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A metà film mi ricordo di una cosa: oggi sono esattamente sei mesi che io e Fede stiamo insieme.
In realtà io e lui non abbiamo mai festeggiato i mesiversari.
Siamo strani, lo so.
Però oggi è metà anno che passiamo insieme... chissà se si ricorda di ciò, anche se ne dubito fortemente. Le date non sono mai state il suo forte!
In questo momento siamo sdraiati sul divano. Siamo qui seduti da stamattina e ci siamo alzati solo per mangiare qualcosa a pranzo.
La suoneria del telefono di Fede interrompe il film sul più bello.
Lui ferma la scena riprodotta sulla televisione e risponde alla videochiamata.
Sono Christy e Benji.
"Ciao ragazzi" li saluta lui.
I due ricambiano il saluto.
"C'è anche Gemma qui con me" esclama Fede, inquadrandomi
"Ehi! Come stai?" mi chiede Christy
"Bene dai. Tu?"
"Idem, anche se mi manchi tantissimo! Quando pensi che finirà la prigionia?" mi domanda ridacchiando
"Anche tu mi manchi e spero davvero di poter tornare a scuola tra pochi giorni"
"I professori hanno fatto osservazioni sulle nostre assenze?" chiede Fede
"Fermi tutti! Federico Rossi si sta davvero preoccupando per la scuola?" ride Benji.
Il biondino alza gli occhi al cielo. Sembra me. Evidentemente gli ho passato il mio stesso vizio.
"Comunque tranquilli nessuno ha detto niente. Vi abbiamo sempre coperti noi con delle scuse. Immaginavamo che Gemma non volesse far sapere a mezzo mondo ciò che le è capitato" risponde Christy
"Grazie mille ragazzi" dico spostandomi una ciocca di capelli dietro alle orecchie
"Poi ci dovrete passare tutti i compiti..." li avviso io
"Certo! Dopo ti mando tutto, non preoccuparti" mi risponde Christy sorridendo
"Questo vuol dire che dobbiamo recuperare davvero tutto quello che loro hanno fatto nell'arco di questi giorni?" mi domanda Fede.
Annuisco e lui scuote la testa, aggiungendo:"Dopo ne riparliamo..."
Lo squadro.
"Adesso noi dobbiamo andare. Cercate di non sbranarvi" esclama Christy.
Io e Federico ci guardiamo.
"Cercheremo di fare il possibile" ribatto io.
Salutiamo i nostri amici e ci rimettiamo a guardare il film.
Quando la proiezione finisce, mia mamma mi chiama al cellulare.
"Ciao come stai?" le domando, sperando che abbia delle buone notizie
"Io sto bene, tu?"
"Idem"
"Volevo solo dirti che oggi mi ha chiamato il tuo coordinatore di classe. Mi ha detto che hai un numero molto elevato di assenze. Ho provato a parlargli della situazione, ma mi ha riferito che stai saltando un sacco di verifiche e interrogazioni"
"Non posso perdere l'anno mamma" dico disperata, quasi con le lacrime agli occhi
"Mi dispiace così tanto che tu ti trovi in questa situazione, ma ti prometto che appena prenderanno tuo padre non salterai più un singolo giorno di scuola per colpa nostra"
"Spero..." rispondo un po' arrabbiata e un po' rammaricata.
Appena finisco la telefonata con mia madre, riferisco le notizie a Federico e gli propongo di metterci a fare i compiti insieme.
"Dobbiamo proprio farli?" mi domanda lui svogliatamente
"Direi di si" gli rispondo alzandomi dal divano e prendendo il necessario per studiare.
Io inizio a copiare tutti i numeri degli esercizi che dobbiamo eseguire su un foglio.
Dopo dieci minuti anche il mio ragazzo scansafatiche si siede al tavolo vicino a me.
"Sai che potremmo anche non recuperare niente? Ti ricordo che mio padre è il preside della nostra scuola e non permetterà mai che ci boccino"
"Sai già come la penso riguardo a questo argomento" gli rispondo
"Potremmo divertirci insieme al posto che stare qui a perdere tempo"
"Non è una perdita di tempo Fede. Io voglio guadagnarmi la promozione con le mie forze. Voglio che sia tutto farina del mio sacco"
"Come vuoi, ma fatti dare una mano almeno per le assenze..." mi risponde
"No Fede, non voglio" dico fermamente.
Lui scuote la testa e se la prende tra le mani.
Fortunatamente questa sgradevole conversazione termina velocemente e io posso dedicarmi tranquillamente ai miei compiti.
Dopo le due ore seguenti, io sono riuscita a finire tutta scienze umane e una parte di letteratura, mentre Fede ha solamente copiato da me le prime tre righe di un esercizio di inglese.
"Ok, ne ho abbastanza. Hai già studiato troppo per i miei gusti. Ora è giunto il momento di farti vedere la sorpresa" dice Federico alzandosi dalla sedia.
