POV'S GEMMA
"Gemma!"
Sento qualcuno che mi chiama dal fondo del corridoio. Mi volto.
"Ciao Christy"
Ci abbracciamo. È il primo giorno di scuola dopo le vacanze che ho passato con Fede.
"Allora finalmente state insieme!" grida la mia amica
"Em...si"
"In realtà vi ho sempre shippato e poi sei molto più simpatica e bella di quella snob da quattro soldi"
"Ehi ragazze" dice Benji avvicinandosi
"Lei è Candy, la mia ragazza" esclama presentandomela
"Piacere Gemma" le dico e lei mi sorride.
È carina fisicamente, ha gli occhi azzurri ed è alta più o meno quanto me. Ha i capelli biondi legati in una treccia.
"Fede?" chiedo a Benji non vedendolo arrivare
"Era fuori in giardino" mi risponde lui
"Ok vado a cercarlo" dico agli altri e me ne vado.
Esco all'esterno e lo cerco in giardino, ma non lo trovo.
"Magari è alla nostra panchina" penso, ma quando arrivo lì mi accorgo che non c'è.
Decido di chiamarlo al telefono, ma scatta la segreteria, così rientro all'istituto e lo cerco su tutti i piani, chiedendo ad alcuni ragazzi se l'hanno visto. Tutti mi dicono che non si è fatto ancora vivo. Lo richiamo, non vorrei che si sia cacciato in qualche casino, ma non risponde. Mi viene il dubbio che possa essere dal preside, così mi avvio nella zona del suo ufficio. In realtà io non l'ho mai visto e tantomeno so chi sia. Sento aprirsi una porta e poi sento la sua voce. Proviene proprio dall'ufficio del preside. Lo vedo uscire e lo raggiungo.
"Cosa ci fai qui?!" mi domanda lui preoccupato
"Torna subito qui Federico!"
Questa voce... Io la conosco, ma chi è?
Fede sbianca di colpo. Cosa mi sta nascondendo? Poco dopo vedo uscire Mirko dall'ufficio.
"Fede cosa ci fa tuo padre nell'ufficio del preside?!" chiedo preoccupata
"Ecco..." inizia lui, ma viene interrotto da Mirko
"Fermati sono il preside. Almeno qui devi trattarmi da tale" dice girando l'angolo per raggiungerci.
Quando mi vede diventa pietrificato.
"Cosa? Tuo padre è il preside?!" chiedo io confusa
"Vieni ne parliamo fuori" mi dice Fede e poi aggiunge rivolto a suo padre:"Bravo, complimenti!"
Per un secondo sparisce nella stanza di suo padre.
"Avrei voluto dirtelo Gemma, ma lui me l'ha probito" si giustifica Mirko
"Tranquillo. Ora Federico mi racconterà"
Lui ci raggiunge e mi passa un biglietto.
"Vieni andiamo" mi dice
"Ma a che servono?" chiedo riferendomi ai foglietti colorati
"Così possiamo saltare la prima ora" mi spiega
"Ma ti sembra?!" gli dico
"Dai solo oggi" mi risponde e poi mi prende per mano.
Ce ne andiamo.
"Andiamo alla nostra panchina" mi dice e io annuisco.
Ci sediamo e lui tira fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette.
"Fumi?!" gli chiedo vedendo che accende una sigaretta
"Poche volte, solo quando sono stressato..." mi risponde facendo un tiro
"Vuoi?" mi domanda passandomi il pacchetto
"No, non fumo e poi per ora mi basta avere una spiegazione di quello che è successo" gli dico.
Fa un secondo tiro e poi inizia a raccontare:"Come già sai, mio padre è il preside. Non lo sanno in molti, per ora solo tu, Benji e Christy. Non voglio farlo sapere in giro... Diciamo che mi rovinerei la reputazione, però un lato positivo c'è: posso avere un sacco di vantaggi. Posso saltare le lezioni, anche se mio padre non lo sa, con la scusa che io sono il figlio del preside, per esempio"
Spegne la sigaretta e la butta per terra.
