Raggiunsi il limite in un gelido sabato di dicembre, quando gli alberi ormai erano spogli di foglie e le strade erano tutte ricoperte di neve.
Avevo appena chiuso l'Elisir ed ero pronta a tornare a casa per crollare sul letto quando trovai il suv di Dominic parcheggiato sull'altro lato della strada.
Sorrisi appena abbassò il finestrino scoprendo il volto e camminai quasi di corsa per salire in macchina accanto a lui.
"Hei," sussurrò chinando il viso su di me per posarmi un bacio sulla guancia.
"Ciao," risposi crollando contro il sedile.
"Com'è andata oggi?" Domandò mettendo in moto la grossa auto.
"Come tutti i sabati," risposi sospirando. "Tu che hai fatto?"
"Niente di che. Solite cose," rispose vago, probabilmente per evitare di tirare in ballo l'argomento che non mi piaceva, ovvero la sua professione.
Annuii spostando lo sguardo sul finestrino per osservare i fiocchi di neve scorrere sul vetro.
Dom posò la mano sulla mia coscia e mi accarezzò dolcemente. Rabbrividii al suo tocco ma digrignai i denti per fingermi indifferente. Sussultai quando rimosse la mano per mettere una sigaretta in bocca.
"Mi passi l'accendino?" Chiese indicando la tasca del mio sportello. Frugai dentro e presi l'aggeggio poi , portandolo vicino alla sua bocca sussurrai, "faccio io."
Dom tenne lo sguardo fisso sulla strada mentre gli accendevo la sigaretta, mordendomi il labbro con forza nell'osservare la sua bocca perfetta sormontata dal naso a punta. Dal collo nel frattempo proveniva la sua fragranza che mi faceva perdere la testa ogni volta. Ingoiai il groppo in gola e appoggiai la schiena al sedile guardando altrove.Cinque minuti più tardi eravamo davanti alla sua nuova casa. Sbirciai dal finestrino e non fui sorpresa di vedere le luci ancora accese in casa nostra, anche se era quasi mezzanotte.
"Vieni dentro. Ci beviamo una birra poi ti lascio andare," suggerì lui ed io annuii seguendolo dentro.
La casa , ormai già ben arredata, sembrava un luogo completamente diverso da quello in cui abitavano i Belov. Tutti i vecchi mobili erano ora sostituiti da mobili nuovi, più preziosi e molto più eleganti. Sulle mura ridipinte di un bianco panna non vi era più alcun segno delle matite delle gemelle che, come Jamie, si divertivano un mondo a colorare le pareti, su cui ora erano appesi quadri di arte moderna.
Mi sfilai il cappotto e lo appesi all'entrata prima di seguire Dom in cucina. Mi appoggiai al bancone mentre lui apriva il frigo per tirare fuori due lattine di birra. Me ne allungò una , che presi volentieri prima di ringraziarlo.
Aprimmo le lattine e iniziammo a sorseggiare la bibita in silenzio.
Dom appoggiò la lattina e mise le mani ai lati dei miei fianchi sul bancone , in modo da intrappolarmi fra le braccia.
Appoggiai la birra giù leccandomi le labbra. Senza alcun preavviso questa volta, Dom si fiondò sulle mie labbra e mi baciò bruscamente.
Ricambiai il bacio allacciando le mani al suo collo mentre lui attaccava il mio corpo al suo. Affondai le dita fra i capelli ormai lunghi senza mai staccare la mia bocca dalla sua. In risposta, Dom mi afferrò dalle cosce e mi sollevò facendomi sedere sul bancone. Allacciai le gambe attorno alla sua vita accarezzando prima il collo, poi le spalle ampie coperte dal maglione.
Feci scivolare le mani lungo il torso , poi afferrai i bordi del maglione per levarglielo via. Fece un mezzo passo indietro e se lo sfilò rimanendo a torso nudo. Sussultai divorando con lo sguardo i tatuaggi che ricoprivano il suo corpo possente . Appena si riavvicinò a me feci scorrere le mani sul petto scolpito e caldo riattaccando le mie labbra alle sue.
Mi sollevò nuovamente , questa volta per portarmi sul divano in salotto.
Mi ci fece sdraiare sopra e divaricai le gambe cosicché lui potesse mettersi sopra di me con un braccio appoggiato al divano e la mano libera che praticamente mi strappava la camicia di dosso.