Sorrido e mi lascio convincere a mettere via i libri e i quaderni.
"Seguimi" sussurra lui.
Saliamo le scale e poi percorriamo il corridoio a sinistra.
Ogni volta che vengo a casa di Fede scopro una parte dell'abitazione che prima non conoscevo.
Dopo poco arriviamo davanti a una porta azzurrina, mai vista prima.
Lui mi copre gli occhi con le sue mani.
"Non sbirciare" mi ordina ridendo
"Mi posso fidare?" gli domando per provocarlo
"Ovvio" mi risponde.
Sento che Fede gira la maniglia della porta.
Sono troppo curiosa!
Entriamo nella stanza, ma Federico mi impedisce di guardare.
Improvvisamente lui mi toglie la mano dal viso e mi permette di godere della visuale.
Rimango estasiata.
Non ho parole.
Sono sbalordita.
"Fede..." sussurro con voce tremante
"Ti piace?"
"Si" rispondo.
Io e Fede ci troviamo in un locale enorme, anzi gigantesco.
Sulla parete di fronte a me c'è un lenzuolo bianco a forma di cuore, con il bordo rosso, la scritta +6 e un sacco di nostre foto.
Mi avvicino per guardare meglio le immagini.
Un paio di esse sono state fatte al compleanno di Fede, una è un nostro selfie che ci siamo scattati quella volta che siamo andati al parco di New York e un'altra ritrae noi in discoteca la prima volta che siamo andati.
È passato così tanto tempo...
Dal soffitto della camera pendono dei fili trasparenti con altre foto o con dei cartoncini colorati con delle frasi.
Su una sedia, posta in un angolo, c'è un orsetto enorme di peluche. Ha il pelo bianco con gli occhi azzurri e tra le zampette ha un cuscino rosso con ricamate le nostre iniziali in oro.
"Queste sono per te" mi dice Fede un po' imbarazzato.
Mi volto di scatto.
In mano ha un enorme mazzo di rose di un colore tendente al blu.
"Sono stupende" esclamo emozionata.
Dopo avermi dato i fiori, si allontana per un secondo e prende una scatoletta nera appoggiata su una mensola.
Dopodiché si posiziona in piedi davanti a me e apre la scatola.
All'interno c'è un anello in argento pieno di piccoli brillanti, sopra ai quali c'è un infinito in oro bianco.
Me lo mette al dito.
"Oggi sono precisamente centottantadue giorni che stiamo insieme e volevo farti qualcosa di speciale. So che normalmente non festeggiamo queste occasioni, ma..."
Non lo lascio finire di parlare e lo bacio. È un bacio sensuale, travolgente e ardente.
Quando ci separiamo, mi metto a guardare le foto e a leggere le frasi che lui ha scritto a penna apposta per me.
Mano a mano che faccio scorrere, con gli occhi, i cartoncini delle lacrime di gioia mi bagnano il viso.
"No, non piangere" mi dice Fede sedendosi di fianco a me sul pavimento.
Appoggio la mia testa sulla sua spalla.
"Ti amo Fede"
"Ti amo anche io" mi risponde.
"Ora c'è un'altra cosa che dovresti vedere..." dice Federico dopo qualche minuto.
Lo osservo con uno sguardo accattivante.
"Seguimi" dice lui ridendo.
Afferro l'orso gigantesco e, prendendo a braccetto Fede, mi dirigo verso il piano inferiore.
"Tieni" esclama Federico.
Mi sta passando un suo giubbotto. Dove vorrà andare? Sa benissimo che non posso allontanarmi da casa...
Usciamo dalla porta d'ingresso e lui mi fa strada sul retro della casa.
Non avevo mai visto il suo imponente giardino.
Al centro c'è una piscina abbastanza grande con delle poltroncine intorno.
Su un tavolino ci sono due bicchieri di champagne e delle patatine.
"Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere stare un pochino all'aria aperta..." dice Fede.
Gli sorrido.
Ha avuto davvero un bel pensiero!
"Sei stato carinissimo"
Lui arrossisce.
Ci sediamo su due poltrone a bordo piscina e ci gustiamo il nostro aperitivo.
"Mi ricorda un sacco quando siamo andati alle Hawaii" dico sovrappensiero
"Già...Alla fine è stata una bella vacanza, a parte qualche cavolata che ho fatto"
Annuisco.
Ci godiamo la bellissima serata.
La luna splende in cielo e piano piano iniziano a spuntare le prime stelle.
Essendo metà marzo non fa freddissimo, anche se c'è un po' di aria.
"Non voglio rovinare la serata ma mi sembra giusto dirtelo" dice Fede tutto ad un tratto.
Siamo abbracciati e io ho la faccia quasi sprofondata nel pelo morbido dell'orsacchiotto.
