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Torno a casa accompagnata da mille pensieri. Quel bacio. Quel maledetto bacio mi ha disgustata. Mi ha fatto schifo. Apro la porta di casa e mia madre mi viene incontro abbracciandomi.
"Ehi tutto bene? Andiamo a comprare la montatura! Starai benissimo!"
E detto ciò, mi prende il braccio trascinandomi fuori dal cancellino.
"Il negozio è a dieci minuti da qui" mi comunica mia mamma mettendo via le chiavi
"Va bene. Al lavoro?"
"Benissimo. Io e Morena andiamo davvero d'accordo e mi ha proposto, uno di questi giorni, di andare a mangiare a casa sua"
Faccio finta di esserne felice, ma in realtà non ho molta voglia di rivedere Federico...
"Sai tu e lui ci piacete proprio tanto insieme! Devo ammettere che mi sbagliavo..."
Le sorrido. Non so cosa dire. Ho la mente offuscata da mille domande.
Tra un pensiero e un altro, ci ritroviamo davanti ad un palazzo. Ha almeno tre piani. Entriamo.
"Oh benvenuta Gemma. Come stai?" mi domanda l'oculista
"Bene dai" dico osservando le varie montature esposte
"Hai già un'idea per gli occhiali?"
"Si. Li voglio neri"
Lui ci pensa un attimo e dopo poco inizia a farmi provare decine e decine di occhiali. Inutile dire che siamo stata in negozio per almeno un'ora e mezza, fino a quando non mi sono decisa a prenderne uno. È carino. È leggermente squadrato, nero e semplice. L'idea di mettermeli non mi entusiasma. Già so che li metterò solo quando non sono in compagnia.
Comprati gli occhiali, la mia serata prosegue come tutte le altre, senza grandi sorprese...

Sono passate due lunghe settimane da quando ho litigato con Federico e con Edward. Il primo non si è presentato a scuola fino a due giorni fa e la cosa mi preoccupa, mentre l'altro mi ha aspettata una mattina fuori da casa per parlare. Mi ha spiegato la situazione, dicendomi che fuori da scuola, dopo avermi salutata, Federico si è avvicinato a lui e ha iniziato a insultarlo e a minacciarlo. Dopodiché è passato alle mani. All'inizio Edward non voleva abbassarsi al suo livello, ma doveva difendersi. Gli ho detto che lui non ha colpa e mi sono scusata per averlo messo di messo. Lui, gentile come sempre, mi ha abbracciata e mi ha detto di non preoccuparmi. Abbiamo optato di fare le ripetizioni a casa mia. Fortunatamente la verifica è andata bene. Ho preso sufficiente e questa cosa non è andata giù al biondino. Federico non l'ho praticamente più visto e le uniche volte in cui ci siamo incrociati, lo ignoravo sorpassandolo. Benji e Christy non mi rivolgono più parola.
Mi è appena arrivato un messaggio. È mia mamma. Mi dice che stasera andremo a casa dei Rossi. Perfetto! Di male in peggio proprio.
Sono le sette e mezza e mia mamma non è ancora tornata. Poco dopo mi chiama per comunicarmi di farmi trovare per le otto fuori di casa. Mi alzo dal letto e apro l'armadio tirando fuori il vestito blu elettrico e le all star. Prevedo un disastro clamoroso a cena. Mi sistemo e mi allaccio l'abito. Una volta vestita, mi piastro velocemente i capelli e mi trucco. Afferro il giubbotto, chiudo casa e mi reco al punto di incontro. Mia mamma arriva correndo.
"Come sto? Ho i capelli a posto? Ah ma che sciocca, tu come stai?"
"Ciao mamma io sto bene e si, sei perfetta! Ma dove ti sei cambiata?"
"Sono tornata a cambiarmi tre ore fa, ma poi mi ha richiamata Morena. Aveva bisogno di me. In realtà saremmo dovute andare anche per fare un aperitivo alle sei"
Almeno ho scampato l'apericena. Guardo bene mia mamma. Ha un'aria diversa, allegra, spensierata. Indossa un abito a metà ginocchio rosso fuoco, ha un trucco leggero e luminoso.
So perfettamente che dopo aver superato il supermercato che abbiamo davanti a noi, e dopo aver girato l'angolo, saremo arrivate. Sento le farfalle nello stomaco. Sono agitata.
"Mamma ho preso una decisione. Voglio farmi la patente"
Ho pensato questa cosa ormai una settimana e mezza fa. Sono stufa di dover tornare a casa la sera tardi a piedi.
"Alleluia! Era ora!" mi risponde mia mamma ridendo.
Le sorrido. Siamo davanti a casa di Federico. Mia mamma suona il campanello e dopo pochi istanti Morena compare sulla soglia.
