Capitolo 31

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"Adriana!" Cole la richiamò con furia facendosi spazio fra la folla per raggiungerla.
Individuò la sua sagoma uscire dalla porta di emergenza; la seguì a passo svelto e spalancò la porta per poi trovarsi in un lungo e deserto corridoio dalle pareti grigie  in fondo al quale si stagliava la figura di Adriana in corsa.
"Dannazione! Fermati!" Ruggì Cole mettendosi a correre per qualche secondo prima di afferrare il suo braccio e costringerla a voltarsi verso di lui. Fu sorpreso di vedere lacrime scure colare sulle sue guance arrossate; un singhiozzo disperato uscì dalla sua bocca e Cole si pentì immediatamente di qualsiasi cosa avesse detto per farla piangere.
"Cosa avrebbe dovuto dirmi Dom?" La supplicò Cole con disperazione. Lei singhiozzò di nuovo e con tutta la sua forza liberò il proprio braccio dalla stretta dell'uomo di fronte a lei. Si pulì furiosamente le guance e fece un passo indietro per allontanarsi da lui; questa volta Cole la fermò posando le mani sui suoi fianchi e la attirò dolcemente a lui.
"Dicame la verdad princesa," sussurrò Cole sfiorando una ciocca bionda prima di spostarla dietro all'orecchio ed impiantare un bacio soffice sulla sua fronte.
"Oh Cole...se solo non avessi creduto alle mie parole...En todo ese tiempo, nunca he dejado de quererte...non c'è stato neanche un secondo in cui non ti abbia amato...." farfugliò Adriana con la testa piegata leggermente indietro per poterlo guardare nel profondo degli occhi. Cole sussultò di fronte alle sue parole; come poteva fare una tale affermazione se era stata proprio lei a lasciarlo andare?
"Perché mi stai facendo questo Adriana? Perché vuoi farmi credere questo?"Si allontanò da lei e si prese il volto fra le mani confuso dalla sua confessione.
Adriana si approssimò a lui ed allontanò le sue mani dal viso per mostrargli uno sguardo pietoso.
"Dovevi lasciare Detroit! Era l'unico modo per farti stare lontano da mio padre!" Cole spalancò la bocca sconvolto dalla risposta; scosse la testa in segno di 'no'; non ci poteva credere. Non ci voleva credere.
"No...tu non puoi....tu non mi hai-tu non ci hai fatto questo..."
Lei scoppiò in lacrime. "Ero la ragione che ti tratteneva lì! Avrei preferito lasciarti andare vivo piuttosto che averti vicino morto!"
"Oh Dio...tutti questi anni...tutto questo tempo non ho fatto altro che disperarmi per capire cosa ci fosse di sbagliato in me...come hai potuto!"
"Volevo proteggerti!"
"Non spettava a te cazzo! Non era la tua fottuta decisione da fare!" Le urlò contro tirando un forte pugno alla parete a pochi centimetri dal suo viso; lei si voltò dalla parte opposta nascondendosi da lui. Cole afferrò il suo mento con forza e la costrinse a guardarlo: quando ella cercò di dimenarsi sotto di lui le inchiodò i polsi al muro e la schiacciò con il suo corpo. Un gemito rabbioso le scappò e in un arco di secondi allungò il collo e si fiondò su di lui senza alcuna grazia.
Cole rimase immobile; lei cercò di spingersi in avanti, ancora inchiodata al muro con le braccia sollevate sopra la testa. Morse il suo labbro con forza e gemette assetata dal suo sapore; "smettila di pensate y bésame...." lo supplicò provando a liberarsi senza successo. La forza mentale che aveva trattenuto Cole fino a quel momento scomparve e, prima di rendersene conto, lui stava divorando la sua bocca e spingendo i fianchi contro il suo addome. Quando le liberò i polsi lei salì subito in cerca dei suoi capelli per passarvi le dita in mezzo.
Lui posò la mano sulla sua schiena, la lasciò scivolare lungo la curva del sedere e afferrò i suoi glutei tonici provocando un sussulto da parte sua. Adriana si allontanò dalla sua bocca solo per strisciare le labbra lungo la sua mascella, poi sul suo collo lungo e spesso.
"Ayi papi...mi sei mancato così tanto..." mormorò succhiando la pelle sulle sue clavicole prima di tornare alle labbra.
sembrava tutto giusto: lei fra le sue braccia, il profumo sensuale e la sua bocca esotica su di lui, le sue mani nei suoi capelli e la sensazione del suo corpo premutogli contro.
E se non proprio giusto, sembrava normale. O almeno, così fu fino a quando Adriana fece scorrere la mano lungo i suoi addominali per sbottonare i suoi jeans e lo toccò nella parte che la desiderava più intensamente.
Cole tuttavia, sebbene la volesse fisicamente, provò una forte repulsione mentale di fronte all'atto. Cercò di chiudere gli occhi ed impedire ai pensieri di rovinare il momento, ma fu più forte di lui.
Non poté ignorare il fatto che la ragazza che stava baciando non fosse Layla Bell.