"Cosa è successo?" domando senza muovermi di un centimetro
"Oggi ho ricevuto delle notizie riguardanti tuo padre"
"L'hanno trovato?" chiedo speranzosa
"Non ancora, ma so che ieri si trovava a Philadelphia. Hanno già avvisato la polizia del luogo. È questione di due o tre giorni e lo prenderanno"
Fisso il cielo buio e finisco di bere il vino tutto ad un fiato.
Restiamo per qualche minuto in silenzio.
"Scusa ma tu come fai a sapere tutte queste cose?" gli domando improvvisamente
"Diciamo che ho delle conoscenze..." mi risponde lui.
Non ho intenzione di approfondire l'argomento, per non rovinare la serata, quindi mi limito ad annuire.
Dopo circa mezz'oretta una voce abbastanza rauca interrompe un nostro momento particolarmente privato.
"Ecco le pizze!"
Il padre di Federico compare alle nostre spalle.
Io e Fede ci allontaniamo immediatamente e salutiamo Mirko.
"Grazie" dico quando l'uomo mi passa il cartone della pizzeria.
Dopo poco ci lascia nuovamente soli.
Io e Fede ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere.
"Ci è mancato poco" sussurra Federico tra una risata e un'altra
"Davvero"
"Tieni una fetta" dice il biondino allungandomi un pezzo di quella buona pietanza.
Mangiamo la nostra cena sotto il cielo stellato.
Tra un bicchiere di champagne e un trancio di pizza, arriva mezzanotte.
"Ora è giunto il momento divertente della giornata" dichiara Federico alzandosi dal divanetto.
Onestamente abbiamo bevuto un bicchiere di troppo e non so esattamente cosa abbia in mente di fare.
Vedo che mi guarda con un'aria provocante.
"Non so cosa tu voglia fare, ma non è un'ottima idea avvicinarsi così tanto al bordo della piscina" dico ridacchiando
"Hai ragione, meglio che torni da te..."
Il sorriso furbo che ha dipinto sul volto non mi rassicura per niente.
Il mio sesto senso ha proprio ragione. Non bisogna mai fidarsi di Federico quando ha quella espressione.
Piano piano si avvicina a me e mi prende in braccio. Senza nemmeno lasciarmi il tempo di protestare, Fede si lancia in acqua.
Ci saranno appena dieci gradi e il vento non gioca a nostro favore.
"Scemo. Domani avremo la broncopolmonite" lo avverto.
Lui ride e alla fine decido di farmi anche io una risatina.
Lui mi osserva con uno sguardo magnetico e io non posso fare a meno di baciarlo.
Rimaniamo attaccati l'uno all'altro, ma dopo poco decido di uscire dalla piscina, nonostante le proteste di Federico.
Alla fine lui decide di seguirmi e, abbracciati, ritorniamo in casa.
"Ti aspetto di là" mi dice Fede dopo avermi accompagnata davanti alla mia camera.
Entro nella stanza e mi infilo il pigiama, poi mi strucco e mi faccio la coda.
Sono realmente colpita da quello che Fede ha fatto per me oggi. Non mi aspettavo di ricevere tante sorprese così carine. Non pensavo fosse nello stile di Federico, ma forse mi sbagliavo...
Appena finisco di prepararmi, raggiungo Fede nella sua stanza.
"Ecco la mia principessa" esclama lui.
Arrossisco e mi sdraio sul letto con lui.
In poco tempo ci addormentiamo.

Sono quasi le sette di mattina. Mi rigiro nel letto e noto che Fede non c'è.
Decido di andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Così scendo dal letto, metto le ciabatte e mi dirigo al piano di sotto.
Appena arrivo nei pressi del soggiorno, sento che Federico sta parlando al telefono.
Inizialmente, vista l'ora, mi sono anche preoccupata ma, dopo aver sentito il destinatario della sua telefonata, mi sono calmata.
Non mi va di interrompere la chiamata, quindi scelgo di appostarmi su una sedia nel salone.
Anche volendo è praticamente impossibile non ascoltare il dialogo tra i due.
Sento Fede che dice:"Devi darle una mano, un piccolo aiuto, senza che lei se ne accorga"
Dopo un attimo di silenzio riprende:"Hai sempre aiutato me, potrai pure dare una mano a Gemma"
Purtroppo non riesco a sentire la risposta di suo padre.
"No, lei non sa che ti ho chiamato e non vuole il tuo aiuto perché dice che deve farcela da sola e robe del genere"
Sto iniziando davvero ad arrabbiarmi.
Appena intuisco che la conversazione sta volgendo al termine, torno di sopra, ma in camera mia e mi chiudo a chiave. Non ho intenzione di parlarci e tanto meno voglio vederlo.
Non posso credere che l'abbia fatto davvero! Perché non mi da mai ascolto?!

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