"Buonasera cara amica" dice mia madre a Morena
"Prego entrate" risponde lei ridacchiando.
Sembrano due ragazzine adolescenti, ma sono felice di vedere mia madre con il sorriso stampato in faccia. Il mio si spegne quando incrocio lo sguardo di Federico. Lui mi fissa. È freddo. Mi fa rabbrividire. Ha quello sguardo da stronzo. Rivoglio il mio Fede dolce, quello che mi fa la faccia da cucciolo, che mi abbraccia. Mentre procedo verso la tavola apparecchiata, continuo a ripetere a me stessa di essere forte, di non scoppiare a piangere davanti a lui. Mi metto la maschera da regina delle nevi senza sentimenti e prendo posto a tavola.
"Eccoci. Allora novità?" chiede Mirko a mia madre
"Per ora nessuna. Tu?"
"Idem" risponde lui passandomi una scodella contente i fagiolini.
Tengo la testa abbassata per tutta la cena e sembra che nessuno mi noti, fino a quando non arriviamo al dolce.
Mentre Morena mi sta passando un piattino con il tiramisù, mia mamma interrompe il silenzio.
"Gemma ha deciso di fare la patente!" dice con un luccichio negli occhi
"Wow! Che cosa fantastica!" dice Mirko guardandomi e sorridendomi.
Vedo che Fede serra i pugni sotto al tavolo. Sulle braccia gli si vedono le vene ben marcate. Mentre Morena cerca di parlare, il biondo tiene lo sguardo abbassato e pronuncia solo queste parole:"Tu non prenderai una macchina"
Il suo tono è abbastanza tranquillo. Sento il sangue fin alle orecchie.
"Invece lo farò" dico mantendo un tono pacato
"Scordatelo!" sbraita lui alzando lo sguardo.
Tutti ci stanno fissando.
"Senti io ho bisogno di andare a scuola in macchina, così posso dormire venti minuti in più, e per giunta alla sera non mi piace fare la strada al buio a piedi" dico incrociando le braccia e sbuffando, preparandomi a una lite
"Alla mattina puoi prendere l'autobus e alla sera ti porto a casa io!"
"Ah si, così puoi controllarmi eh!" dico spazientita "Occhio che per strada potrei incontrare qualcuno e sai cosa intendo" dico lanciandogli un'occhiataccia
"Senti tu la patente non la fai ok?! Sai quanti cazzo di incidenti stradali succedono? Sia alla mattina presto, visto che gli ubriachi tornano a casa sbronzi, sia alla sera tardi dove è pieno di gente malsana!"
"Ma smettila! Non hai potere decisionale su di me! Non stiamo nemmeno più insieme!"
Ops... questo non avrei dovuto dirlo... Mi è scappato...
Gli altri tre ci guardano increduli. Mia mamma è sbiancata.
"Em... scusate..."
Biascico qualche parola di scusa e poi mi alzo dal tavolo piegando il mio tovagliolo.
Prendo il mio giubbotto e il telefono.
"Dove vai?" mi chiede Fede addolcendosi
"Il più possibile lontano da te" dico infuriata, chiudendomi la zip del giubbino
"Da sola non vai da nessuna parte!" mi grida afferrando velocemente una felpa nera.
Esco di casa cercando di seminarlo e sento gli adulti che scoppiano a ridere, dicendo frasi del tipo:"Sono ragazzini" oppure "Ah questi adolescenti".
Mia mamma non è per niente preoccupata, il che è una cosa positiva.
Allungo il passo ed esco dall'enorme giardino del mio ex.
"Fermati" mi dice lui
Non mi volto e accelero ancora di più il passo.
"Fermati Gemma!"
Ammetto che mi piace provocarlo.
Dopo pochi istanti me lo trovo vicino a me. Fa freddo e sto congelando.
"Metti questa o ti prenderai il raffreddore" dice posandomi la felpa sulle spalle.
Stiamo in silenzio fino a quando non arriviamo davanti a casa mia.
"Ora puoi andartene" gli dico "Sono a casa sana e salva"
"Ma manco morto, voglio parlarti"
"Ma io non voglio ascoltarti"
"Ah ma Edward lo vuoi ascoltare eh! Lui si vero?!"
Entro in casa, lancio la felpa in faccia a Fede, mi tolgo le scarpe e salgo in camera mia.
Lui mi segue.
Mi butto sul letto e lui prende la sedia della mia scrivania e si mette a cavalcioni su di essa.
"Cosa vuoi?" gli dico mentre giocherello con un filo che si è staccato dal vestito.
"Parlare"
"Ah ma giura!" gli dico e lui sorride sotto i baffi.
