Capitolo 20

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Come aveva previsto Dominic, un paio di giorni dopo la sua partenza anche Rick e Tom dovettero lasciare la città per occuparsi degli affari di Nevarra a Detroit.
Cole detestava dover seguire gli ordini di qualcun'altro, specialmente quelli dell'uomo che aveva ammazzato suo padre.
Tuttavia quella era la condizione per realizzare il piano che lui e suo fratello avevano escogitato : avrebbero ottenuto la fiducia di Nevarra, poi lo avrebbero annientato una volta per tutte.....Cole ormai viveva solo per poter vedere il suo nuovo socio crollare insieme a tutto ciò che aveva costruito nel corso della sua vita.
Un ghigno incurvò le sue labbra all'idea mentre spegneva il motore dell'auto prima di scendere dal veicolo. Il suo udito venne subito invaso da un insieme di rumori che lo fecero rabbrividire per un istante. Riconobbe il fruscio degli alberi, il soffiare del vento e i motori delle automobili che facevano da sfondo alle voci delle persone che circolavano lungo il viale. Trasse un profondo respiro e attraversò la strada a passo svelto prima di trovarsi di fronte all'Elisir. Afferrò la maniglia e spinse la porta entrandovi dentro.

Poche persone popolavano il bar alle otto del mattino. Due signori anziani sedevano in fondo e sfogliavano i loro giornali commentando le notizie che leggevano; una donna beveva il suo caffè al tavolo vicino all'ingresso e un uomo sui trent'anni sedeva nel posto in cui si erano seduti Cole e Dom l'ultima volta che erano stati lì insieme.
Cole si diresse verso il bancone e si sedette sopra una delle sedie alte messe in fila davanti ad esso. Allungò il collo in avanti e sbirciando individuò il corpo della barista.
Layla Bell strofinava con un panno i bordi della macchina da caffè in attesa che questa riempisse la tazza che giaceva sul piano di appoggio.
I capelli neri erano raccolti in una lunga coda e ricadevano ondulati sulla schiena; una canottiera bianca lasciava scoperte le sue spalle e rivelava appena le curve del seno; il viso era privo di prodotti cosmetici e lo sguardo scuro perso nel vuoto le attribuiva un'espressione malinconica.
Quando l'erogatore versò l'ultima goccia di caffè lei scosse il capo e riportò la sua attenzione al suo lavoro. Prese poi la tazzina e la poggiò su un piattino bianco prima di posarla sul bancone.
"Buongiorno. Cosa desidera?" Parlò accorgendosi della presenza di un nuovo cliente senza ancora sapere di chi si trattava.
"Ciao, Layla," rispose Cole in tono rilassato continuando ad osservare la barista che , riconoscendo la sua voce, alzò lo sguardo rimanendo impietrita. Cole sforzò un sorriso e appoggiò gli avambracci sul legno fresco del bancone senza distaccare i suoi occhi da lei.
"Uhm...ciao Cole..." disse lei chiaramente confusa dalla sua improvvisa apparizione.
Cole non aveva più messo piede in quel bar da quando gli aveva versato addosso il caffè. Si ricordò ciò che era accaduto dopo quell'episodio e , dal rossore che si era espanso sulle guance di Layla, capì che pure lei pensava alla stessa cosa.
"Torno subito," si scusò prima di venire fuori dal bancone ed avvicinarsi a lui. Il suo fianco sfiorò la gamba di Cole mentre sollevava la tazza per portarla all'uomo seduto in fondo; Cole la seguì con lo sguardo e i suoi occhi scivolarono involontariamente lungo il suo corpo. I leggins stringevano le curve delle cosce e dei glutei voluminosi, il che aveva attirato anche gli sguardi dei due ragazzi che erano appena entrati nel bar. Cole sentì una bizzarra irritazione impossessarsi del suo corpo, ma la ignorò.

"Che posso fare per te Cole?" Domandò lei appena tornò. Lui ci mise qualche secondo a rispondere, non sapendo se la sua domanda fosse riferita al cibo o se fosse più generica. Decise di interpretarla come la prima.
"Un espresso e una croissant, per favore." Lei aprì bocca per replicare ma optò per il silenzio limitandosi a sospirare prima di cominciar a preparare il suo caffè.

"La croissant al cioccolato, giusto?" Domandò. Lui annuì e lei gliene pose una davanti.
"Uhm...come stai?" Chiese lui sentendosi in dovere di iniziare una conversazione.
"A parte il fatto che il vostro nuovo amico si è preso quasi tutte le persone a cui voglio bene....non c'è male..." rispose ironica stringendo con forza i bordi del bancone. "Tu come te la cavi?"
Cole bevve un sorso del suo caffè. "Come sempre...direi..." disse poi nervosamente.
"Ovvero?" insistette Layla e lui divenne immediatamente nervoso. Di solito le persone si accontentavano delle risposte vaghe e fatte; apparentemente Layla Bell era una delle poche persone a cui interessava ancora sentire la risposta a quella domanda ormai scontata.
Cole cambiò posizione sulla sedia e guardò altrove scorrendo le dita sui capelli rasati. Non gli piaceva parlare di se stesso, ma allo stesso tempo non voleva essere scortese.
"Bel taglio, comunque..." commentò la barista capendo di averlo messo in difficoltà e lui gliene fu grato.
"Grazie, Layla Bell."
"Prego, Coleman Donovan," rispose lei imitando il suo tono serio prima di lasciarsi scappare un sorriso. Il viso di Cole si rilassò, ma non aggiunse altro.

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