Capitolo 59

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"Per essere un genio sei un idiota incredibile," brontolò Dominic mentre cuciva il taglio sul suo sopracciglio. Cole digrignò i denti quando l'ago penetrò la sua pelle. La sua faccia doleva tutta, in particolare il naso appena aggiustato. Le sue costole erano distrutte e Il retro della sua tasta pulsava in modo lancinante. Era a pezzi. Non che non avesse previsto questa situazione nel momento in cui aveva attaccato il maledetto Rocky di Chicago. Ma lo avrebbe rifatto senza battere ciglio. "Ne è valsa la pena. Ho odiato quell'arrogante pezzo di merda dal momento in cui l'ho visto," biascicò nonostante l'atroce dolore alle mascelle.

"Hai messo sua sorella incinta! Come credevi che avrebbe reagito? Facendovi complimenti?"
"Se le avesse dato l'opportunità di parlare avrebbe saputo che non era colpa sua. Sono gli ansiolitici che prendeva ad aver annullato l'effetto della pillola." 
"Lo terrà?"
"Sai com'è fatta. Non abortirebbe neanche se la supplicassi."
"E tu gliel'hai chiesto?" Cole scosse la testa.
"Cosa pensi di fare?" Domandò suo fratello mentre disinfettava i diversi tagli che aprivano la superficie della sua pelle.
"Non lo so. Non ho molta scelta..."
"Coleman," sentenziò Dominic allontanandosi da lui per poterlo fissare negli occhi. "Layla ha attraversato molti problemi, non si merita di-"
"Calmati avvocato. Non sono io che l'ho lasciata."
"Cioè?" Cole serrò le mascelle e sfregò il palmo sulle nocche insanguinate. "Ho provato a convincerla a tornare insieme ma a quanto pare ho fatto troppi danni..."
"Wow...perché non me ne hai parlato prima?"
"Perché non sei la mia migliore amica," sbottò Cole, improvvisamente irritato dalle domande invadenti di Dominic.
"Dalle tempo. Sarà solo sovrastata dal-" Venne interrotto dal suono del campanello. Dom fece per andare ad aprire quando Cole afferrò il suo braccio e lo tirò indietro prima di mettersi a correre verso la porta. Lo sentì ridere alle spalle, ma a quel punto non gliene importava nulla. Era stanco di mascherare i suoi sentimenti per Layla. Ora che era tutto all'aperto non era più costretto a farlo. Poteva fissarla quanto voleva, starle vicino senza creare sospetti, parlarle liberamente, toccare il suo ventre e sentirlo crescere ogni volta di più contro il suo palmo. Erano le piccole e sole gioie in cui poteva sperare ormai.
Quando aprì la porta e la vide un sorriso si impossessò del suo viso. Sulle sue labbra c'era ancora il sangue con cui l'aveva macchiata quando l'aveva baciata di fronte a tutti.  Poteva ancora sentire il sapore della sua lingua in bocca e moriva dalla voglia di averne di più. Ma qualcosa nella sua espressione furiosa gli suggerì di togliersi in fretta l'idea dalla testa. "Coleman Donovan!" Gli puntò il dito contro.

"In persona," ironizzò lui , spalanco la porta per lasciarla entrare. Non appena fu dentro, alzò le braccia in aria e cominciò a colpire le sue braccia e il suo petto. con le sue piccole mani. "Che.Diavolo.Ti.Viene.In.Mente!" Sibilò fra un colpo e l'altro. "Prima provochi Tom, poi...poi mi baci di fronte a tutti loro! Hai perso la testa?"
"E' stato lui a provocarmi," la corresse Cole, prendendola delicatamente dalle braccia per calmarla.
"No!" Lo spinse via. "Quando smetterai di comportarti come un bambino? Non capisci quello che mi fa vederti perdere il controllo e comportarti come un pazzo? E' questo..." Layla si guardò alle spalle per assicurarsi che nessuno li sentisse. I suoi occhi erano bagnati dalle lacrime quando, a basso tono, gli chiese, "...è questo che insegnerai a tuo figlio?" Le parole penetrarono il suo petto come una pugnalata. Prima di pensarci due volte sbottò in risposta, "se non glielo insegno io lo farà tuo fratello per me." Layla serrò le labbra, per niente stupita dalla sua aspra replica.
"Volevo..." fece un passo indietro. "Io stasera volevo solo i miei dannati burritos..." scoppiò in lacrime, gli diede le spalle e uscì di corsa disperdendosi nella nebbia fitta. Cole sbuffò imprecando contro se stesso per aver sputato veleno ancora e, senza perdere ulteriore tempo, la rincorse sulla neve. Afferrò il suo corpo da dietro, avvinghiando le proprie braccia attorno a lei. Non lo combatté, ma pianse abbandonandosi in avanti. Cole la accolse contro il suo petto e la cullò contro sé. "Mi dispiace, mi dispiace," ripeté emanando nuvole di vapore con il suo respiro. Baciò la sua testa, la sua nuca, il suo collo, la sua guancia.

