"Fede devo andare a casa mia. Mi accompagni?" domando a Federico mentre entro in camera sua
"Certo. Prendo il giubbotto e arrivo" mi risponde alzandosi dal letto.
Sono le sei di sera, ma c'è ancora chiaro fuori. Mia mamma mi ha chiamata circa dieci minuti fa e mi ha chiesto di vederci a casa nostra, ma ha precisato di non uscire da sola.
Inizio ad andare in giardino e dopo poco Fede mi raggiunge. Mi prende per mano e insieme ci avviamo verso la mia villetta.
Quando ci avviciniamo al cancello della casa, noto una figura maschile rivolta di spalle. Per un momento ho temuto che fosse mio padre, ma poi ho capito che si trattava solamente di Josh.
"Ciao" dico salutando il mio fratellastro.
Lui ricambia il saluto e mi abbraccia.
Fede lo guarda storto. Non lo sopporta.
"Cosa ci fai qui?" gli domanda Federico abbastanza scocciato.
Cerco di far capire a Josh che Fede non sa ancora niente riguardo la sua vera identità.
"La mamma di Gemma deve dare una busta alla mia" risponde Josh
"Quindi perchè tu sei qui?" lo incalza Fede.
È insopportabile quando fa così. So che lo fa perchè è geloso ed è anche carina come cosa, ma in questa situazione non c'è proprio motivo per essere così protettivo.
"Mia madre non poteva passare, così eccomi qui" si difende mio fratello.
Gli sorrido.
Per sviare la tensione, decido di citofonare, ma nessuno mi risponde. Prendo quindi le chiavi ed entro lo stesso in casa. Fede e Josh si siedono sul divano, mentre io salgo un attimo in camera mia per prendere la mia carta di credito.
Appena entro nella stanza, rimango spiazzata.
Non riesco a parlare.
Il cuore comincia a battere velocemente e sento che il respiro inizia a mancarmi.
Sento le gambe cedermi. L'unica cosa che riesco a fare è urlare.
La scena che mi trovo davanti agli occhi è davvero orribile.
Dopo pochissimi secondi sento Fede e Josh correre sulle scale. Io rimango in trance in mezzo alla camera. Non riesco a muovere un dito.
Vedo Fede che si copre la bocca con una mano, mentre Josh si lascia cadere a peso morto sul pavimento e inizia a piangere.
Sdraiato sul parquet c'è il corpo, senza vita, di mio padre.
Macchie di sangue rosso porpora dominano la stanza. Vicino alla sua mano destra c'è un coltello insanguinato. Non posso credere che sia morto.
Si sarà tolto la vita da solo? O qualcuno l'ha ucciso?
Mille domande invadono la mia testa e il mio cervello.
Cerco di raccogliere tutte le forze che mi rimangono e mi avvicino a Josh.
Lo abbraccio.
Una lacrima mi scorre sul viso, mentre le domande continuano ad aumentare.
"Ragazzi ho chiamato la polizia e anche la mamma di Gemma. Dobbiamo uscire da qui" dice Fede.
Io e Josh ci alziamo. Tutti e tre usciamo in giardino e io mi lascio abbracciare da Federico.
"Stai tranquilla Gemma" mi sussurra lui.
Non riesco nemmeno a lasciarmi andare in un pianto liberatorio, perchè dentro di me percepisco solo una sensazione di vuoto.
"Sono destinato ad avere un futuro infelice" esclama Josh tra un singhiozzo e l'altro
"Prima mi viene portata via la mamma, senza nemmeno darmi la possibilità di conoscerla, e ora il papà" aggiunge coprendosi la faccia.
Federico, dopo l'ultima frase pronunciata da Josh, ha smesso di tenermi tra le sue braccia e mi sta osservando.
Proprio quando sembra che stia iniziando a parlare, la polizia arriva guidata da mia mamma.
Corro incontro a quest'ultima. Lei sembra sconvolta, ma per un momento una scintilla di sollevazione le balena negli occhi. Mi stringe a sè.
Tre poliziotti entrano in casa, mentre un quarto si avvicina a me.
"So che è un brutto momento, ma potreste raccontarmi cosa è successo esattamente?" domanda quest'ultimo a me, a Fede e a Josh.
L'unico che riesce a parlare è Federico.
Fortunatamente il biondino porta lontano da noi l'agente e inizia ad esporre le dinamiche del caso.
"Mi sono accorto solo ora della frase che ho detto poco fa. Scusami mi è venuto spontaneo. Spero di non aver creato dei problemi tra te e il tuo ragazzo" mi dice Josh mentre si asciuga una lacrima
"Tranquillo. Dopo ci penserò io" gli rispondo.