Si alza e si mette sdraiato a pancia in giù vicino a me, e io faccio lo stesso.
Inizia a parlare, ma io non lo ascolto. Appoggio la testa sul cuscino, poi apro il cassetto del comodino per vedere se mi è rimasta qualche patatina e in fine vado verso l'armadio e inizio a ripiegare delle magliette.
"Così non va" mi dice smettendo di parlare "visto che non mi stai ad ascoltare, io non me ne vado finché non mi dai retta" mi dice.
Mi ributto sul letto e prendo il telefono. Lui fa lo stesso e apre instagram. Mezz'ora dopo siamo ancora nella stessa posizione, nessuno dei due ha ancora battuto ciglio, fino a quando lui non grida:"Merda avevi ragione..."
Mi passa il telefono. Austin gli ha mandato un video in direct. Ritrae la sera in cui Edward è venuto a trovarmi al locale. Si vede tutto. Lui che mi chiama, io che mi volto, i suoi amici che ridono e per finire il quasi bacio rubato dalle mie labbra. Non ci credo... la verità è venuta a galla! Finalmente l'ha vista con i suoi occhi.
"Oddio Gemma avevi ragione..." dice lui avvicinandosi a me e accarezzandomi il viso. Io mi sposto.
"Ma cosa fai? Ora non stiamo di nuovo insieme? Io ti ho perdonata" mi dice mettendosi su un fianco per guardarmi meglio.
"Tu puoi anche aver <perdonato> me, ma io non ho perdonato te"
Lui mi guarda scioccato.
"Non mi hai creduto, ci sono volute delle stupide prove per farti aprire gli occhi! La mia parola non ti è bastata! Tanto lo so che avevi intenzione di scaricarmi già da quando ti ho raccontato di me, di quello che è successo"
Una lacrima mi riga la guancia bianca. Maledetta me! Sto piangendo davanti a lui, di nuovo...
"Ma cosa dici? Io non ho mai voluto lasciarti per quel motivo. Gemma" mi dice prendendo le mani "Io ti amo"
Quelle parole mi arrivano al cuore come un proiettile. Gli devo credere? O no?
"Come faccio a crederti?" gli dico
"Devi fidarti"
"Mi sono fidata già di troppe persone e mi hanno pugnalata alle spalle" dico asciugandomi le lacrime.
"Ecco ora penserai che sono una debole, una ragazzina vedendomi piangere..." dico riprendendo parola
"Tu non sei debole e non sei nemmeno una bambina, hai solo bisogno di imparare a fidarti di qualcuno, di me. So che è una decisione difficile da prendere. Sappi solo che io per te darei la mia vita"
Fede mi toglie il mascara dalle guance e le sue dita diventano nere. A lui non sembra dar fastidio.
"Ora dormi. È tardi. Io sto qui finché non torna tua madre" mi dice accarezzandomi le labbra e sussurrandomi:"Buonanotta cucciola mia".
Sento il suo corpo caldo a contatto con il mio e lascio che i pensieri fluiscano nella mia mente liberamente. Scivolo in un sonno profondo.

POV'S FEDE
Sono uno stronzo. Avrei dovuto darle retta. Aveva ragione.
La prima cosa che faccio è inviare il video a Benji e a Christy. Lei mi risponde sconvolta assicurandomi che la chiamerà per scusarsi. Benji mi dice che è fuori con Candy e che lo guarderà dopo.
Osservo Gemma. Si è addormentata ed è stupenda. Non posso perderla! Ma so che non la merito... Mi alzo dal letto cercando di non svegliarla e apro il cassetto della sua scrivania. Prendo un foglio, una penna e inizio a scrivere. Scrivo di me, delle mie sensazioni e anche delle mie paure.
Un'ora dopo sento aprirsi la porta dell'ingresso. È la mamma di Gemma. Piego il foglio e lo appoggio con cura sul comodino grigio vicino al letto. Lascio la mia felpa a Gemma e scendo in soggiorno.
"Gemma dorme" le dico sorridendole.
Non so per quale ragione sovrumana, ma questa donna mi sta simpatica.
"Ok grazie. Se vuoi puoi fermarti a dormire qui" mi propone lei
"No, grazie mille lo stesso. Devo lasciare spazio a sua figlia. È vero forse non la merito, ma io la voglio. Sono pronto a tutto pur di riconquistarla e di poterla riabbracciare e consolare. Mi manca davvero tanto! Ogni ora senza di lei non passa mai..."
Vedo che è confusa, ma viene verso di me e mi abbraccia. Ricambio. Dopo ciò esco dalla sua casa e torno, senza la mia guerriera, al mio inferno. Si, perché il mio mondo senza lei rischia di crollare.

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