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CAMERON

Non appena apro gli occhi, stralci di ieri sera iniziano a invadere la mia mente, facendomi d'istinto gettare il viso tra i cuscini, nel disperato tentativo di scacciare quei ricordi orribili.

La serata è stata a dir poco perfetta, tra amici, cibo e il karaoke finale con la bionda. Insomma, il clima perfetto per accogliere il nuovo anno come si deve.
Se non fosse per l'ultima parte, quando quell'idiota ha rincorso la mia bionda che correva su per le scale e io ho avuto la geniale idea di seguirli.

Non lo avessi mai fatto...

Non appena avevamo finito di cantare, ero rimasto immobile per qualche secondo, troppo incredulo per l'insieme di emozioni che ancora una volta quell'uragano di ragazza era riuscita a farmi provare, nonostante fossero passati parecchi mesi dall'ultima volta in cui eravamo stati così vicini, e non intendo soltanto dal punto di vista della posizione dei nostri corpi. Intendo anche e specialmente emotivamente, dato che quella canzone è riuscita a esprimere meglio di noi diretti interessati, ciò che un tempo eravamo e ancora potremmo essere.

Ed è anche a causa di quel testo, di quelle emozioni e di quella situazione, che non sono corso subito dietro di lei, ma ho impiegato qualche secondo di troppo, che quello ha molto intelligentemente sfruttato per guadagnare vantaggio, proprio come in una vera gara. Anche se ha sempre sostenuto, perlomeno da quello che lei ha fatto capire, di esserle soltanto amico, io non ci ho mai veramente creduto, perchè per quanto io possa essere un vero idiota quando mi ci metto, ci vedo ancora perfettamente e non mi sono affatto sfuggiti gli sguardi di intesa che si lanciavano di tanto in tanto.
E il mio istinto mi ha dato ragione ancora una volta, perchè, nel momento in cui ho poggiato il piede sull'ultimo scalino, ho visto lei in lacrime, esattamente di fronte a lui e grazie alla mia posizione, abbastanza riparato grazie alla colonna in legno, ma sufficientemente vicino ai due, ho potuto chiaramente sentire ogni singola parola di ciò che lei gli diceva, per non parlare poi della risposta del moro.

Mi hanno sempre insegnato che tra le cose sbagliate, tra quelle da non fare proprio perchè rappresenta una violazione della privacy altrui, è ascoltare le conversazioni in cui sono coinvolti altri soggetti.
E io non lo avrei fatto, se al loro posto ci fosse stato un qualunque altro individuo, ma dato che si trattava di lei, di lei che parlava con un soggetto potenzialmente pericoloso per noi, non sono riuscito ad allontanarmi.
Nonostante sapessi benissimo di sbagliare, la mia curiosità ha avuto la meglio, ancora una volta.
Ogni parola, ogni lacrima, ogni singhiozzo che percepivo, era paragonabile a un pugno ben assestato contro il mio corpo.
Non troppo forte da fare davvero male, ma ben piazzato e capace di stordire ogni punto colpito, con il risultato che, non appena lui l'ha abbracciata, ho iniziato a tremare come una foglia, perchè per quanto la situazione in se mi ferisse, l'avevo provocata io, perlomeno indirettamente e non c'è cosa più frustrante che essere la causa del proprio malessere. Perché se soffri per qualcosa che viene causato da un soggetto diverso da te, puoi indirizzare la tua rabbia e la tua frustrazione contro quel qualcuno, ma se a provocare la situazione sei stato tu, fa male il doppio.

Da una parte perché insultare se stessi appara quasi un controsenso, dato che normalmente uno dovrebbe cercare di agire in maniera intelligente e in modo di ottenere qualche vantaggio, dall'altro perché, nel momento in cui vedi il fallimento, inizi a pensare a mille possibili scenari differenti che avresti potuto mettere in scena, se solo avessi agito meglio.
E quando inizi con i se, e' davvero la fine.

Non so bene come, ma dopo quell'attimo in cui mi sono ritrovato a spiare Lily e Nick, sono riuscito a tornare giù dagli altri giusto un attimo prima che tornassero di nuovo al pian terreno, trovando poi la forza di non far trasparire nulla di ciò che sentivo a nessuno del gruppo.
Ho mantenuto un'espressione neutra fino a che gli ospiti non se ne sono andati perchè Will stava troppo male, nonostante dentro mi sentissi morire.
Non ho urlato, non ho fatto espressioni che avrebbero potuto tradirmi e cosa più importante, sono riuscito ad augurare la buona notte a lei in maniera quasi normale, nel senso che ho leggermente tentennato nel momento in cui le ho dato un bacio sulla guancia, ma penso sia normale.
Insomma, avevo appena sentito con le mie orecchie la sua confessione sul fatto che lei e l'idiota si erano baciati, quindi un leggero tremolio mi sembra più che lecito.
Fatto sta che dopo quel piccolo inconveniente, sono andato a letto, finendo per dormire poche, pochissime ore, per poi ritrovarmi i sogni popolati da bionde in lacrime e cuori pulsanti divisi a metà.
E meno male che avevo bevuto solo qualche bicchiere di champagne durante i brindisi.

All I want is you ( SEQUEL DI I HATE YOU, CAMERON DALLAS) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora