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"Fermati qui" dico a Fede quando arriva all'angolo di casa mia.
Lui non mi risponde, si limita solo a schiacciare il freno. Apro la portiera e lui accenna un saluto con il capo. Lo ignoro e mi avvio a casa. Sono le undici meno dieci e i miei dormono. Salgo in camera, mi tolgo le scarpe, il vestito e affondo la faccia nel cuscino. Non mi viene da piangere come credevo, ma sento un vuoto dentro di me. Ripenso a lui che bacia la strana bionda, al suo sguardo quando mi vede arrivare con Adam... Io non lo conosco davvero come credevo. Ma poi perché proprio io? Cosa gli ho fatto?

Ti ricordo che quando l'hai incontrato gli hai rovescito sulla maglietta un cappuccino
Ah ma esisti ancora? Comunque pensavo fosse acqua passata
Ti sbagli

Ripenso a quando l'ho conosciuto, alla cena con i nostri genitori, al suo carattere intrigante e maledetttamente misterioso e fra questi ricordi mi addormento.

Il suono della sveglia mi risveglia dai miei sogni. Accendo il telefono e scendo a fare colazione.
"Ciao mamma" dico prendendo una tazza
"Ciao. Ieri tutto bene?" mi chiede passandomi i biscotti
"Si. Ci siamo divertite. Dovresti conoscere i suoi genitori. Sono simpatici" invento su due piedi
"Sono felice per te"
La conversazione si interrompe quando arriva mio padre.
"Passami un biscotto" mi ordina entrando in cucina
"Buongiorno anche a te" gli dico, ma lui mi ignora.
"Ieri sei tornata a casa alle undici meno dieci. Per lo meno in questo mi ascolti"
Non ci credo, controlla perfettamente l'orario in cui torno, pazzesco! Odio il suo voler tenermi sotto controllo costantemente. È opprimente.
Mi alzo dalla comoda sedia e salgo in camera a cambiarmi. Faccio una doccia veloce, mi metto una maglietta grigia e mi infilo i jeans, le vans e mi avvio a scuola. Spero vivamente di non incontrare Federico...
Arrivo davanti all'Istituto e vedo Christy che mi corre incontro.
"Ehi! Com'è andata?" le chiedo abbracciandola
"Bene, bene! I dettagli te li racconto un'alta volta... So che con Fede... Insomma hai capito... "
"Tranquilla è tutto ok, in fondo era solo una stupida festa d'istituto... " dico poco convinta.
Mi abbraccia. Mi mancava ricevere un semplice gesto di affetto da un'amica.
La campanella suona e ci avviamo nelle nostre classi. Nell'ora di inglese mi siedo vicino a Benji e ne approfittiamo per parlare del suo appuntamento con Candy, ma nessuno dei due osa nominare la parola <Fede>. La lezione finisce e io vado nell'aula di storia sperando che Federico non si presenti, ma per mia sfortuna è già in classe. Sta facendo progressi per quanto riguarda la puntualità delle lezioni. Mi accomodo al mio banco e mi assicuro che lui si sieda il più lontano possibile da me. Il professore entra e per prima cosa ci comunica che le ultime due ore tutta la scuola, per motivi tecnici, uscirà prima. Dopodiché, inizia a spiegare gli Egizi e io prendo appunti. Devo ammettere che ogni tanto mi scappa l'occhio verso Federico. Tutte le volte che lo guardo lui sposta lo sguardo verso il basso e fa finta di osservare fuori dalla finestra.
A fine ora il professore decide le coppie per fare una ricerca sull'Egitto da consegnare dopodomani.
Dopo dieci coppie arriva il mio turno. "Gemma con Taylor" esclama lui.
Faccio un sospiro di sollievo.
Mi avvicino alla mia compagna e ci accordiamo per fare la ricerca.
"Possiamo vederci a casa mia dopo scuola" esclama lei con voce rauca.
Annuisco.
Mentre esco dalla classe vedo Fede che parla con il prefessore, ma impongo a me stessa di andarmene velocemente.