Lui mi da un bacio sulla guancia e mi sussurra un <ti voglio bene sorellina>. Le sue parole mi colpiscono dritta al cuore. Non mi aveva mai chiamata in questo modo. È bellissimo sapere che mi considera sua sorella a tutti gli effetti.
"Ho bisogno di allontanarmi da questa casa il più velocemente possibile" dico ad alta voce, un pò sovrappensiero.
Federico mi sente e si avvicina a me dicendo:"Anche io vorrei andarmene, credimi, ma la polizia ha detto che devono interrogare tutti quanti, te compresa"
Sbuffo e mi siedo su un muretto in giardino. Vedo mia mamma che parla con una poliziotta.
Sono ancora sotto shock. Non capisco precisamente cosa stia accadendo davanti ai miei occhi. C'è un via vai di persone. Un trio di uomini è appostato davanti a casa mia, incuriosito dalla scena.
Josh è letteralmente distrutto, ma almeno ha smesso di piangere. Federico è turbato tanto quanto me.
Dopo poco, la stessa donna che ha interrogato mia madre invita Josh a parlare con lei sul retro della casa.
Mia mamma mi raggiunge.
"I poliziotti hanno trovato una lettera, scritta da tuo papà, dove spiega i motivi per cui si è tolto la vita, ma devono analizzarla loro prima di consegnarcela"
"Quindi si è suicidato?" domando anche un pò ingenuamente
"Si" mi risponde mia mamma abbassando lo sguardo.
Una fitta al petto mi toglie il respiro.
Josh torna dal breve colloquio e ora tocca a me andare a riferire la mia versione dei fatti.
Mi faccio forza e mi alzo dal muretto. Raggiungo l'agente e le racconto tutto. Dopodiché decido di andarmene da quel posto e, uscendo dal cancello, inizio a vagare a vuoto.
Sento l'esigenza di stare un pò da sola con i miei pensieri.
Dopo poco, però, Federico mi raggiunge.
"Ti dispiacerebbe lasciarmi da sola per qualche minuto?" gli domando.
Lui annuisce e, dopo avermi lasciata, se ne va.
Cammino per qualche metro ancora fino a quando non raggiungo un parchetto. Non l'avevo mai visto prima. È davvero piccolo, ma mi trasmette un senso di pace. C'è un laghetto e un fiumiciattolo che scorre in mezzo alla parte centrale del parco.
Mi siedo su una panchina.
Cerco di concentrarmi su me stessa e sulle sensazioni contrastanti che provo. Mi sento triste, depressa, anche se una parte di me è un pò alleggerita.
Sono devastata. È come se il mondo mi fosse caduto addosso tutto ad un tratto.
Dentro la mia mente iniziano a scorrere episodi della mia vita trascorsi con mio papà. Ripenso al mio undicesimo compleanno, quando mio padre, per la prima volta in tutta la mia vita, mi aveva fatto un regalo di compleanno: un peluche rosa e lilla a forma di unicorno. Lo conservo ancora. Ogni volta che lo vedo riprovo le stesse emozioni che avevo provato nel vedere miò papà con in mano un regalo tutto per me.
In realtà, il pupazzo è anche bruttino, ma a me non interessava.
Rievoco nei miei pensieri il giorno di San Valentino di quasi nove anni fa. Nell'ultimo periodo di quell'anno, i miei genitori avevano iniziato a litigare pesantemente e io avevo pensato di regalare ad entrambi un cuscino a forma di cuore rosso con la scritta "I love you", per dimostrare a loro che li amavo veramente tanto e che non volevo vederli tristi.
Per racimolare qualche soldo per comprare i regali, avevo iniziato a vendere degli scooby doo all'oratorio della città.
Quando mia mamma aveva visto il pacchetto regalo si era subito emozionata e mio papà aveva la gioia dipinta sul viso.
Finalmente riesco a liberarmi in un pianto disperato.
Non posso credere che si sia tolto la vita e per giunta che l'abbia fatto in camera mia. Non scorderò mai e poi mai la sensazione di orrore che ho provato nel vedere il suo corpo per terra senza vita.
Chissà cosa succederà ora...
Ripenso al suo tatuaggio che ritraeva una catena. Non saprò mai il significato che si celava dietro.
Nonostante non fosse stato uno dei migliori padri al mondo, rimaneva comunque il mio papà.
Il pensiero che ci sia anche solo una piccola probabilità che abbia compiuto quel gesto così estremo per colpa mia, mi toglie il fiato, mi fa girare la testa.
Forse, però, la colpa potrebbe essere di mia madre oppure il fatto di vivere in un carcere lo opprimeva troppo. D'altronde lui era sempre stato uno spirito libero.
Guardo il cielo.
Le prime stelle iniziano ad apparire per far brillare almeno un pò la volta celeste ormai già buia.
