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POV'S FEDE
"Posso?" dico aprendo la porta della nostra camera
"Entra pure"
Gemma è sdraiata sul letto. Sta leggendo un libro.
"Stasera usciamo a cena io e te" le dico sedendomi vicino a lei
"Per stasera cosa intendi?" mi chiede
"Fra mezz'ora"
Chiude velocemente il libro e si alza dal letto.
"Ok. Mi preparo" dice aprendo frettolosamente l'armadio
"Ma hai ancora trenta minuti" le ricordo ridendo vedendola impanicata
"Si ma non so cosa mettere" mi risponde tirando fuori un sacco di abbinamenti.
Il primo è un paio di pantaloncini e una maglia nera, il secondo il vestito blu che aveva comprato con Christy e il terzo l'abito che aveva messo la prima volta che siamo usciti a cena con i nostri genitori.
"Metti il vestito blu" le dico
"Dici?"
Perché le ragazze sono così complesse? Basta infilarsi un vestito e un paio di tacchi e sono pronte, poi a Gemma scommetto che starebbe bene qualunque cosa...
Si toglie il copricostume e, prendendo il vestito, mi dice che va in bagno a lisciarsi i capelli.
"Ah e mi metti quello nell'armadio?" mi chiede prima di andarsene
"Va bene" le dico
Prendo il copricostume e lo appoggio nel cassetto.
Cerco una camicia pulita e un paio di jeans strappati e me li infilo, poi mi metto le scarpe e vado in bagno. Mi guardo allo specchio. Ho una vera e propria ossessione per il ciuffo. Prendo il gel e me lo sistemo. Non ci posso far niente, adoro i miei capelli. Esco dalla stanza e incrocio Gemma.
"Wow. Sei bella quasi come la prima volta che ti ho vista" le dico ridendo
"Grazie. Anche tu non stai male" mi dice dandomi un bacio sulla guancia.
Entra in camera e io la seguo. Prende i suoi tacchi neri e se li mette, poi si riguarda un'ultima volta allo specchio.
"Prendo la borsa e ci sono" dice afferrando una borsetta nera.
Scendiamo le scale.
"Buona serata" ci dice Roger aprendoci la porta che conduce al giardino.
"Grazie e altrettanto" risponde Gemma
"Come se lui avesse una vita movimentata. Scommetto che il massimo della sua serata sarà sistemare il divano" dico bisbigliando.
Gemma scoppia a ridere. Il suo sorriso... oggi era bellissima mentre guardava meravigliata i pesci. Penso di essermi preso proprio una bella cotta...
Andiamo in garage e poi saliamo sulla macchina. Il ristorante è a pochi minuti da casa. Una volta arrivati scendo dall'auto e vado ad aprire la portiera a Gemma e lei mi ringrazia sorridendomi.
Un cameriere ci accompagna al tavolo. Siamo fuori in giardino. Per ora ci siamo solo noi, ma all'interno il ristorante è abbastanza pieno.
"Ecco il menù" ci dice il cameriere passandoci due libretti.
Prendiamo entrambi una cotoletta, ma con le patatine fritte.
"Per me un thè alla pesca" dice Gemma e io ordino una birra media.
"Certo. A lei signorina serve altro?" le domanda guardandola dall'alto al basso
"No, grazie" risponde lei e lui se ne va
"Gemma sai qualcosa di tuo padre?" le chiedo mentre aspettiamo di mangiare
"No, so solo che ci hanno mandato gli orari per i colloqui, ma non penso che andrò a trovarlo" mi dice
"Se ci potessi andare io, gli spaccherei la faccia a furia di dargli schiaffi"
Il cameriere ritorna.
"Prego questo è per lei" dice a Gemma versandole il thè nel bicchiere
"E questa è sua" mi dice passandomi la birra.
Arriva da mangiare.
"Ehi Federico"
Sento il mio nome e mi volto. È il proprietario del locale. Devo ammettere che lui mi sta simpatico.
"Ehi Jonny" lo saluto
"Come va? Oh e lei chi è?" mi chiede guardando Gemma
"Lei è la mia ragazza"
"Piacere sono Jonny il proprietario del locale e un amico di Mirko" dice a Gemma e lei gli stringe la mano
"Allora vi lascio finire di mangiare, per qualunque cosa chiedetemi pure"
Rimaniamo di nuovo da soli.
Finita la cena, ci alziamo e dico a Gemma:"Se non ti dispiace, puoi aspettarmi qui? Vado a cercare Jonny per salutarlo"
"Va bene, ma ti aspetto all'uscita" mi dice.
Annuisco.
Chiedo a un paio di camerieri se sanno dove sia il mio amico, quando finalmente lo vedo sbucare dal piano sottostante.