POV'S FEDE
Gemma deve essere a tutti i costi in coppia con me per fare quella dannata ricerca! E poi io non voglio stare con sto Gim... Come aveva detto di chiamarsi? Ma cosa me ne importa?! Io devo essere in coppia con lei! Ho deciso: convinco lo scemo, che ora si trova alla cattedra, con una scusa.
Wow! È la prima volta che parlo con un prof per chiedergli un favore e non per litigare. Questa ragazza mi sta facendo impazzire!
"Prof le devo parlare" dico andando alla cattedra, assicurandomi prima che Gemma se ne sia andata.
"Mi dica"
"Io non faccio la ricerca con quello" gli dico facendo cenno al tizio in coppia con me
"Ma ormai ho già formato le coppie e poi non puoi farla da solo"
"Senta uno: è un miracolo che stiamo parlando senza litigare e che io abbia voglia di fare una delle sue stupide ricerche e due: io la voglio fare con la signorina Evans" dico mantenendo la calma
"Ma lei non è speciale, ormai le coppie le ho formate"
"Io non sono speciale, ma le ricordo che sono il figlio del preside e che conosco il suo segreto"
"Va bene Rossi faccia la ricerca con chi le pare!" urla lo scemo.
Esco dall'aula soddisfatto e vado alla ricerca della compagna di Gemma. La trovo nell'aula di informatica. Apro la porta e mi dirigo verso di lei. Dovrei prima chiedere il permesso al pelato seduto alla cattedra? Ma no, io sono il figlio del preside.
"Facciamo cambio compagno per la ricerca. Io lavoro con Gemma" le dico. Tutta la classe la sta fissando...
"Come vuoi" dice intimorita dal mio sguardo.
Me ne vado vittorioso e raggiungo l'ufficio di mio padre. Entro assicurandomi che nessuno mi veda.
Ogni volta che vedo questa stanza mi convinco sempre più che il color grigio delle pareti non sia intonato alla scrivania rossa. Se la scelta fosse stata mia, avrei utilizzato dei colori più caldi ma mai nessuno mi ascolta.
"Papà voglio frequentare tutti i corsi della Evans" gli dico prima di lasciarmi cadere a peso morto sulla sedia
"E perché mai?"
"Lo voglio e basta. Tutti i corsi allo stesso orario!"
"Va bene, come vuoi"
"L'orario me lo dai a casa. Ora dove devo andare?"
"Religione al secondo piano"
"Religione?" dico ridendo "Non pensavo nemmeno si facesse. Solo lei poteva frequentare un corso del genere"
Infatti, come previsto, sono in pochi nell'aula. Quando entro lei mi squadra sbalordita e poi abbassa la testa.
"Mi sono spostato, seguirò questo corso" dico rivolto al prof
"Bene. Siediti laggiù" dice indicando il banco due file dietro a quello di Gemma.
Mi siedo.
Dopo venti minuti inizio ad annoiarmi.
Che palle! Sto uomo parla solo di carità e altre cazzate! È insopportabile!
Decido di prendere dall'astuccio del mio vicino di banco una penna e la lancio sulla schiena di Gemma. Lei si volta e io faccio finta di niente.
"La mia penna!" protesta il ragazzo vicino a me
"Cosa vuoi che me ne freghi" gli rispondo in malo modo.
Lui capisce e tace.
Dopo un'ora interminabile la lezione finisce, il barbuto e la classe se ne vanno e io rimango da solo con Gemma.
"Per oggi come rimaniamo d'accordo?"
"Come scusa?!"
"Per la ricerca"
"Che intendi?"
"Non lo sai? Il prof ha cambiato le coppie. Siamo insieme... C'è da fare la ricerca..."
"Impossibile! Smettila di raccontarmi frottole!"
Frottole. Rido dentro di me. Come fa a conoscere queste parole? Nemmeno mio nonno le usa.
"Sono serio. Le ha cambiate"
"Semmai tu le hai fatte cambiare"
"D'accordo. Come hai fatto a scoprirlo?"
"Me l'ha detto Taylor"
Sbuffo.
"Quindi a che ora?" chiedo speranzoso
"Alle quattro domani da me"
"Domani? Potremmo non finirla in un giorno... " le dico con sguardo provocante
"Va bene, oggi alle due"
Me ne vado un'altra volta soddisfatto.

