14 giugnoLayla indossava il prendisole bianco ornato di infinite piante tropicali. Il sole splendeva contro la sua carnagione bronzea e illuminava i boccoli neri che scendevano fino a qualche centimetro sotto la spalla. I suoi capelli erano cresciuti dall'ultima volta che li aveva tagliati; allora le accarezzavano appena collo.
Cole la osservava mentre veniva rincorsa da Jamie sul prato. Il biondino la raggiunse e le afferrò le gambe; lei si lasciò cadere sull'erba tirando il corpo del figlio sopra di sé mentre entrambi scoppiavano a ridere.
Cole si morse il labbro sorridendo, soddisfatto di vederla tanto allegra quella mattina.
Layla sembrava essersi ripresa dal suo trauma, tuttavia lui sapeva che non era più la stessa ragazza che aveva conosciuto la prima volta.
Ma chi avrebbe potuto biasimarla, dopo tutto il dolore che le era stato inflitto? Era già un miracolo il fatto che si ricordasse ancora come sorridere...Si rialzò in piedi e aiutò Jamie a fare altrettanto. Questo montò sull'altalena mentre lei andava a sedersi accanto a Cole sulla panchina.
"Hei..." sussurrò rivolgendogli un timido sorriso che lo fece rabbrividire. Una ciocca di capelli sfuggì dalle altre e scivolò dolcemente sul suo viso. Cole sentì l'urgente bisogno di sfiorarla , ma non lo fece. Ormai si era abituato ad ignorare i suoi desideri quando si trattava di Layla...
Il suo sguardo si spostò sulla cicatrice ora quasi invisibile sul suo zigomo: ebbe la tentazione di accarezzarne la superficie, ma ancora una volta si trattenne.
La verità è che nonostante Dom avesse cercato di fargli capire che non lo poteva incolpare né per quel che era successo né per i suoi sentimenti, lui non avrebbe mai smesso di sentirsi in colpa. Ogni volta che le era vicino, ogni volta che era sul punto di toccarla, gli balenava in mente lo stato misero in cui era ridotto suo fratello dopo la loro rottura; ciò bastava a placare qualsiasi sorta di desiderio o di esigenza avesse sul momento.
Si sentiva terribilmente in colpa anche solo al pensare alla ragazza che un tempo era stata di suo fratello.
"Cole..." la sua voce ruppe nei suoi pensieri. Si accorse solo allora che la stava fissando.
Distolse lo sguardo imbarazzato. "Sì?"
"Ho sentito Tom dire che il vostro momento è vicino...mi devo preoccupare?" domandò girandosi i pollici nervosamente. Cole sospirò buttando la testa all'indietro. "Tuo fratello è un vero idiota..." Layla colpì scherzosamente il suo braccio e lui si rimise composto, cambiando posizione sulla panchina per poterla guardare in viso. "Non devi temere nulla. Sta andando tutto secondo i piani," la rassicurò.
"Certo...come sempre..." rispose lei ironica.
"Ti fidi di me Layla?" chiese in un sussurrio mentre le labbra si incurvavano in un mezzo sorriso. L'espressione di lei si addolcì e sui suoi occhi comparve quello sguardo pieno di ammirazione e di gratitudine che riservava solo a lui.
Lo vedeva come un eroe, anche se era stato lui la sua rovina...
"Più di chiunque altro..."*
12 marzo, ore 01:46
Cole giaceva sul suo letto con lo sguardo fisso sul soffitto aspettando l'arrivo del sonno.
Nel frattempo iniziò a pensare al casino che era la sua vita e all'abisso della solitudine in cui veniva risucchiato poco a poco.
Forse era la mancanza di suo fratello, o forse si stava semplicemente stancando di consolarsi con l'idea che la vita solitaria era la via migliore per le persone come lui.
Non poteva più mentire a se stesso: si sentiva solo.... si sentiva terribilmente solo."Aiuto! Aiuto!"
Un forte grido lo fece scattare in piedi. Si affacciò alla finestra allarmato e spalancò la bocca nel trovare la porta dei Bells spalancata.
Senza perdere altro tempo s'infilò la felpa e impugnò in una mano la pistola che teneva sotto al cuscino prima di scendere di corsa giù.
Quando fu davanti alla soglia della porta si mise in posizione da sparo e si avvicinò lentamente per non fare rumore.