*

All'improvviso Cole si staccò da Adriana e fece talmente tanti passi indietro da toccare la parete opposta del corridoio.
"Non posso Adriana...cazzo..." Lei inalò respiri profondi e si passò la mano fra i capelli. "Perché no?"
Lui deglutì mandando giù il groppo in gola; come avrebbe preso la notizia?
"C'è...c'è una ragazza Adriana, non posso farle questo..."
"C-cosa? Hai una ragazza?" 
"Non è la mia ragazza. Ma-"
"Allora chi è?"
"È complicato..." Cole si grattò nervosamente la nuca. "È...uhm...è l'ex di Dom, in realtà..." spiegò per provare il suo punto.
"Ella es....Layla?"
Cole le mandò un'occhiata sospettosa.
"Come fai a conoscerla?"
"Me ne ha parlato Dom l'ultima volta che l'ho visto..."
"E quando sarebbe stato questo?"
"Tre mesi fa circa...mi ero appena trasferita qui e l'avevo incontrato in questo stesso locale...abbiamo chiacchierato e mi ha raccontato della ragazza che gli ha spezzato il cuore. Non mi ha detto però il perché...ora si spiegano molte cose..."
"Ovvero?"
"Niente. Stavo solo blaterando..."
Cole si guardò alle spalle velocemente e sospirò angosciato. "Devo andare adesso...è stato bello rivederti Adriana," confessò pur mantenendo le distanze. Un'espressione cupa si dipinse sul viso divino di Adriana mentre annuiva; Cole si sentì soffocare dalle diverse emozioni: voleva saldare Adriana fra le braccia e recuperare tutti gli anni trascorsi nel tormento della sua assenza. Non importa quanto profondo fosse diventato il legame fra lui e Layla-o qualunque altra eventuale donna-, nel suo cuore ci sarebbe sempre stata una piccola porzione riservata al suo primo amore; e ora che aveva scoperto la vera ragione per cui lei lo aveva abbandonato, avrebbe finalmente potuto conservato il ricordo di lei senza il rancore e i rimorsi di prima.
Avrebbe continuato a ricordare Adriana come la ragazza passionale ed eccezionale che era; la ragazza che al fine di proteggerlo aveva subito lo stesso dolore che aveva attraversato anche lui.
Cole si permise di avvicinarsi a lei un'ultima volta: prese il suo viso fra le grosse mani e asciugò le sue guance con i polsi. Lei singhiozzò alzando lo sguardo su di lui e poi disse, "oh Cole...sono proprio un casino, questo non è cambiato," abbassò lo sguardo e un sorriso triste nacque sulle sue labbra ancora gonfie dal bacio animalesco che avevano condiviso pochi minuti prima.
"Mírame princesa..." sussurrò lui sollevando il suo mento per incontrare i suoi occhi lucidi. "Eres perfecta...non c'è cosa di te che cambierei Adriana, nemmeno la tua testardaggine..." Il suo labbro tremò e lei scosse la testa; era sull'orlo di scoppiare in singhiozzi.
"Se solo....se solo ti avessi conosciuto in altre circostanze..." farfugliò lei con voce acuta e spezzata. "Se solo fossi venuta con te..." un singhiozzo si fece stretta dal suo petto e fu seguito da un secondo. Pose le mani sulle sue spalle ampie e affondò il viso nel suo petto. Prima d'allora non si era mai permessa di mostrare la sua sofferenza di fronte agli altri, specialmente di fronte a lui. La sua vulnerabilità lo aveva disarmato; vederla cadere a pezzi era più di quanto potesse sopportare. Cole sentì il groppo formarsi in gola. Non disse nulla; non c'erano parole sufficienti ad esprimere l'agonia che stava provando nel vederla ridotta in quel modo, per colpa sua.
Invece, circondò il suo corpo in un saldo abbraccio e le permise di sfogarsi sul suo petto.
"Grazie Cole, grazie di tutto..." 

*

Cole accompagnò Adriana all'uscita, dove la stava aspettando Pam, la quale alla fine si era rivelata essere la sua coinquilina.
Cole diede ad Adriana un ultimo abbraccio, le baciò la fronte e le promise che un giorno avrebbe incontrato la persona che meritava, che l'avrebbe resa felice; chiese poi a Pam di non lasciarla sola fino a quando sarebbero arrivate a casa e la ringraziò.
Quando salirono sul taxi Cole infilò le mani in tasca e aspettò che il veicolo scomparisse dal viale, poi si avviò per tornare dentro: c'era una persona a cui  doveva delle spiegazioni; e doveva parlarle prima che venisse a sapere del bacio in un altro modo.
Tuttavia, appena si voltò Cole rimase paralizzato nel trovare la figura di Layla ferma in piedi sulla soglia della porta; uno sguardo omicida dominava la sua espressione.
Forse spiegare la situazione sarebbe stato un pelo più difficile di quanto aveva sperato...

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