Sento vibrare il telefono. Ho ben tredici chiamate perse. Tre da parte di mia mamma, mentre le restanti sono di Federico. Solo ora mi accorgo che è davvero tanto tardi. Mi asciugo le lacrime e, salutando il mio nuovo locus amoenus, mi avvio verso casa. Appena arrivo a destinazione, trovo mia mamma in sala con Morena.
"Ciao" dico ad entrambe, prima di togliermi il giubbotto di jeans.
Mia madre è leggermente bianca in viso e sembra invecchiata improvvisamente di almeno dieci anni.
"Fede ti aspetta di sopra" sussurra mia mamma con un filo di voce.
È davvero sconvolta, quasi più di me.
Beh come biasimarla. Alla fine l'ha sempre amato e lo conosceva da molti anni ormai.
"La polizia se n'è già andata?" domando
"Tutti a parte un poliziotto che è rimasto di guardia davanti alla tua camera"
Annuisco e inizio piano piano a salire le scale.
Saluto l'agente che si trova in corridoio.
"Fede" dico cercando di farmi sentire da lui.
Riesco nel mio tentativo. Infatti, dopo poco, lo vedo uscire dalla stanza di mia mamma. Mi viene incontro e mi stringe forte a sè.
"Pensavo che ti fosse successo qualcosa! Non tornavi più!"
Io non parlo. Sto troppo bene lì tra le sue braccia possenti.
"Non sapevo cosa ti stesse passando per la mente quando te ne sei andata e ho avuto paura che non saresti più tornata"
"Avevo solo bisogno di raccogliere un pò le idee" dico staccandomi dal suo morbido abbraccio.
"I poliziotti hanno detto qualcosa prima di andarsene?"
"Hanno preso la lettera scritta da tuo padre per esaminarla, poi ve la riporteranno. Hanno confermato che si tratta di suicidio, viste le dinamiche. Hanno portato via il corpo e poi hanno ripulito il tutto, ma la tua camera non è ancora accessibile"
"Ve bene" sussurro.
In effetti la mia stanza è blindata con del nastro giallo.
"Hai fame?" mi domanda Federico.
Sinceramente non ho mangiato niente da stamattina e il mio stomaco reclama cibo.
"Un pò" rispondo appena sento il mio stomaco brontolare.
Fede mi prende per mano e insieme decidiamo di andare a mangiare un panino al Mc Donald.
"Ho sentito tua mamma dire alla mia che sta già iniziando ad organizzare il funerale che si terrà fra tre giorni" mi comunica Federico prima di addentare una crocchetta
"Mi sembra giusto. Andrò anche io, almeno per salutarlo per l'ultima volta" sospiro
"Sei troppo buona" mi risponde lui.
Alzo le spalle e inizio a mangiare anche io.
"Dovresti raccontarmi di Josh eh" sottolinea lui.
Faccio un profondo respiro.
"In realtà è il figlio di mio papà. Lui aveva tradito mia madre con un'altra e quella è rimasta incinta. Un giorno si è presentato a casa nostra e così abbiamo scoperto..." dico sospirando.
"Perché non me l'hai detto?" domanda
"Non volevo infangare ancora di più la reputazione di mia mamma. Abbiamo deciso di non dirlo a nessuno"
"Con me il tuo segreto sarà al sicuro" mi promette lui.
Dopo aver cenato torniamo a casa di Fede, dal momento che non voglio e non posso dormire in camera mia.
Vado nella stanza degli ospiti e, dopo aver dato la buonanotte a Fede, mi metto il pigiama e poi mi sdraio nel letto, ma non prima di aver spento la luce.
Tento di dormire ma, appena chiudo gli occhi, mi torna alla mente la scena di mio padre sdraiato sul pavimento e ciò mi impedisce di prendere sonno. Rimango sveglia nel letto per un paio di ore, fino a quando non mi addormento.
Tuttavia la mia serenità è destinata a durare ancora per poco.
Verso le quattro e mezza mi risveglio e, dopo una mezz'oretta, decido di alzarmi e di andare da Fede. Apro silenziosamente la porta della sua camera. Lui non si muove. Mi avvicino al suo letto e mi sdraio delicatamente vicino a Fede. Lui mi stringe a sè e mi abbraccia, continuando a dormire. Consolata tra le sue braccia, mi sento subito a casa e, in men che non si dica, chiudo gli occhi e mi appisolo.
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Infinity Love [COMPLETATA]
FanfictionGemma è un'adolescente che nasconde un triste passato e un presente frenetico. Ha una famiglia distrutta, composta da un padre alcolizzato e una madre senza carattere. Per colpa di Tania, non sa più chi sia e che cosa le piaccia fare. L'unica cosa c...