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È l'una meno dieci. Sono alla lezione di matematica. Vicino a me c'è Federico che sta giocherellando con una matita e si diverte a dondolarsi sulla sedia, mentre io prendo gli appunti sul nuovo argomento che il prof sta spiegando. In realtà <prendere> è una grossa parola, visto che sto scrivendo un passaggio si e dieci no. Il motivo? Riesco solo a pensare alla cena di stasera. Non riesco a fare nulla di diverso. Sono agitata e ciò mi impedisce di rimanere concentrata.
"Posso cancellare?" domanda il professore alla classe.
Tutti annuiscono. Io guardo il mio foglio, sollevo la testa e osservo la lavagna. È completamente piena di scritte e numeri. Tanti numeri. Sul mio quaderno ce ne saranno massimo dieci e disordinati. Tento di copiare più cose possibili, prima che il cancellino faccia sparire tutto, ma invano. Quando tutto sparisce, mi rassegno e lancio la penna sul banco sbuffando.
"Che ti prende?" mi domanda Federico
"A me? Niente" rispondo sottovoce.
"Non ti credo" mi sussurra
"Ok. Sono in ansia per stasera"
"Ma no tranquilla. Qualsiasi cosa ci sono io a proteggerti"
"Lo so..." dico spostando lo sguardo altrove
"Bene. Ora vi consegno le verifiche corrette" dice il prof prendendo un pacco di fogli dalla sua borsa.
Inizia a chiamarci. Federico è uno dei primi. Ha preso nove e mezzo. Mica male...
Quando è il mio turno, prendo il mio compito col sorriso sulle labbra. Sono soddisfatta. Anche il prof mi sorride.
Poco dopo aver finito di consegnare i test, suona la campanella.
Mi alzo, raduno le mie cose e mi avvio all'uscita. Anche Fede fa la stessa cosa.
"Ragazzi posso parlarvi un secondo?" ci chiede il professore
"Certo" dico un po' preoccupata.
Lui aspetta che tutti gli altri siano usciti e poi inizia a parlare:"Volevo complimentarmi in primis con lei signorina Evans. È stata molto brava in questa prova. E poi volevo fare i complimenti a lei, Rossi. Ha fatto un ottimo lavoro. Sapevo che questa cosa avrebbe funzionato. Siete un'ottima squadra. Ho notato fin da subito che tra di voi c'era feeling"
Io e Federico ci guardiamo imbarazzati.
"Grazie mille" dico sorridendo all'uomo che ho davanti
"Si...grazie" dice a bassa voce Fede.
Il prof ci fa capire che possiamo andare e noi ci affrettiamo per raggiungere il portone di uscita.
"Ha ragione sai?"
Una voce molto familiare ci fa voltare. È Edward.
"Come scusa?" domanda Fede visibilmente confuso.
Siamo a due passi dall'uscita e, visto che ci troviamo in mezzo a un via vai di ragazzi, per parlare dobbiamo praticamente urlare.
"Il professore ha ragione. Sei stata brava. Volevo complimentarmi con te" risponde tranquillamente Edward, per niente intimorito dell'espressione minacciosa di Federico.
Deve aver sentito il nostro discorso col professore...
"Grazie mille, ma il merito è di Fede. Senza di lui non ce l'avrei mai fatta" dico
"Si, ma il compito l'hai fatto tu, non lui. Comunque ora vado, prima che il tuo ragazzo mi strangoli" ribadisce Edward e poi aggiunge:"Ah e qualche volta organizziamoci per uscire a vedere un film o a mangiare una pizza".
Io annuisco sorridendo e lui se ne va agitando la mano per salutarci.
"Lo detesto" borbotta Federico
"Ma smettila. È stato carino"
"Proprio per questo lo odio. È sempre così sorridente, positivo, troppo solare"
"Piantala" gli dico tirandogli una gomitata.
Lui mi sorride.
"Perché ti sta così simpatico?"
"Perché è stato carino fin da subito, a differenza tua" dico per provocarlo
"Intanto sei fidanzata con me e non con quello sgorbio" sottolinea lui.
