Capitolo 47

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Decisi con l'aiuto di Cole che avrei giustificato lo stato in cui mi trovavo come il risultato di un incidente d'auto. Dunque quando telefonai a Patrick dovetti servirmi della medesima scusa per chiedere due giorni di riposo dal lavoro.
Lui suggerì che prendessi l'intera settimana, ma ciò avrebbe significato avere maggior tempo per pensare.
Ed io ero piuttosto stanca di pensare.

Quando la telefonata terminò feci uno sforzo per alzarmi dal letto e raggiungere Cole in cucina. Le mie gambe protestarono al contatto con il pavimento e dovetti presto reggermi al bordo del letto per combattere la vertigine parossistica che rese nero tutto ciò che mi stava davanti.
Scossi la testa e deglutii riprendendo lentamente controllo sul mio corpo.
Feci piccoli passi verso la porta, grugnando dal dolore alla costola , alla schiena e a ogni parte che era stata presa a calci la sera prima.
Un altro attacco d'ansia minacciò la mia coscienza, ma lottai per scacciare i ricordi e restare lucida.
Mi fermai in bagno a lavarmi i denti, evitando a tutti i costi il mio riflesso, poi attraversai faticosamente il corridoio per entrare in cucina.
"Buongiorno amore della mamma," dissi con il tono più entusiasmante che riuscii a produrre. Jamie distolse l'attenzione dalla sua ciotola di cereali e si girò verso di me. Aprì bocca per rispondere, ma la richiuse e aggrottò la fronte non appena ebbe occasione di vedere il mio volto. Una smorfia piena di orrore si dipinse sul suo viso angelico mentre continuava a fissarmi.
Guardai Cole in cerca d'aiuto, ma iniziai ad andare in panico quando notai che nemmeno lui sapeva come gestire la situazione.
"M-mamma?....non era solo un brutto sogno, non è così?" Farfugliò Jamie mollando la presa sul cucchiaio, lasciandolo così cadere sulla ciotola mentre i suoi teneri occhi verdi si riempivano di lacrime.
Guardai di nuovo Cole nella speranza che trovasse le parole giuste da dire al posto mio, poiché ero sicura che se io avessi aperto bocca sarei scoppiata a piangere e avrei rivelato a Jamie l'unica cosa che non avrebbe mai dovuto sapere.
Cole spense il fornello, facendo svanire la fiamma che dava vita al pancake sulla padella, poi mi rassicurò con uno sguardo e prese posto accanto a Jamie.
"Zio Cole....che cos'è successo alla mamma? Ieri...ieri stava urlando e...e...e mi ha ordinato di restare in camera...non capisco!" Jamie iniziò a piangere e si voltò verso di me in cerca di spiegazioni. Deglutii il groppo in gola e ruppi il contatto visivo per occupare la posizione di Cole davanti ai fornelli. Diedi nuovamente vita alla fiamma e girai il pancake sulla padella trattenendo le lacrime che minacciavano di scendere.
"Jamie, è stato un incubo. Non è successo nulla ieri," parlò Cole con un tono talmente deciso e rassicurante che pochi avrebbero dubitato della sua veridicità.
Jamie era uno dei pochi.
"No! Stai mentendo! Che cosa è successo alla mamma? Rispondimi mamma!" Ribatté Jamie, rabbioso come mai prima. Fremetti al suo cambio di tono, ma non gli risposi.
"Jamie, ascoltami," ordinò Cole mettendo in gioco la sua versione agghiacciante per intimidire mio figlio.
"Hai avuto un incubo la notte scorse e ti sei svegliato quando tua madre ha fatto cadere accidentalmente delle pentole per terra."
"No...non è andata così...c'era qualcuno e le stava facendo del male...guarda il suo viso, è stato lui a farle questo. Non è così mamma? Mamma!"
Mi morsi l'interno delle guance per soffocare il suono del dolore che logorava il mio petto. Posai il pancake su un piatto poi versai dell'altro impasto liquido sulla padella per cucinarne un altro.
"Rilassati Jamie. Ti spiegherò cos'è successo, ma devi stare tranquillo. Puoi fare questo per me?"
"Okay..." Balbettò Jamie cessando il pianto senza però riuscire a controllare i piccoli singhiozzi che uscivano di tanto in tanto.
"Ieri Layla si è svegliata perché ti stavi agitando nel sonno ed è corsa in cucina a prenderti l'acqua. Ma lei stessa era ancora mezza addormentata e per questo quando ha aperto il pensile sbagliato e le si sono cadute addosso tutte le pentole che erano lì.
Il rumore ti ha svegliato e Layla ha iniziato a piangere perché si era fatta male. Ti ha chiesto di stare in camera perché si era ferita e non voleva che la vedessi stare male. Così mi ha chiamato e l'ho aiutata a rimettere tutto a posto e a disinfettare le ferite sul suo viso...." Quando Cole finì la sua versione fasulla dei fatti, io stessa esitai a credere che era una versione mistificatrice.
Non rimasi per cui sorpresa quando Jamie valutò il suo racconto e lo prese in considerazione.
"Ma...c'era qualcuno...ricordo che c'era qualcuno..." Rispose, decisamente meno convinto di prima.
"Devi aver scambiato l'incubo con la realtà allora. Perché ti assicuro che a parte me e tua madre nessuno è entrato in casa."
Posai il secondo pancake sopra il primo e iniziai il terzo.
Jamie rimase in silenzio e Cole si alzò in piedi e si mise dietro di me. Rabbrividii quando poggiò la sua mano sulla mia attorno all'impugnatura della padella e si chinò su di me per sussurrare nel mio orecchio, "siediti con lui e conferma le mie parole. Non piangere o capirà che ho mentito."
Annuii leggermente e mollai la presa sulla padella, improvvisamente intimidita dalla sua grossa mano attorno alla mia. Cole percepì il mio imbarazzo e fece un passo indietro, cosicché io potessi raggiungere Jamie al tavolo.
Forzai un sorriso e indossai una maschera spensierata quando lo guardai di nuovo negli occhi.
"Mi dispiace averti spaventato tesoro. Ma ora sto bene, guarirò presto. Però  promettimi che non ci penserai più, d'accordo?" Chiesi racchiudendo le sue piccole mani fra le mie. I suoi occhi sembravano ancora confusi e esitanti mentre scrutinavano il mio viso. Capii che era ancora indeciso se credere a Cole o insistere sul fatto che la versione che si ricordava non era un semplice incubo.
Strinsi le sue mani con più forza e lo supplicai con lo sguardo a credere alla bugia che avrebbe recato meno danni ad entrambi. E Jamie, essendo il figlio comprensivo e brillante che era sempre stato, non esitò più ad assecondare la mia bugia.
Abbassò lo sguardo e guardò le mie mani attorno alle sue prima di accennare ad un debole 'sì' con la testa.

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