POV'S GEMMA
Io non ho parole! È pazzo! Oggi pomeriggio vede che ramanzina! Ma chi si crede di essere?! Bacia un'altra e poi viene a cercarmi?!
Mentre penso a come andrà a finire oggi, sparecchio la tavola. Dopo venti minuti lui suona al citofono. Gli apro.
"Pronta? Sarà il pomeriggio più divertente della tua vita!"
"Uno: dobbiamo fare la ricerca e basta, due: io sono incazzata con te"
"Ancora? Per la bionda di ieri sera?"
"Si"
Si mette a ridere. Lo sapevo che non era un invito ufficiale. Noi non siamo mai stati niente.
"È stato solo un bacio... "
"Solo?"
"Dai te l'ho detto che io voglio te"
Mi fermo. Tutto si ferma. Me l'ha detto chiaro e tondo.
"Cosa ti prende? Te l'avevo detto anche ieri" dice avvicinandosi
"Si ma... Ieri... "
"Ok immagino ti aspettavi una dichiarazione formale, ma io sono fatto cosi"
Sono in estasi. E ora?
"Allora mi perdoni?" mi chiede abbracciandomi
"È successo tutto così in fretta. Insomma io non pensavo nemmeno di essere tua amica e ora tu mi dici questo"
"Hai presente la prima volta che ci siamo incontrati?"
"Si certo" dico ridacchiando
"Ecco. Mi sei piaciuta subito"
"Ma..."
Decido di non parlare. Le sue braccia sono forti intorno al mio corpo esile, i suoi addominali sono incollati alla mia maglietta.
Ci sciogliamo dall'abbraccio.
"Saliamo?" gli propongo
"Piano piccola. Una cosa per volta" mi dice con lo sguardo pervertito
"Non intendevo... Lascia stare"
Scoppia a ridere. La sua risata è bellissima. Mi prende per mano e saliamo in camera. Accendo il computer. Fede si guarda intorno.
Inizio a digitare le informazioni da cercare su google e prendo un libro di mia mamma sull'Egitto.
"Non mi fa incollare le foto su word" gli dico.
Lui si siede sul letto vicino a me.
"Devi fare così"
Lo osservo. Ha delle mani perfette.
"Capito?" mi chiede
Annuisco.
"Non hai paura che i tuoi tornino?" domanda
"No. Oggi stanno fuori fino a tardi. Come sempre praticamente"
Dopo un'ora abbiamo finito la ricerca. L'ho fatta praticamente tutta io. Lui si è limitato a scegliere le foto.
"Vado in bagno" gli dico uscendo dalla camera.
Quando torno ha in mano una cosa che non dovrebbe vedere.
"Quello no" gli dico
"Ormai l'ho già visto"
"Cazzo. Chissà cosa pensi ora di me" dico coprendomi il viso con le mani
"Non capisco perché in queste foto eri così solare, tutta vestita colorata. Prima, come in questa foto, avevi una camera azzurra e rosa, mentre ora è nera... "
"Ti prego dimentica quelle foto. L'anno scorso non sapevo chi fossi, venivo presa in giro per il mio carattere, per come mi vestivo. Capisco se ora non vuoi più parlarmi. Nessuno mi voleva nemmeno prima per cui basterà tornare a stare da sola"
"Scherzi?! Per cui tu non vuoi veramente essere così?"
"No, la vera me, odia il nero e non è scorbutica. Ama leggere e disegnare"
"Ti prego io voglio conoscere la vera Gemma"
"Ma non ti piacerà"
"Io scommetto di si"
Mi abbraccia soltanto e io scoppio a piangere. Non avevo mai raccontato di ciò a nessuno. Neanche ai miei genitori.
"Dai non piangere" esclama lui mentre mi stringe più forte a sè.
Un mio messaggio interrompe il momento. Fede me lo passa. È mia mamma.
"La riunione dei miei è saltata. Dieci minuti e arrivano" dichiaro io
Federico mi asciuga le lacrime.
"Me ne devo andare per il tuo bene, anche se non voglio lasciarti così ora"
Lo riabbraccio e poi lo accompagno all'uscita.
"Ah giusto per informazione ho cambiato tutti i miei corsi con quelli uguali a te" dice sorridendomi
"Spero tutti tranne ginnastica,vero?" chiedo io speranzosa
"Anche quella. Quando ce l'abbiamo?"
"Domani. Ma io non la faccio"
"Si invece. Voglio vederti correre" dice andandosene.
"E non alzare gli occhi al cielo" aggiunge poi
"Come fai a sapere che l'ho fatto?"
"Ti conosco. Ci avrei scommesso"
Chiudo la porta. Tutto questo non può essere davvero accaduto. Spero che domani non faccia finta di niente. Ho negato per quasi tre mesi il fatto che lui mi piacesse e tanto. Ma lui l'ha capito lo stesso...

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