Sentì una serie di gemiti strozzati provenire dall'ingresso e, appena varcò la soglia, rimase impietrito dalla scena davanti ai suoi occhi.
Si sentì mancare l'aria. Volle gridare. Volle uccidere.
Serrò le mascelle, strinse bene l'arma fra le sue mani sudate prima di mirare al bersaglio e, PAAAAM ! PAAAAM! , sparò due colpi precisi che perforarono la schiena dell'intruso. Un grido isterico uscì dalla bocca di Layla che iniziò ad agitarsi sotto il peso del suo aggressore, il cui sangue continuava a spruzzarle addosso.
Cole si avvicinò alla ragazza senza mettere via la pistola. Afferrò l'uomo incosciente dalla giacca e glielo levò di dosso scoprendo il suo corpo coperto dalla maglia di Dom, che ora era a pezzi.
Il suo viso era coperto di lividi, il labbro era spaccato e i capelli arruffati erano bagnati dal sangue dell'uomo che l'aveva appena violentata. Sotto tutto ciò echeggiava il pianto di Jamie che proveniva dall'altra stanza.
Cole continuava a guardarla senza la minima idea di cosa fare o dire. Tutta quella confusione gli stava mandando in tilt il cervello. Ma non poteva permettersi di entrare in panico in quel momento: Layla aveva bisogno di lui.
Prese controllo sul proprio sistema e afferrò l'uomo dalle caviglie per trascinarlo in cucina lontano dalla sua vista prima di tornare in salotto da lei. Prese la coperta appoggiata sul divano e vi coprì il suo corpo. Le sue gambe tremavano sotto il tessuto di lana e le sue labbra continuavano a mormorare cose incomprensibili fra un singhiozzo e l'altro. Ciò che angosciava veramente però era lo sguardo smarrito e terrorizzato dipinto sul suo viso rovinato.
"Layla...." sussurrò Cole inginocchiandosi di fronte a lei. "E' finita...andrà tutto bene..." disse appoggiando la pistola. Lei però era assente. Le sue suppliche suggerivano che non si era ancora svegliata dall'incubo.
"Layla....hei...sono Cole...segui la mia voce...." I suoi occhi si spostarono finalmente su quelli di lui. Non disse nulla ma, comunque, nemmeno mille parole avrebbero potuto descrivere la sua sofferenza meglio degli occhi addolorati.
"Oh no no no...ti prego...no..." farfugliò lui coprendosi il viso con le mani, inabile di reggere tanto dolore tutto in una volta. Il suo respiro diventò irregolare e ancora una volta rischiò di perdere il controllo; ma gli bastò riportare lo sguardo su di lei per ricordarsi che non poteva farlo. Non ora.
Si riavvicinò e provò a sollevarla da terra. "No! Non mi toccare! Ti prego!" Pianse lei costringendolo a staccarsi. "Sono Cole...non ti farò del male Layla...è finita...torna da me, torna da Jamie..." continuò ad incoraggiarla in cerca di un qualsiasi tipo di reazione.
"Cole..." parlò lei finalmente, esaminando il suo viso come per assicurarsi che non stesse mentendo. "Sei veramente tu?" Chiese come se non potesse credere ai suoi occhi.
"Sì, sono io. Sei al sicuro, stai tranquilla...andrà tutto bene..." Lei si sollevò da terra e iniziò a guardarsi intorno entrando nuovamente in panico. "Dov'è lui? Dov'è?"
"E' morto Layla. Non ti può più fare male," rispose l'altro guardandola con compassione.
La ragazza si strinse la coperta addosso e abbracciò le ginocchia contro il petto affondandovi il viso in mezzo e dando sfogo al suo dolore.
Pianse ininterrottamente continuando a tremare. Cole sentì gli occhi bruciare e presto una lacrima rigò sulla sua guancia: erano passati anni dall'ultima lacrima versata...
Si sedette accanto a lei senza mai toccarla. Prese la testa fra le mani e chiuse gli occhi digrignando i denti.
Se solo fosse arrivato qualche minuto prima....
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Bulletproof Hearts
Novela JuvenilLayla, una giovane mamma single, lotta per garantire un futuro migliore al proprio figlio in una delle zone più pericolose di Chicago:la West Side. Sembra tutto procedere con normalità, fino a quando Tom-suo fratello- accetta di stipulare affa...