Presi dalla passione, baciammo l'un l'altro come se fossimo stati affamati per secoli e le nostre bocche fossero l'unico cibo rimasto al mondo.I nostri corpi erano fusi l'uno nell'altro, le nostre fronti grondavano di sudore mentre le labbra continuavano a gemete l'uno il nome dell'altro.
Nel momento in cui l'intensità della passione stava raggiungendo il colmo con il nome di Dom proclamato dai miei gemiti euforici , il rumore della serratura della porta ci costrinse a staccarci di scatto.
Alzai lo sguardo verso la porta e spalancai la bocca nel trovare Cole fermo in piedi a pochi centimetri dall'ingresso. I suoi occhi si spostarono prima sul fratello, poi sul mio corpo completamente nudo. Mi coprii il petto con le braccia arrossendo come mai prima.
"Che cazzo Cole!" Brontolò Dom infilandosi i boxer prima di raccogliere i miei vestiti da terra e passarmeli.
"Cosa?" Rispose bruscamente l'altro mettendosi a sedere sulla poltrona accanto al divano senza più guardare nella nostra direzione. Allungò il braccio verso il tavolo e afferrò il telecomando per accendere la tv.
Dom, che nel frattempo si era infilato i pantaloni da tuta, alzò gli occhi al cielo sbuffando mentre io mi vestivo il più in fretta possibile , più imbarazzata che mai.
"Devo andare," mormorai appena mi rimisi le scarpe. Dom si alzò in piedi insieme a me e Cole spostò lo sguardo su di me lanciandomi un'occhiata piena di disgusto, probabilmente ritenendomi una poco di buono per quel che mi aveva appena visto fare con suo fratello. Arrossii ancora di più e mi affrettai a raggiungere l'attaccapanni per rimettermi il cappotto addosso. Dom mi seguì afferrandomi delicatamente dalla vita.
"Non fare caso a lui, è abituato a vedermi scopare tipe sul divano ," sussurrò lui ed io rimasi accigliata. Serrai le mascelle, sentendomi ferita dalla sua affermazione.
"Aiia..." sentii Cole mormorare e lo vidi scuotere la testa quasi ridacchiando.
Dopo aver sentito il commento del fratello, Dom si rese conto di ciò che aveva detto. Tuttavia non gli diedi nemmeno un secondo per giustificarsi, invece aprii la porta e uscii a passo svelto, scordandomi del ghiaccio che giaceva sulle strade. Infatti scivolai all'indietro, ma Dom mi afferrò impedendomi di cadere.
"Con calma," mormorò rimettendomi su prima di farmi voltare verso di lui.
"Che c'è? Vuoi continuare a scoparmi davanti a tuo fratello? Tanto è abituato alle ragazze che porti in casa. Anzi, perché non lo includiamo già che ci sei?" Gli ringhiai contro spingendolo via. Lui non si mosse neanche di un centimetro, invece si passò le dita fra i capelli.
"Lo sai che non intendevo dire quello. Mi sono spiegato male, Layla-" provò a toccarmi nuovamente, ma feci un passo indietro scivolando ancora. Mi afferrò dal braccio tenendomi stretta a lui. "Fai attenzione cazzo," imprecò irritato.
Sentii gli occhi bagnarsi di lacrime, ma digrignai i denti spingendole indietro.
Avevo speso gli ultimi anni della mia vita a cercare di superare l'abbandono di Jessie, che avevo vissuto come un tradimento letale che aveva portato con se tutta la fiducia che avevo in lui e nel resto del genere maschile . A causa di Jessie avevo esitato a conoscere persone nuove, avevo diffidato di chiunque si fosse avvicinato a me , reputandomi troppo fragile per avere il cuore spezzato da una seconda persona.
Mi ero completamente fidata di Dom e il momento che avevo appena condiviso con lui segnava una nuova svolta per me. Per questo sentirgliene parlare come se fosse solo un'altra delle sue sveltine mi aveva ferito.
"Lo sai che non intendevo dire quello. Non essere gelosa, è successo prima di te. Mi devi-"
"Ma allora non capisci?" Lo interruppi mentre il petto iniziava a tremare . "Pensi veramente che il mio problema siano le ragazze che ti sei fatto in passato?" Gli domandai guardandolo dritto negli occhi.
"Dalla tua reazione sembrerebbe di sì!"
"Buonanotte Dom," sussurrai debolmente, quasi delusa dal fatto che non mi avesse ancora compresa.
"No. Parlami."
"Sono stanca."
"Non ti lascerò andare fino a quando non mi avrai spiegato il motivo per cui sei arrabbiata."