"E perché stavate litigando?" chiedo
"Perché molti professori si sono lamentati per il mio comportamento e mio padre mi ha detto che se continuo così mi boccerá" dice
"Un attimo... È per questo che ho potuto rifare il test?" domando sperando che la risposta mi soddisfi, ma non è così
"Possiamo dire che io sia andato da mio padre e poi l'abbia scongiurato per farti rifare il test di matematica"
"Senti se tu vuoi raggiungere i tuoi traguardi senza fare il minimo sforzo, con l'aiuto di tuo padre, fai pure, ma io non voglio avere questi vantaggi" dico per poi alzarmi
"Ora sei arrabbiata vero?" domanda lui
"Non sono arrabbiata, ma sono delusa" gli rispondo continuando a camminare.
Lui non mi segue. Entro a scuola e vado all'armadietto per prendere il libro di arte e l'astuccio. Salgo le scale e poi arrivo davanti alla porta dell'aula. Busso.
"Avanti"
"Buongiorno" dico entrando e poi mostro al prof il foglietto colorato.
Mi siedo ad un banco a caso, e inizio a prendere appunti sui vari artisti. Dopo poco tempo finisce la lezione e decido di cercare Christy, per andare con lei alla lezione di letteratura. La trovo nel bagno delle ragazze.
"Ciao" le dico con il morale sotto i piedi
"Cosa ti ha fatto?" mi chiede lei mentre si lava le mani.
In bagno non c'è nessuno, così posso parlare tranquillamente.
"Ho scoperto che Fede è il figlio del preside e che ho potuto rifare il test, solo perché lui ha scongiurato Mirko" le spiego
"Non lo sapevo, ma sicuramente l'ha fatto per aiutarti" mi dice lei
"Lo so, ma non voglio essere aiutata in questo modo".
Nel frattempo siamo arrivate al piano superiore e di Federico non c'è traccia. Penso se ne sia andato a casa.
La giornata continua fra una lezione e l'altra e finalmente ora possiamo andarcene.
"Ehi" dice Cameron raggiungendo me e Christy nel parcheggio.
Le da un bacio sulla guancia per salutarla e poi mi domanda:"Come va?"
"Bene dai. Tu?"
"Come posso stare male se ora sono qui con la mia principessa?" dice abbracciando la mia amica
"Va bene, vi lascio da soli" esclamo e li saluto.
Attraverso la strada e poi faccio la via principale per andare a casa.
"Ciao" mi saluta mia mamma
"Come mai già a casa?" le domando, visto che di solito sta al lavoro fino a tardi
"Ti dovrei dire una cosa..."
"Dimmi pure, tanto ho già capito che oggi è la giornata delle novità"
"Che cosa intendi?"
"Niente, niente racconta" le dico andando a sedermi su una sedia in cucina.
Lei mi raggiunge e si siede davanti a me.
"Riguarda la nostra situazione finanziaria" mi dice e poi continua:"Ora che tuo padre è in carcere, non abbiamo i soldi che portava a casa spacciando e ora siamo un po' agli sgoccioli. Sai io non guadagno molto con il mio lavoro e dobbiamo pagare le spese della casa e non penso di farcela" mi dice con gli occhi lucidi
"Tranquilla mamma, penserò a come risolvere la situazione. Potrei cercare un lavoro come babysitter..."
"No, non voglio che ti rovini la tua adolescenza per colpa mia" mi interrompe
"Ma non è colpa tua..." le dico.
Mi alzo e vado a prendere la bresaola che mia mamma mi ha preparato.
"Dopo mangiato vado a vedere se c'è qualche lavoretto che posso fare dopo scuola"
Il telefono di mia madre suona e lei risponde.
"Scusa Gemma devo tornare a lavoro" mi dice appena chiude la telefonata e poi esce di casa con la sua bicicletta.
