario suo, si rallegrò ancora di più nel vedermi. Jamie si mise a correre verso di loro ed io lo seguii.
"Ciao campione," disse Dom scompigliandogli i capelli.
"Ciao zio Dom, ciao....Cole," parlò il biondino con la testa piegata indietro per poter guardare in viso i due giganti. Nel frattempo i miei occhi scivolarono lungo i toraci sudati e luccicanti dei due: la pelle abbronzata di Dom era in forte contrasto con quella pallida di Cole; il primo era più grosso con le spalle larghe, petto ampio, gambe muscolose e addome forte e robusto; l'altro invece era più moderato: il petto forte, le braccia muscolose e le spalle ampie sormontavano la vita snella e ben definita con una V scolpita che scendeva lungo il ventre.
Nel complesso i loro corpi sembravano due statue degne di Policleto.

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