Alzo gli occhi al cielo.
"Dai andiamo che oggi pomeriggio devo studiare per l'interrogazione di scienze umane e voglio dare il massimo" dico prendendolo per il polso
"Sempre a studiare tu eh" dice sotto voce Fede
"Scusami se voglio superare l'anno con dei bei voti" mi giustifico
"Ci sono strade molto più semplici per essere promossi"
"Te l'ho già detto che non voglio l'aiuto di tuo padre" dichiaro superando il cancello della scuola
"Va bene, va bene. Ti accompagno a casa" dice lui
"Si così ti lascio le cose della moto"
"Mia mamma ha già portato i tuoi vestiti a casa tua" mi avvisa
"Ma potevo venire a prenderli io" dico dispiaciuta dal fatto che Morena abbia dovuto fare tanta strada solo per me.
"Fa niente. Non ti avrei fatto fare la strada a piedi o in autobus"
"Va bene grazie" gli dico.
Lo prendo per mano fino a quando non arriviamo davanti a casa mia.
Apro il cancellino ed entriamo in casa. Salgo a prendere i vestiti della moto e le restituisco al legittimo proprietario.
"Ti passo a prendere stasera. Va bene?" mi domanda Fede
"Va bene. Ti scrivo quando sono pronta"
"Ok a dopo e buono studio" mi risponde baciandomi
"Grazie" dico quando le nostre labbra si staccano.
Ci salutiamo e io vado in cucina.
Preparo velocemente il pranzo e mangio mentre guardo un film in televisione. Alle tre e mezza salgo in camera e inizio a prendere il libro e il quaderno. Adoro scienze umane e spero davvero di riuscire a prendere un voto elevato in questa interrogazione, per riuscire a mantenere la mia media alta.
Dopo circa tre ore e mezza sono riuscita a interiorizzare tutti i concetti dei tre capitoli che dovevo studiare. Sono abbastanza soddisfatta. Spero solo di non dimenticare tutto domani. Questo voto vale il cinquanta per cento del voto finale.
La sveglia che avevo impostato per stabilire il tempo che avevo a disposizione per studiare, suona.
Mi alzo per spegnerla, chiudo il libro e metto via gli schemi. Mi dirigo in bagno e mi fiondo in doccia. Questa volta i capelli ho deciso di farli ondulati, così appena mi sono asciugata, inizio a sistemarmi i capelli, fino a quando non sono convinta al cento per cento del risultato. Infine metto la lacca. Una volta soddisfatta dei miei capelli, passo al look. Apro le ante dell'armadio e guardo i vestiti che Fede mi ha comprato. Ho deciso che da stasera ritornerò la Gemma di una volta. Decido di indossare una maglia bianca con una felpa abbastanza larga e corta rossa, un paio di jeans aderenti e i tacchi neri. Passo al trucco. Metto il correttore, un filo di mascara e per sentirmi più sicura di me stessa, il rossetto rosso. Infilo gli occhiali neri e mi guardo allo specchio. Sorrido. Si, decisamente questa versione di me si avvicina quasi totalmente alla versione di una me di qualche tempo fa. Sono davvero contenta. Prendo il telefono e, mentre preparo la borsetta e il giubbotto, scrivo a Fede che sono pronta.
Scendo e vedo mia mamma seduta sul divano con in mano una foto. Mi avvicino. La fotografia ritrae mia mamma e mio padre. Sono in riva al mare. Erano felici. Penso di non aver mai visto quella immagine. Mia mamma indossa un vestito lungo rosso e l'uomo che ha accanto ha una giacca nera e dei pantaloni anch'essi neri e la sta tenendo per i fianchi.
Mi siedo vicino a lei.
Lei si asciuga velocemente una lacrima che le sta rigando il volto.
Non so cosa dirle, per cui l'unica cosa che mi viene da fare è abbracciarla.
Anche a me manca mio papà in un certo senso, però non ha fatto altro che distruggerci. So che è dura, ma dobbiamo superare tutto questo. Dobbiamo essere forti e unite.
