Capitolo 41

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Passarono tutto il pomeriggio immersi uno nell'altra, come se il mondo esterno non esistesse più per loro.
Quando giunse la notte, Layla chiamò suo fratello per avvisarlo che si sarebbe fermata a dormire da un'amica. Poi parlò anche al figlio per sentirsi raccontare del suo primo giorno di scuola.
Una volta riagganciato scoppiò in lacrime e quando Cole le chiese cosa non andava, lei spiegò che aveva l'impressione di non essere stata molto presente per suo figlio negli ultimi tempi.
Cole la prese in braccio e le permise di piangere contro il suo petto. Accarezzò i suoi capelli dolcemente e sfiorò il suo mento per sollevare il suo viso. I suoi occhi erano lucidi e iniettati di sangue mentre sulle guance continuavano a scendere lacrime. Cole catturò una lacrima con il pollice e la asciugò via.
"Sai...mia madre si teneva sempre occupata fra volontariato e faccende domestiche..." iniziò a raccontarle. Layla annuì e prese respiri profondi, la sua attenzione tutta rivolta a lui.
"Era sempre impegnata...ma nonostante questo, aveva sempre trovato il tempo per essere anche una brava mamma per me e Dom e io apprezzavo molto questo...
"Jamie è un bambino intelligente e ti vuole molto bene...sono sicuro che è consapevole dei sacrifici che hai fatto per lui..."
Layla singhiozzò allacciando le braccia attorno suo collo, affondandovi il viso.  Cole posò le mani sulla sua vita e la attirò a se, consapevole dell'effetto che le sue parole avevano avuto su di lei.
Così aggiunse sussurrando nel suo orecchio,"...e credo anche che sappia di avere la mamma più dolce e carina del mondo..."
Layla sollevò il viso su di lui e gli rivolse uno sguardo scettico. "Credi sia carina?" Domandò battendo le ciglia un paio di volte mentre piccoli singhiozzi involontari scappavano dalla sua gola.
Cole si morse il labbro e la scrutinò da capo a piedi come se dovesse ancora decidersi.
"Molto carina..."  confessò alla fine mentre un ghigno giocava sulle sue labbra.
"Ma sto piangendo..." Farfugliò lei asciugandosi le lacrime come una adorabile bambina triste. "E sono un casino..."
"Sei bellissima ancora quando piangi Layla Bell. E finché sarai il mio casino non mi lamenterò..."
Questo la fece ridacchiare, il che rilassò Cole.
"Grazie Cole..." Mormorò più seriamente. "Mi piace quando mi dici cosa pensi..." posò un soffice bacio sulla guancia. "Dovresti farlo più spesso..."
Cole rimase in silenzio, decidendo di non farle promesse che non poteva mantenere. Dopo quella notte sarebbero dovuti tornare a casa e lui sarebbe stato costretto ad allontanarsi di nuovo.
Si sentì mancare l'aria al pensiero. Aveva bisogno di una sigaretta,  o forse tre. Subito.
"Ho bisogno di fumare fuori. Ti dispiace?"
"No...ma non scappare." Layla gli diede un altro bacio delicato-questa volta sulle labbra-poi si alzò in piedi e sgattaiolò in bagno.
Cole prese il pacchetto di sigarette, l'accendino e il cellulare, poi lasciò la stanza.