"Tutto il mondo è contro di noi...e tu...tu..."
"Lo so, lo so...mi dispiace piccola, prometto che migliorerò. Ci proverò stavolta, te lo prometto..."  Al di sopra del cielo scuro si intravedeva il chiarore di luna, un argento vivido  e elettrico che si diluiva ogniqualvolta una nuvola nera era di passaggio. "Torniamo dentro, fa freddo...andrà tutto bene," sussurrò nel suo orecchio.

"Mi devi lasciare andare Cole...non finirà bene per nessuno dei due...."
"Non posso."
"Cole..."
"Torniamo dentro." Prese la sua mano e la condusse dentro casa. Lei si lasciò trascinare senza obiettare.
La accompagnò in cucina, dove trovarono Dom alla ricerca delle chiave del suo suv. Li trovò sul bancone e li afferrò in fretta. Sorrise a Layla e strofinò la sua schiena. "Non ti preoccupare, è normale che abbia reagito così. Ti vuole solo proteggere," la consolò mentre Cole riempiva una pentola d'acqua per prepararle la cena. Layla annuì vagamente. Sospirò, stese i gomiti sul tavolo e vi riposò sopra la testa. Aveva un'aria distrutta, assente.
"Cole, starò da Kris stanotte. Confido che tu ti prenda cura della nostra ospite," disse accarezzando la spalla di Layla. Cole fissò la sua mano come se stesse provando a darle fuoco con il contatto visivo. Mia, pensò l'animale primitivo dentro di lui. La gelosia era una cosa che non poteva sopprimere. Era più forte di lui. Tuttavia, quando notò che Layla lo stava studiando in attesa di una sua seconda esplosione, si impose di guardare altrove. "Giuro su nostra madre Cole, se ti ricacci nei guai-"
"Starò qui con lei," lo rassicurò Cole, impaziente di rimanere da solo con Layla.
"Starai bene qui?" Chiese Dom, chinando il dorso in avanti per guardarla negli occhi. Lei annuì e lo ringraziò con voce esile e stanca. Dominic strofinò i suoi capelli e vi piazzò un bacio furtivo prima di lasciarli soli. Cole mandò giù l'amaro gusto della gelosia e mise l'acqua a bollire sul fornello acceso.  Dopodiché occupò la sedia accanto a quella di Layla e, imitando la sua posa, stese  un gomito sul tavolo e ci riposò sopra la testa, in modo da non vedere altro che il suo viso . Infilò l'altra mano fra i suoi capelli e li accarezzò con un ritmo lento e soave. Nel frattempo si disperse nei suoi occhi scuri e tristi.

"Dio...sei così bella Layla," sussurrò. "Sei perfetta. Tutto di te è perfetto," si avvicinò di più. "E' così terribile il fatto che ti voglia tutta per me?"  C'era poca distanza fra i loro visi adesso. "E' peccaminoso amarti così tanto?" L'unico segno di risposta che ricevette fu una lacrima silenzia che percorse sinuosamente la sua guancia. Il suo volto era posseduto da una familiare espressione. Una persa e languida, la stessa che l'aveva accompagnata nel corso di tutta la primavera precedente. Un nodo si formò nello stomaco di Cole per la frustrazione di non poter fare nulla per toglierla dalla nube malinconica che la avvolgeva.  Portò la sua mano ancora sporca di sangue su quella piccola e liscia di lei e gliela la strinse. "Torna da me Layla Bell," sussurrò vicino al suo viso. "Segui la mia voce, sono qui," la guidò scostando i capelli via dalla sua fronte.
"Cole," bisbigliò il suo nome come se lui non fosse lì vicino. "Sono qui, vieni da me," strofinò la sua guancia. "Avanti piccola, sono qui," la incoraggiò. Layla si accigliò, poi scrutinò il suo viso come se non l'avesse fissato da minuti. "Cole," ripeté. Alzò il busto e analizzò con maggior attenzione il suo volto. Sollevò la mano e sfiorò lievemente il suo zigomo, poi le sue labbra, poi il suo sopracciglio. "Sei pieno di lividi..." lo informò.
"Sto bene," rispose  lui sincero. Il dolore fisico era l'ultima delle sue preoccupazioni in questo momento.
"Uhm...è tardi...devo...devo tornare a casa." Layla fece per alzarsi, ma Cole appoggiò la mano sulla sua coscia e le impedì di farlo. "Resta qui stanotte. " La persuase.  Layla valutò l'opzione. "Non credo sia una buona idea..."
"Dormirò nella stanza di Dom," si affrettò a dire lui. "Tu puoi dormire nella mia." Layla ci pensò ulteriormente. "D'accordo...ma resto perché non ho voglia di vedere quell'altro idiota," specificò. Un sorriso doloroso incurvò le labbra di Cole mentre tornava ai fornelli per versare gli spaghetti nell'acqua. Smise di sorridere quando, cogliendolo di sorpresa, Layla bisbigliò nel suo orecchio, "la prossima volta che mi baci perché ne hai voglia ti tiro un calcio nei testicoli."

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