"Va bene. Vado a preparare la cena. Dal momento che stasera non ci sei, ho invitato qui Morena e Mirko. Non voglio che mi vedano in queste condizioni. Tu stai tranquilla. Divertiti a cena con Federico e fate i bravi" mi dice e, soffiandosi il naso, se ne va.
Poco dopo il suono del citofono mi distrae dai miei pensieri. Vado ad aprire e sulla soglia vedo Federico.
Indossa una camicia nera, i jeans e le sue all star nere.
"Wow. Sei bellissima" mi dice estasiato
"Grazie" sussurro diventando rossa
"Stai benissimo. Il rosso ti dona molto"
"Meglio così o in nero?"
"Rosso decisamente" mi risponde
"Devo ammettere che non mi sento molto a disagio. Mi sembra quasi di essere tornata a qualche anno fa..."
"Te l'avevo detto che ti saresti sentita bene"
"Già, hai ragione..." dico abbassando lo sguardo
"Cosa hai?" mi domanda notando la mia faccia
"Niente" dico chiudendo la porta di casa e salutando mia mamma.
Una volta arrivati alla macchina, Fede mi fa salire e poi mi dice:"Bene ora puoi dirmi che cosa è successo"
"Mia mamma è triste per mio papà. Sai non è facile superare tutto questo" sospiro
"Lo so che è un momento complicato, sia per te che per lei, ma un giorno passerà tutto e sarete felici più di prima"
"Lo spero..."
"Sarà così. Promesso" mi dice guardandomi fisso negli occhi.
Subito dopo mi allunga il suo mignolo. Io mi metto a ridere e stringo il mio dito attorno al suo.
"Sei il migliore" gli dico
"Lo so" mi risponde ridendo
"Modesto"
"Sempre"
Si avvicina e mi bacia.
"Dai ora andiamo se no facciamo tardi" gli dico e lui accende l'auto.
Fa partire il navigatore.
Quando arriviamo nel parcheggio ho le mani sudate e sono agitata.
"Sei in ansia?" mi chiede Fede
"No, ma va. È solo che sto pensando all'interrogazione di domani..."
"Ehi stai tranquilla. Andrà bene. Ci sono io" mi rassicura mettendomi due dita sotto il mento e alzandomi il viso.
Annuisco e entriamo nel ristorante.
"Buonasera abbiamo prenotato a nome Evans" esclamo
"Prego seguitemi" ci dice il cameriere.
Ci fa accomodare. Non c'è ancora nessuno.
Fede si mette vicino a me.
Dopo circa dieci minuti mi ritrovo davanti Kody, Tania e Steven.
"Ciao scusate il ritardo. Abbiamo sbagliato strada e ci siamo persi" dice Steven ridacchiando
"Tranquilli" dico.
Loro si siedono. Ci passiamo i menù e ordiniamo le pizze.
"Tutto bene?" ci domanda Tania
"Si, grazie" rispondo io, anche a nome di Federico.
"Siamo felici del fatto che tu abbia accettato il nostro invito" confessa Steven.
Sorrido a tutti.
"Ah e comunque ti donano proprio questi colori così allegri" mi dice Tania.
La ringrazio. Sono sicura che sta mentendo. È falsa.
L'unico che mi lascia un po' perplessa è Kody. Non ha aperto bocca da quando ci siamo visti. Si è solo limitato a fare un cenno di saluto col capo.
Arriva da mangiare.
"Ci terrei a sottolineare che, il fatto che Gemma sia a questa cena, non significa che vi abbia perdonati" sbotta Federico dal nulla.
Loro si scambiano delle occhiate.
Davvero si sono illusi che solo con una pizza e della coca cola possa scordare quello che mi hanno fatto?
"Fede ha ragione. In realtà ho ancora mille domande per la testa e vorrei scoprire le risposte" dico tagliando una fetta di pizza e mangiandola.
È davvero buona!