"Vuoi sapere il motivo per cui sono arrabbiata? Allora ecco: sei il primo uomo che ho desiderato e ho finalmente avuto da quando Jessie se n'è andato, per cui sentirti paragonare quel che abbiamo appena condiviso alle altre scopate insignificanti che hai avuto in passato non mi fa impazzire. Ti va bene questa spiegazione? O forse devo-" le sue labbra m'interruppero con un bacio accanito , togliendomi il respiro. Mi ribellai per qualche secondo, poi mi arresi ricambiando il bacio. Portai le mani sul suo petto nuovamente coperto dal maglione e le feci scorrere sul collo circondandolo delicatamente mentre la sua bocca possedeva la mia.
"Resta qui stanotte," sussurrò tra un bacio e l'altro. "Lascia che ti mostri quanto sei importante per me." Le sue labbra scesero lungo il mio collo divorando la mia pelle. "Lascia che mi prenda cura di te Layla..."
soffocai un gemito ricordandomi della presenza di Cole in casa.
"Non posso. Tom non deve sapere," lo interruppi appoggiando le mani sulle spalle per staccarlo leggermente in modo da guardarlo negli occhi.
"Parlerò con lui, capirà," rispose Dom cercando di respirare regolarmente. Scossi la testa. "No. Non voglio che lo sappia. Parla con Cole, digli di tenere la bocca chiusa se no-"
"Se no cosa?" La voce di Cole m'interruppe facendomi spostare lo sguardo nella sua direzione per vederlo appoggiato alla porta con le braccia incrociate davanti al petto. Rabbrividii per un secondo ma non mi feci intimidire.
"Vedo che non riesci a passare un secondo senza farti gli affari di tuo fratello," parlai mantenendo un'espressione seria mentre facevo un passo verso di lui.
"Oh non è colpa mia se apri le gambe al primo che ti appoggia su un divano..." rispose con tono rilassato facendomi spalancare la bocca, sconvolta dalla sua offesa.
"E non è colpa mia se mio fratello non si è sprecato nemmeno stavolta a fare il galantuomo e a portarvi su un letto decente ..."
"Cole, vuoi chiudere quella cazzo di bocca?" Ringhiò Dom alle mie spalle facendo un passo in avanti verso il fratello. Lo fermai mettendo una mano sul suo petto, poi ridussi la distanza fra me e Cole, mettendomi a pochi centimetri dal suo corpo. Sollevai il viso per poterlo guardare negli occhi e fui invasa dal suo profumo tossico che mi era completamente estraneo.
Mi lanciò un'occhiata quasi divertita e incurvò le labbra in un mezzo ghigno, che sparì presto dal suo volto. Con tutte le forze che avevo, alzai la mano e gli tirai un forte e deciso schiaffo che provocò un rumore assordante.
Rimase immobile per un istante, sconvolto dal mio gesto.
"Non ti permettere mai più di rivolgerti a me in quel modo. Non mi importa chi sei, o cosa fai," sibilai fra i denti senza rompere il contatto visivo.
"Layla, vieni. Ti riporto a casa," la voce chiaramente allarmata di Dom mi raggiunse da dietro, ma non gli diedi retta. "Per quanto riguarda tuo fratello," continua fulminando Cole con sguardo. "Almeno lui una ragazza la riesce a portare sul divano. Tu, con tutta la tua acidità , non faresti nemmeno in tempo a dire ciao che scappano via a gambe levate," conclusi con un ghigno sulle labbra e un sopracciglio alzato.
"Cole. Torna dentro, per piacere," Dom insistette facendo un passo in avanti. Questa volta fu Cole a fermarlo mettendo una mano sulla sua spalla prima di piegarsi su di me e sussurrare,
"non giocare con il fuoco Layla, potrebbe bruciarti molo più facilmente di quanto credi . "
Mi rivolse poi uno sguardo che non avevo mai visto prima: non era arrabbiato o annoiato, né tanto meno indifferente, bensì era pieno di malinconia e sembrava supplicarmi a dare retta alle sue parole che mi fecero spuntare la pelle d'oca.
Rientrò in casa senza aggiungere altro lasciandomi immobile e scioccata.
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Bulletproof Hearts
Teen FictionLayla, una giovane mamma single, lotta per garantire un futuro migliore al proprio figlio in una delle zone più pericolose di Chicago:la West Side. Sembra tutto procedere con normalità, fino a quando Tom-suo fratello- accetta di stipulare affa...