"Ciao è stato bello rivederti" gli dico
"Andate già?" chiede lui
"Si, domani dobbiamo partire e abbiamo l'aereo presto"
"Va bene allora alla prossima e salutami tutti"
Parlo con altri due camerieri che conosco e poi mi avvio all'uscita.
"Sei proprio una bella ragazza..." sento dire da un tipo, mentre sto uscendo dal locale.
Allungo il passo. Inizio a pregare in arabo che non lo stia dicendo a Gemma, ma purtroppo le mie preghiere non vengono ascoltate.
"Quanti anni hai?" sento chiedere.
Sono quasi all'uscita, quando sento quest'ultimo ripetere:"Ti ho chiesto quanti anni hai!"
"Non ti riguarda"
La voce è quella di Gemma. Inizio a correre e arrivo appena in tempo. Il ragazzo è a due centimetri da Gemma e lei è con le spalle al muro.
"Lasciala stare!" grido io
"Oh è il tuo ragazzo?" chiede il cretino a Gemma e lei annuisce
"Bene, bene, bene. Che ne dici se mi divertissi un pochino?" mi chiede.
È palesemente ubriaco.
"Lasciala o ti faccio male!" lo minaccio
Lei è impaurita, glielo leggo negli occhi. Devo fare qualcosa...
"E se per esempio facessi questo?" mi chiede alzando la mano e fermandola a un centimetro dalla sua faccia.
Gli salto addosso e inizio a prenderlo a pugni.
"Smettila!" urla lui
"Non la smetto finché il tuo naso non si raddrizza!"
"Lascialo stare" mi dice Gemma fermando la mia mano a mezz'aria.
"Scortatelo" le dico allontanandola.
Il tipo riesce a sfuggirmi e afferra la sua bottiglia di birra, poi tenta di scagliarla addosso a me, ma ubriaco com'è, sbaglia mira, e finisce contro il muro.
Jonny, sentendoci urlare esce velocemente dal locale.
"Cosa diamine succede?" chiede e tenta di separare l'idiota da me.
Gemma mi tira per un braccio, ma ha la forza di una formica... faccio finta che con la sua forza, riesce a staccarmi da quell'essere.
"Ti è andata bene che Jonny sia arrivato, altrimenti ti avrei spaccato la faccia!" gli dico.
Il cretino è inginocchiato a faccia in giù e gli esce il sangue dal naso e da un orecchio. Io sono messo piuttosto bene, tranne per qualche graffio.
"Chiamate i soccorsi!" grida Jonny ai camerieri e ai clienti che si sono radunati intorno a noi
"No, no i soccorsi no!" urla l'ubriaco e si alza piano piano.
Ha la mano sporca di sangue. Inizia a correre via, ma ogni due metri cade.
"Cosa è successo?" chiede preoccupato Jonny a Gemma.
Ho l'adrenalina nelle vene. Se non fosse stato per il mio amico, gli avrei tirato altri due pugni. Sono rosso dalla rabbia, spaccherei qualsiasi cosa, ma ora voglio solo accertarmi che Gemma stia bene.
"Ero qui fuori e a un certo punto è arrivato quel signore e mi ha messo al muro, cominciando a dirmi delle cose orribili" dice Gemma tappandosi gli occhi con le mani.
Vado verso di lei.
"Hai fatto bene a dargli una lezione" mi dice Jonny.
Ecco perché lo adoro! Solo lui e Benji mi assecondano in questi casi, gli altri iniziano a farmi le ramanzine...
"Tu Gemma come stai? Sei ferita?" le chiedo andando ad abbracciarla
"A parte qualche livido e un graffio, sto bene..." mi dice stringendomi
"Andiamo a casa" le propongo prendendola per mano
"Ciao ragazzi. Vi assicuro che se lo rivedo lo ammazzo io di botte" ci dice Jonny facendomi l'occhiolino.
Ci salutiamo e porto Gemma in macchina.
"Non sai quanto mi dispiace. Doveva essere una cena tranquilla..." le dico
"Non è stata colpa tua" mi risponde lei sorridendomi.
Solo lei riesce a sorridere in queste situazioni...
"Oddio ma ti sanguina la mano e l'avambraccio" mi dice
"Tranquilla non è niente"
"A casa te lo disinfetto"
"Lascia stare" le dico e le appoggio una mano sulla coscia.
Lei rabbrividisce.
Arriviamo a casa e parcheggio la macchina, poi Gemma saluta Roger e saliamo in camera.
"Ora vieni che ti sistemo" mi dice Gemma.
La seguo. I tagli non sono molto profondi, ma quello al braccio continua a perdere sangue.
Gemma inizia a frugare velocemente in tutti i cassetti del mio bagno, finché non trova l'occorrente.
Prende del cotone e ci mette sopra il disinfettante.
"Ai" dico quando passa il liquido sulle ferite
"Scusa" mormora lei.
Finisce con la mini tortura e poi mi fascia il braccio. Successivamente mi mette un cerotto sulla mano.