"Cosa vorresti capire?" mi domanda Tania
"Boh, per esempio mi piacerebbe sapere che cosa volete da me adesso" dico e, ripensando a tutto quello che ho passato, mi sta risalendo la rabbia
"Per quanto riguarda me, mi piacerebbe davvero tornare amiche perché ho capito il mio errore"
"Amiche? Sarà difficile"
"Ma non impossibile" mi risponde lei bevendo un sorso di birra
"Parlando sinceramente, mi avete fatta soffrire per tanto tempo, mi avete resa una persona triste, solitaria e che non riesce a fidarsi più di nessuno. Per colpa anche vostra, ho cambiato me stessa in peggio e non solo caratterialmente, ma anche fisicamente. Non indossavo più un vestito di un colore diverso dal nero da quando mi avete bullizzata. Si, perché è proprio quello che avete fatto. Non so davvero come i professori abbiano fatto a sottovalutare il problema" dico convinta delle mie parole
"Abbiamo avuto un comportamento meschino e non sappiamo davvero cosa fare per farci perdonare" dice Steven
"Steven tu hai tradito la mia fiducia maggiormente. Eri il mio ragazzo. Dicevi di amarmi e che non mi avresti mai abbandonata. Invece, mi hai venduta per quattro soldi. Hai raccontato tutto ciò che sapevi di me e quello che ti dicevo, anche le cose più intime. Sarà dura riuscire a perdonarti" sentenzio.
Steven non fa altro che abbassare la testa.
È rimasto il solito fifone dell'ultimo periodo.
Vedo Federico irrigidirsi e la sua vena del collo gonfiarsi.
"Tania" dico guardandola e lei mi fissa "eri la mia migliore amica. Mi sono sempre fidata ciecamente di te, ma evidentemente ho sbagliato. Capisco che tu potevi provare qualche sentimento diverso dall'amicizia, ma se mi amavi davvero non mi avresti trattata così. Sarebbe bastato parlare. È vero, non avrei ricambiato il tuo sentimento, ma non mi sembra una buona scusa per avermi maltrattata e avermi resa lo zimbello della scuola"
"Si, lo so" ammette lei, poi continua:"Giusto per mettere in chiaro le cose. Ora non provo più niente per te e sono davvero contenta che tu sia riuscita a trovare il vero amore in Federico. In questo momento davvero desidero solo riallacciare i rapporti con te"
"Va bene. Comunque almeno con questa storia ho capito chi è realmente Steven e ho potuto incontrare Fede" dico stringendo la mano di Federico sopra il tavolo.
Steven mi lancia un'occhiataccia e poi mi corregge:"Chi era realmente Steven. Ora sono cambiato"
Alzo gli occhi al cielo.
"E tu Kody, mi fai pena. Non parli nemmeno. Non ti difendi. Dopo il tuo comportamento provo solo schifo. Non capisco il tuo atteggiamento passato e mai lo capirò. Adesso ti torno comoda solo perché sono diventata più carina? Mi ricordo bene le parole che mi hai detto quella sera nel parco. Non riuscirò a scordarmi di come mi hai trattata"
"Gemma non è che sei diventata carina, sei diventata proprio una grande gnocca"
"Peccato che sia mia, quindi evita di fare certi apprezzamenti" dice Federico
"Ritieniti fortunata ad averla come ragazza. È diventata proprio bella" dice Kody.
È il solito cretino. Non è cambiato e mai lo farà.
"Grazie Kody con questa frase ho capito che ti importa di me solo per l'aspetto fisico. Quindi ciaone. Non voglio neanche più sentire parlare di te" dico arrabbiata.
"Beh il mio numero ce l'hai. Quando tornerai single e se sarai ancora carina, chiamami. Fino ad allora non mi farò sentire"
"Non ti importa proprio di me vero?"
"Dico solo che rimango fedele alla mia decisione. Non andavi bene ai miei amici e quindi ti ho allontanata. Non ci trovo niente di male"
"Non c'è niente di male finché lasci ragionare gli altri al posto tuo!"
Lui diventa rosso dalla rabbia. Qui si sta mettendo male...

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