Una volta uscito dall'edificio, si accese una sigaretta mentre si approssimava al ponte che sormontava il lago.
Il cielo scuro era illuminato da innumerevoli stelle. Ma ancora più luminosa era la luna nuova, che oggi sembrava particolarmente vicina.
Cole rimase fermo in piedi alla fine del ponte, osservando il paesaggio che si stendeva al di là del lago. L'aria era fresca e piacevole contro le sue braccia scoperte e il suo viso pensieroso.
La prima sigaretta si consumò presto. E così fecero anche la sesta e la settima.
Le sue mani tremavano, bramando qualcosa di più forte. Forse qualche bicchiere di whisky lo avrebbe rilassato, ma non si fidava abbastanza di se stesso da perdere la lucidità.
Estrasse così l'ottava sigaretta, l'ultima rimasta nel pacchetto.
Imprecò, poi se la portò alle labbra e prese fuori il cellulare decidendo che era il momento di accenderlo.
Quindici chiamate.
Venti messaggi.
Quasi tutti da parte di Dom.
Sbuffò ricordando il crollo mentale che aveva avuto quella mattina. Layla doveva aver capito che non aveva alcuna voglia di parlarne, poiché era stata abbastanza discreta da non tirare in ballo l'argomento.
Dom non gliel'avrebbe fatta passare liscia invece. Probabilmente ora stava morendo dalla preoccupazione, visto che Cole non si era fatto sentire per tutto il giorno.
Sentendosi in colpa, compose il suo numero e lo chiamò.
Rispose immediatamente.
"Allora sei vivo!" Brontolò Dom nel suo orecchio, chiaramente incazzato.
"Già..."
"Dove siete?"
"In Michigan."
"Michigan..." ripeté Dom con una risata sardonica. "Layla sta bene?"
"Sì...credo di sì..."
Dom prese una pausa di riflessione.
"Cole...per quello che è successo prima-"
"Non ne voglio parlare," tagliò corto l'altro prendendo un altro tiro dalla sigaretta.
"E invece lo farai. Ascoltami..."
"Dom, ero solo sotto shock, okay? Volevo colpire un uomo ma sono finito col tirare un pugno a Layla...e dopo le persone si erano messe a parlare e ho avuto un momento di black out...ma ora sto bene," cercò di tranquillizzarlo odiando dover discutere di nuovo su questo argomento.
"Cole, so che adesso stai bene...ma...uhm...ho contattato dottor Hyde oggi e-"
"Hai fatto cosa?" Lo interruppe Cole gettando la sigaretta rabbiosamente nel lago.
Gli sembrava di ricominciare da zero. Solo che al posto dei genitori c'era suo fratello a mettergli pressione addosso.
"Rilassati Cole. Non devi vederlo per forza, ma ho pensato.... magari in futuro se avrai bisogno di parlare con qualcuno...insomma lui è ancora disposto ad ascoltarti..."
Cole digrignò i denti trattenendosi dal lanciare anche il telefono in acqua.
Dom aveva buone intenzioni, come sempre. Ma non aveva ancora capito quanto era umiliante per Cole parlare del proprio difetto ad alta voce.
"Okay..." disse dunque per chiudere il discorso. "Lo chiamerò se ce ne sarà bisogno."
"Bene."
"C'è altro?"
"Sì...la tua principessina è passata a casa mia. È preoccupata perché non rispondi alle sue chiamate quando le avevi promesso che l'avresti portata fuori a cena..."
Cole imprecò ricordandosi solo ora di quell'appuntamento.
"L'hai detto a Layla?" Chiese Dom.
"No. Non glielo posso dire se non posso darle spiegazioni concrete..."
"A questo punto dovresti già aver capito che con Layla è sempre meglio essere diretti...fidati, non vuoi che lo venga a scoprire da sola...si sentirebbe usata...e quando si sente usata diventa veramente difficile farle cambiare idea..."
Di questo Cole non dubitava. Aveva già avuto un assaggio del lato geloso e paranoico di Layla. E rabbrividiva ancora solo al pensiero di suscitarlo di nuovo.
"Che cazzo devo fare Dom? Ogni mossa che faccio finirà per ferirla...se mi allontano si sentirà usata , se mi avvicino troppo e dopo scopre tutto sto casino...mi odierà..."
"Sii paziente Cole...ma soprattutto, cerca di non farle promesse che non puoi mantenere..."
Cole ripensò al pomeriggio che avevano trascorso insieme, al modo in cui l'aveva toccata e alle cose che le aveva sussurrato. Capì che quel pomeriggio le aveva dato di nuovo speranza. Speranza che avrebbe dovuto di nuovo deludere.
Dom aveva ragione: fino a quando non portava a termine la loro missione, non poteva continuare a illudere Layla. L'aveva già ferita abbastanza.
Avrebbe invece atteso con pazienza che fosse tutto finito e solo allora avrebbe potuto darle tutto se stesso, ipotizzando che lei fosse ancora lì ad aspettarlo.

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