Ci mancava solo questa! Finisco velocemente di mangiare e poi salgo in camera. Mi cambio i vestiti e mi metto un paio di jeans non troppo aderenti, una camicetta (l'unica che ho e che non ho mai messo) e poi mi infilo i tacchi neri. Mi faccio la coda alta e poi mi trucco. Opto per un trucco leggerissimo, metto giusto lo stretto necessario. Scendo e prendo dall'armadio, all'ingresso, il mio inseparabile giubbotto di pelle. In effetti fa un pochino freddo, ma ci sta bene con il look. Mi sento una donna di trent'anni che va al lavoro, ma per questa occasione devo essere presentabile. Inizio a girare per il centro di New York alla ricerca di un lavoro, fino a quando non trovo un bar con fuori un annuncio per cercare personale. Entro e chiedo informazioni.
"Buongiorno. Ho visto che cercate del personale"
"Si. Se vuole la posso portare dalla proprietaria" mi dice la ragazza che c'è davanti a me.
Ha i capelli a caschetto castani scuro e gli occhi verdi. Deve avere almeno trentacinque anni. Il locale è abbastanza moderno, con un bancone all'ingresso e molti tavolini. Fuori, sul davanti, ha una veranda con altri tavoli.
"Salve io sono Jenny" mi dice una ragazza con i capelli corti biondi e il ciuffo color rosa shocking con gli occhi azzurri
"Piacere sono Gemma" dico stringendole la mano
"Sei qui per il lavoro vero?" mi chiede
"In effetti si"
"Non servono particolari abilità, basta saper servire ai tavoli" dice lei ridendo
"Va bene"
"Ah quanti anni hai?" mi domanda
"Diciasette, diciotto a luglio"
"Ok. Stasera facciamo la prova, se va bene, sei assunta"
"Ok grazie"
"Dovrai venire per le dieci, così farai il turno serale e finirai per mezzanotte"
"Devo avere un abbigliamento particolare?" chiedo
"Come ti pare, tanto siamo tutti vent'enni al lavoro e di solito il locale è frequentato solo da adolescenti che si preparano per andare in discoteca"
Bene...
La ragazza mi sembra abbastanza schizzata, ma mi sta simpatica.
Ci salutiamo e io chiamo mia madre per darle la notizia.
"Ciao mamma ho trovato un lavoro"
"Wow e sarebbe?"
"La cameriera in un locale qui vicino. Si chiama Angel's bar. Stasera ho la prova. Però ti prego non dir niente alla famiglia di Fede"
"Va bene"
"A dopo" le dico e chiudo la chiamata.
Non voglio che Federico lo sappia, per il semplice motivo che, conoscendolo, ci aiuterebbe con i soldi e non voglio che pensi che io stia con lui solo perché è benestante.
Ormai sono le sei. Mi avvio per tornare a casa, quando mi suona il telefono. È Fede. Rispondo.
"Ciao Fede" gli dico
"Ciao piccola. Ti va se stasera usciamo?"
Cavolo.
"Non posso scusa"
"Dove vai?" mi domanda
"Esco a cena con mia mamma"
"Ah ok. Allora faremo un'altra volta. Un bacio"
Per un pelo...
Decido di fermarmi in una gelateria e prendo un cono medio. Non ci posso far niente, adoro il gelato, anche se è inverno. Mi dirigo velocemente verso casa e inizio a preparare la cena. Per cena intendo che apro un pacchetto di prosciutto, taglio il pane e mi faccio un panino, però metto dentro anche la mozzarella.
"Gemma sei in casa?" domanda mia mamma
"Si, sono in cucina" le dico.
Entra nella stanza e si siede davanti a me, dove le ho preparato la cena.
"Grazie" dice lei vedendo la sua focaccia
"Al lavoro?" chiedo
"Bene"
Finisco di mangiare e poi salgo in camera di corsa per prepararmi.
