All I want is you ( SEQUEL DI I HATE YOU, CAMERON DALLAS)

49.

LILY

Quando apro gli occhi, so con assoluta certezza che questa giornata non la dimenticherò tanto facilmente.
C'è chi ha talento nel cantare, chi nel cucinare e chi invece eccelle negli sport.
E poi ci sono io che mi divido tra l'essere la regina delle figuracce e dei peggio voli, per non parlare poi del fatto che ho un radar a dire poco infallibile quando si tratta di scorgere all'orizzonte i casini.
Casini di ogni tipo, giusto per non discriminare nessuna categoria dei suddetti.

Sento, con ogni fibra del mio essere, che oggi sarà una giornata indimenticabile, se in maniera positiva o negativa, ancora non lo so. Se volessi essere positiva, direi grandiosa, perché starò con i miei amici a festeggiare, in montagna e con la neve, per non parlare poi dell'ottimo cibo che ordineremo e delle scorte di dolci.
Ma dato che una parte della serata è stata organizzata da Taylor, ci sarà da bere e convivranno nella medesima casa Cameron Dallas e Nicholas Robinson, sono molto più propensa a optare per la seconda visione.

E come se non bastasse, mi chiamo Lily James.

Decido quindi di rimanere a letto ancora per qualche minuto, godendomi semplicemente il fatto che ho la posizione perfetta e la giusta temperatura sotto le coperte, quindi la voglia di alzarmi e interrompere così tutto ciò, rasenta lo zero.
Ma evidentemente l'universo la pensa in modo diverso, perché il mio cellulare, molto intelligentemente riposto sul comodino accanto a me, si illumina brevemente, avvertendomi così dell'arrivo di un messaggio.
Mi sposto leggermente, giusto per afferrarlo e leggere di che si tratta, quando mi accorgo del nome del mittente e del contenuto a dire poco esilarante, scoppiando poi a ridere.

Potrei, ipoteticamente parlando, aver deciso di preparare dei muffin per colazione e sempre ipoteticamente parlando, aver accidentalmente rovesciato una parte dell'impasto necessario. Dato che molto probabilmente sarai già sveglia, non è che verresti giù ad aiutarmi? Xoxo S.

Mi volto leggermente verso la mia attuale coinquilina, nonché ragazza di quel pasticcione di Shawn e mi ritrovo ancora a sorridere, perché guardarla dormire e' qualcosa di estremamente tenero e rilassante.
Nonostante sia dormendo praticamente appicciata a uno dei mille cuscini di questo letto, non la smette un attimo di sorridere, come se fosse felice anche nei sogni e in un certo senso, la capisco, perché da quando ha chiarito con Shawn, sprizza gioia e amore per il mondo da tutti i pori. Poi ci sono io, che se riesco a passare una notte tranquilla, perlomeno senza uno dei miei sogni assurdi, mi ritengo più che soddisfatta.

Ma dettagli.

Alla fine riesco ad alzarmi senza fare troppo casino, afferrando poi un vecchio maglione lungo e ormai rovinato a causa dei troppi lavaggi, che ormai uso come se fosse una sorta di vestaglia e infilando poi le mie immancabili ciabatte.
Esco dalla mia stanza socchiudendo piano la porta e andando un attimo in bagno per darmi una rapida sistema e finalmente raggiungo il mio amico in cucina.
Chissà che magari non riesco anche a ottenere uno dei suoi magici consigli, anche se questo significherebbe ammettere ad alta voce ciò che mi frulla per la testa e sono riuscita a combinare, quindi forse non è un'idea così ottima e intelligente come mi era parsa all'inizio.

Mannaggia.

Un passo alla volta e arrivo in cucina, o meglio, al campo di battaglia che Shawn è riuscito a creare con pochi ma semplici gesti.
E anche in questo caso, non posso fare a meno di scoppiare a ridere dinanzi alla scena che mi si presenta di fronte agli occhi.
L'intero piano di lavoro e' totalmente ricoperto da farina, latte e una sostanza strana che deduco essere cioccolato, mentre il mio amico ha macchie di impasto praticamente ovunque, dal naso alle guance, fino ad arrivare alla maglietta del suo pigiama.
Ma quello che mi fa più ridere non è tanto la scena in se, quanto la sua espressione, come se fosse un piccolo e assai tenero bimbo sperduto.