Avevo appena terminato la chiamata con un cliente nuovo ed ero in procinto di compilare dei moduli quando Sasha apparì di fronte alla mia scrivania. In mano reggeva un elegante bouquet di rose rosse avvolto in raffinata carta nera e rilegato con un nastro bianco.
"Che meravigliose rose Sasha! James sta cercando di farsi scusare?" Sasha e James, il fratellastro minore di Jonathan, erano coinvolti in una relazione piuttosto complessa. Il loro rapporto era un continuo tira e molla dovuto al fatto che James reprimeva i sentimenti che aveva per lei. Tant'è che ogni volta che Sasha credeva di aver fatto un passo in avanti, lui sabotava la relazione facendo qualcosa di stupido. L'ultima volta l'aveva invitata a casa dei suoi per la prima volta; il domattina Sasha trovò Melissa, la sua segretaria, inginocchiata davanti a lui sotto la cattedra. Era successo due settimane prima e i due non si erano più rivolti la parola da allora.
"No...non sono da James," rispose ammirando le rose con aria malinconica. "Sono per te in realtà," esclamò girando attorno al lato sinistro della scrivania per tendermi il bouquet. "Per me?" Farfugliai accigliata, apprestandomi ad afferrare la piccola cartolina incastrata in cima fra i fiori.
"Proprio così, sono arrivati insieme a questa." Sasha appoggiò una busta spessa sulla cattedra. Lessi prima la cartolina. Un sussulto scivolò dalle mie labbra quando riconobbi la citazione di Jane Austen.Non so dire l'ora, il luogo, lo sguardo, o le parole che hanno posto le basi. È stato troppo tempo fa. Mi ci sono trovato in mezzo prima di accorgermi che fosse cominciato.
Posai giù la cartolina e annusai nuovamente i fiori. Sorrisi compiaciuta in parte del profumo fresco e dolce, in parte del messaggio sulla cartolina.
"Ti lascio al tuo bouquet Cara," sentenziò Sasha con un sorriso amichevole. La ringraziai e, appena fui sola, aprii la busta. Dentro essa trovai tre pagine piegate. Tutte riportavano su fronte e retro una lineare scrittura a mano. Era una lettera datata quello stesso giorno.
Cominciai a leggere, curiosa e impaziente di scoprire cosa conteneva.Cara Layla Bell,
Scriverti non è facile poiché so che, dopo quel sabato, non hai più fiducia in me. Nonostante ciò, tenterò di raccontarti tutto in questa lettera e spero che al termine di essa almeno una piccola parte di te riuscirà a perdonarmi...
Premetto che, per poter spiegare a fondo quello che credi di aver visto sabato mattina a casa mia, dovrò fare un bizzarro salto nel tempo. Per cui ti invito ad armarti di pazienza e di seguire attentamente gli eventi che sto per riportare su questo pezzo di carta.Cominciò tutto con la nota esplosione che accadde a Detroit nel 1991, la stessa che causò la morte di trentacinque agenti dell'FBI. Gli agenti stavano dando la caccia ad un criminale pericoloso, un gangster potente, ricco e, di conseguenza, con orecchie ovunque. Tant'è che le ricerche dei federali inducono a credere che lui abbia corrotto uno degli agenti incaricati del suo arresto e che, per questo, era al corrente del loro attacco che, invece, avrebbe dovuto essere inaspettato. Il gangster era ed è tuttora conosciuto come Nevarra. C'erano stati diversi altri tentativi falliti di incastrarlo prima d'allora, ma quello fu l'evento che fece capire ai federali con chi avevano veramente a che fare. Lo avevano sottovalutato e ne avevano pagato il prezzo. Dopo l'incidente divenne chiaro che, per mettergli il piede in rete, ci avrebbe voluto molto più di un semplice piano. In quello stesso anno il comandante dell'FBI selezionò una squadra composta da sette agenti segreti che, con la collaborazione della CIA, realizzarono un piano B. Il piano richiedeva la collaborazione di un secondo gangster, uno abbastanza noto e potente da poter suscitare l'interessa di Nevarra. I federali scelsero un uomo che era stato arrestato nel 1989 e che era condannato all'ergastolo. Questi era sposato con una donna con cui era stato fin dall'età adolescenziale e con ella ebbe un figlio che nacque lo stesso giorno in cui lui ricevette la condanna. La moglie non lo abbandonò e continuò a visitarlo ossequiosamente ogni settimana. Lui cercò di convincerla a proseguire la sua vita senza di lui, in quanto gli era chiaro che non avrebbe mai più lasciato le sbarre. Ma lei non ne volle sapere. Continuò a visitarlo insieme al bambino e, brevemente dopo una visita coniugale nello stesso anno della strage di Detroit , il prigioniero scoprì che sua moglie era di nuovo incinta. Quell'uomo era Hunter Donovan, mio padre. Ed era il criminale perfetto per loro: aveva una famiglia e molti nemici da cui non la poteva proteggere da dietro le sbarre. Avrebbe fatto di tutto per la sua libertà.
Infatti, quando i federali gli proposero il patto, lui accettò senza esitare. Firmarono dunque un contratto: a mio padre fu promesso che, al termine della missione, lui e la sua famiglia avrebbero avuto nuove identità, un conto bancario colmo e una nuova sistemazione in Inghilterra.
STAI LEGGENDO
Bulletproof Hearts
Teen FictionLayla, una giovane mamma single, lotta per garantire un futuro migliore al proprio figlio in una delle zone più pericolose di Chicago:la West Side. Sembra tutto procedere con normalità, fino a quando Tom-suo fratello- accetta di stipulare affa...