Decido mi mettermi il mio paio di jeans strappati neri, una maglia bianca corta e la felpa nera con le mie all star bianche. Mi pettino e mi piastro i capelli, poi li lego. Metto un lucidalabbra trasparente, il mascara e il fondotinta. Afferro velocemente il giubbotto di pelle e il telefono.
"Mamma vado" le dico uscendo di casa
"Grazie Gemma per quello che stai facendo"
"Tranquilla"
Arrivo davanti al locale dieci minuti prima, ma decido di entrare lo stesso. Fuori è abbastanza pieno e dentro è stracolmo. Il bancone è sommerso dalle persone.
"Ciao Gemma come sei carina stasera" mi saluta Jenny
"Ciao anche lei" le dico
Indossa un abito che le arriva sotto il ginocchio e un paio di superstar.
"Per favore dammi pure del tu, mi fai sentire vecchia" dice mettendosi a ridere
"Ehi" esclama un ragazzo avvicinandosi
"Ciao. Lui è Austin. Ti aiuterà oggi"
"Piacere Gemma" rispondo presentandomi
"Vieni" mi dice lui gentilmente.
Lo seguo e andiamo dietro ad una porta.
"Puoi mettere le tue cose in questo armadietto" mi dice.
Ripongo il giubbino e la mia borsa.
"Tieni" mi dice passandomi un grembiule.
Lo infilo. Austin mi porta dietro al bancone. La marea di gente che c'era fino a dieci minuti fa è sparita.
"Per ora non c'è nessuno, ma fra mezz'ora arrivano quelli che poi vanno in discoteca".
Annnuisco.
"Allora io farò i cocktail, mentre tu li servirai ai tavoli" mi dice sorridendomi.
Austin ha dei bei occhi e un ciuffo abbastanza lungo e biondo. E' alto e muscoloso.
"Va bene" gli rispondo e lui si mette a pulire il bancone
"Devo fare qualcosa?" gli domando
"No, no per ora goditi questi minuti di calma... solo una domanda"
"Dimmi"
"Quanti anni hai?"
"Diciassette, a luglio diciotto"
"Ah e come mai lavori già?"
"Per problemi familiari"
"Mi dispiace" dice lui
"E tu?" domando
"Cosa?"
"Quanti anni hai?"
"Venti"
Iniziano ad entrare dei clienti che si siedono all'interno del locale.
"Ora Jenny li porta i menù e prende le ordinazioni, poi io preparo le cose e tu servi. Va bene?"
"Certo"
Faccio come mi dice lui e dopo poco inizio a portare avanti e indietro i cocktail. Devo ammettere che il servizio è andato abbastanza bene e non con sono stati grossi intoppi.
"Io e te abbiamo finito il turno" mi fa notare a mezzanotte Austin
"Ah già" gli dico
"Bene...mi puoi lasciare il tuo numero? Non fraintendere" dice guardando la mia faccia, poi continua: "Mi serve per farti sapere se sei stata assunta"
"Va bene" gli dico e gli do il mio numero di telefono, poi mi preparo prendendo le mie cose.
"Hai bisogno di un passaggio?" mi chiede
"Posso anche andare a piedi"
"Ma è tardi. Vieni ti accompagno io".
È molto gentile e galante. So per certo che se Fede sapesse che forse lavorerò con lui lo ammazzerebbe.
Salutiamo Jenny e poi saliamo sulla macchina del biondino. È una Fiat bianca.
"Puoi lasciarmi anche qui" dico a Austin quando arriviamo sulla via di casa mia
"Ok. Ora mi confronto con Jenny e poi ti scrivo" mi dice salutandomi.
Ricambio il saluto e, una volta in camera, mi butto sul letto stravolta.
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Infinity Love [COMPLETATA]
Fiksi PenggemarGemma è un'adolescente che nasconde un triste passato e un presente frenetico. Ha una famiglia distrutta, composta da un padre alcolizzato e una madre senza carattere. Per colpa di Tania, non sa più chi sia e che cosa le piaccia fare. L'unica cosa c...