"Che brava infermiera che ho, ma ora tocca a me fare il medico" le dico ridendo.
Lei annuisce.
"Siediti sulla vasca"
Prendo il disinfettante e lo passo sul suo graffio. Per fortuna non è per niente profondo.
Lei chiude gli occhi per il dolore quando il disinfettante tocca la ferita. Le metto la garza.
"Dai andiamo a dormire che è stata un serata lunga" mi dice e poi mi prende per mano.
Entriamo in camera e mi metto il pigiama.
"Mi aiuti con la cerniera?" mi chiede Gemma.
Le slaccio il vestito e poi si toglie i tacchi.
"Sei bellissima" le sussurro all'orecchio.
Lei arrossisce. Decido di lasciarla stare, per il momento, e vado in bagno.
Mi lavo i denti e mi sistemo, poi mi fiondo a letto.
"Eccola" le dico quando entra in stanza
"Ci sono. Mi stavo struccando" mi dice salendo e sdraiandosi sul letto.
Spengo la luce e dopo poco si addormenta. Ha la testa appoggiata alla mia spalla.
Per una volta che non abbiamo litigato per qualche cagata, ci si mette l'ubriaco. Però era da un po' che non facevo a botte con qualcuno, ma direi che sono ancora in forma. In balia di questi pensieri mi addormento anche io.

La sveglia suona. Io e Gemma ci alziamo e corriamo a prepararci. Abbiamo l'aereo all'una e ora sono le sette. Ci laviamo e poi ci vestiamo.
"Roger preparaci la colazione!" urlo dalle scale mentre mi infilo i jeans.
Scendiamo e ci mettiamo in salotto a mangiare.
"Dobbiamo farci trovare fuori per le otto e mezza" dice Gemma con il telefono in mano
"Va bene"
Finiamo la colazione e poi torniamo di sopra per fare le valigie.
"Hai visto le mie scarpe con il tacco?"
"No. E tu la mia maglia bianca?"
Stiamo correndo da una parte all'altra.
Ieri sera ci siamo completamente dimenticati di fare le valigie e solo stamattina ci è venuto in mente.
"Dobbiamo scendere" mi dice Gemma
"Ci sono. Chiudo la finestra e arrivo"
"Si ma prima aiutami a mettere il lucchetto alla valigia" mi dice Gemma.
Le do una mano e poi porto giù i due trolley.
"Arrivederci ragazzi" ci dice Roger
"Arrivederci e grazie di tutto" gli risponde Gemma prendendo la sua valigia e uscendo in giardino
"Ci si vede. Ah e stai attento a non cadere e spaccarti le costole" gli dico
"Farò il possibile" mi risponde e poi me ne vado
"Poverino lo tratti male" mi dice Gemma
"Pensa a trovare i genitori" le dico in tono acido.
Odio quando mi dicono che devo essere più gentile. Io sono fatto così punto e basta.
"Sono già fuori dal cancellone e non rispondermi così" mi dice accelerando il passo
"Va bene, va bene" le rispondo sbuffando.
Non voglio rovinare la fine della vacanza, per cui, mi limito a seguirla.
"Eccovi ragazzi" ci dice la mamma di Gemma
"Siamo arrivati" annuncio io
"Fede carica le valigie sul taxi, così partiamo"
Prendo i due trolley e li metto nel baule.
"Dopo di lei" dico facendo passare la mamma di Gemma in auto
"Ma che gentile" risponde lei.
In poco tempo arriviamo in aeroporto. Facciamo il check-in e poi decidiamo di andare a fare un giro per i negozi, dopo aver passato i controlli.
"Per mezzogiorno e mezza ci troviamo qui" dice mio padre.
Io e Gemma andiamo a destra, mentre gli altri vanno a sinistra.
"Cosa vuoi vedere?" le chiedo
"Andiamo da Victoria Secret" mi risponde e, prendendomi per mano, entriamo nel negozio.
"Pensi di raccontare quello che è successo ieri a tua mamma?" le chiedo mentre prova dei profumi
"Direi di no, tanto con la felpa la garza non si vede. Tu?"
"Io non racconto mai niente ai miei. A casa mia funziona che ognuno sta nel suo" le spiego
"Ah capito" risponde lei
"Possiamo andare" dice poi soddisfatta.
Usciamo e andiamo in altri due negozi, poi arriva l'ora di tornare dai nostri genitori.
"Ma ora come si torna al punto di ritrovo?" mi chiede Gemma
"Davvero non sai come tornare?" le chiedo ridendo
"No" mi risponde lei
"Hai un senso dell'orientamento che fa schifo" le dico e ci mettiamo a ridere
"Seguimi va" le rispondo e ci avviamo dai nostri genitori.
"Fra poco imbarcheranno il nostro volo. Tenetevi pronti" dice mio padre e dopo dieci minuti ci troviamo sull'aereo.

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