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Appena entro in camera, mi tolgo i tacchi e li metto nell'armadio. Federico mi segue e si siede sulla sedia nera della scrivania.
"Mi metto il pigiama" dico al biondino e lui sorride in modo pervertito.
Mi tolgo i vestiti e mi infilo velocemente la maglia e i pantaloni che avevo portato da Christy.
"Sei perfetta. Tutte le curve al posto giusto..." mi dice osservandomi
"Piantala" lo ammonisco infastidita dal fatto di essere guardata
"Scordatelo"
"Uff" dico e lui mi sorride.
Mi metto davanti allo specchio della mia camera e mi faccio la coda alta. Federico mi raggiunge e mi sussurra:"Sai, mi manca un sacco passare del tempo con te... solo noi due... come alle Hawaii..."
Io arrossisco e lui si avvicina a me, per poi prendermi per i fianchi e darmi un bacio umido e caldo sul collo. Le sue labbra sono morbide sulla mia pelle. È una sensazione fantastica.
Riprendo il controllo di me stessa e mi volto.
"Se proprio proprio ci tieni a stare con me, vai a prendere il pigiama. Vorrà dire che faremo un pigiama party solo noi due" dico ridacchiando imbarazzata.
Il suo viso si illumina.
"Allora scendo subito a prendere la borsa" mi dice
"Però andiamo a letto presto perché domani c'è scuola"
"Sempre la solita" mi risponde scendendo le scale.
Quando torna, io sono sdraiata sul letto.
"Tutto bene?" mi domanda
"Si..."
"Ti conosco, non è vero" mi dice guardandomi dritto negli occhi
"Va bene, va bene. Pensavo a mio padre..."
"E..."
"Mi sento una stronza. Lui ora è dietro alle sbarre e non ha più nessuno. Aveva solo noi..."
"Gemma, ascoltami. Non puoi dimenticare quello che vi ha fatto. Se lo merita e non sei una stronza. Ora potete vivere libere, tu e tua mamma, e noi due possiamo stare insieme senza che lui ce lo impedisca"
"Si hai ragione..."
"Come? Non ho sentito bene" dice lui ridendo
"Hai ragione" ripeto sorridendo
"Questa me la segno sul calendario. Mi hai dato ragione!"
Ridiamo insieme.
"Mi metto anche io in pigiama" mi dice e io mi volto a osservarlo.
Ha un fisico perfetto. Osservo i suoi tatuaggi. Sono misteriosi. Vabbè i suoi addominali sono perfetti.
"Chiudi la bocca o ti entrerà una mosca" mi dice ridendo.
Io mi volto e mi copro la faccia con le mani.
"Ehi scherzavo" mi dice buttandosi sul letto vicino a me.
Mi fa girare verso di lui.
"Hai deciso cosa fare per il tuo compleanno?" gli chiedo
"Ancora no..." dice lui giocherellando con un ciuffo dei miei capelli
"Ma come? Manca pochissimo"
"Gemma, mancano ancora tre settimane"
"Appunto sono pochissime"
Lui ride.
"Allora ci penserò" mi dice sorridendo
"Così va meglio" dico sbadigliando.
Apro il cassetto del comodino e tiro fuori il pacchetto di orsetti gommosi.
"Vuoi?" gli chiedo
"Solo tu puoi avere delle caramelle nascoste in camera" mi risponde prendendo un orsacchiotto rosso
"Lo so" dico soddisfatta mentre mangio.
Dopo poco abbiamo finito il pacchetto.
"Vieni qui" mi dice tirandomi a sé.
Ci mettiamo sotto le coperte e lui inizia a farmi i grattini sulla schiena, fino a quando non mi addormento.
Stiamo tutta la notte abbracciati.

Il suono della sveglia, mi fa sobbalzare. Apro gli occhi.
"Fede dobbiamo svegliarci" gli dico con la speranza che mi risponda
"Non possiamo saltare scuola?" mi domanda
"Scordatelo"
"Dai vieni qui" mi dice ributtandomi con un solo braccio sul materasso, vicino a lui
"Uff. Facciamo tardi" lo avviso
"Va bene, va bene" dice rassegnato.
Apre gli occhi e mi sorride, per poi tirarmi un cuscino in faccia.
"Rompiscatole" mi dice
"Cosa vuoi per colazione?"
"Quello che mangi tu"
"Ok. Ora alzati. Sei peggio di un bambino dell'asilo"
"Ma sono un bambino molto carino" mi risponde
"Convinto tu..." sussurro
"Ti ho sentita"
"Ops..."
Ridiamo.
Finalmente si alza e scendiamo di sotto.
Preparo la colazione, che consiste in cappuccino e biscotti.
"Io non ho lo zaino" mi dice
"Fa niente. Tanto non lo porti praticamente mai" gli dico
"Si, ma oggi c'è ginnastica"
"Merda. È vero. Che palle!"
"Ma se sei bravissima" mi risponde prendendomi in giro
"Antipatico. Comunque ti presto io qualcosa"
"Si, direi che leggins e una magliettina corta da ragazza, saranno perfetti" mi dice ironico
"Scemo, ho le tute" gli dico tirandogli un pugno sul braccio.
Saliamo in camera e, mentre lui è in bagno, svuoto l'armadio per cercare qualcosa da dargli. Dopo venti minuti riesco a recuperare qualche indumento.
"Tieni" gli dico passandogli i vestiti.
Lui scoppia a ridere.
"O questo o niente" gli dico
"Va bene, ma non dirlo in giro"
Osserva i pantaloni neri, e fin qui niente di strano, ma poi apre la maglietta. È grigia, con una scritta.
"Dai non è male" gli dico ridendo
"Certo, se non fosse corta e se non ci fosse scritto <#selfiee>"
Scoppiamo a ridere a crepapelle.
"E questa è la felpa"
Lui la guarda. È nera, a maniche lunghe, l'unica cosa è che ha i polsini con i glitter argento.
"Gemma,quando uscirò da quello spogliatoio, la mia reputazione si rovinerà" dice ridendo.
Vado in bagno a prepararmi, senza smettere di ridere. Mi sistemo e dopo mezz'ora, Fede bussa alla porta.
"Cosa c'è?"
"Sei morta?" mi chiede
"No, entra mi sto facendo la coda"
"Ora capisco perché ti svegli due ore prima"
"Sono stata anche veloce" gli dico e lui scuote la testa
"Sistemati i capelli"
"Che palle" mi dice dandomi un bacio sulla guancia.
Glieli scompiglio per bene e poi glieli sistemo.
"Così va bene" gli dico e lui approva
"Ora ti preparo io i vestiti da metterti per palestra, altrimenti tu vieni vestita con quella tutona lunga da nonna"
"Sei perfido" gli dico.
Apre l'armadio e inizia a cercare tra i migliaia di vestiti neri.
"Ma quanti abiti hai?" mi domanda
"Non si sa mai..." dico mettendomi le scarpe
"Tieni questi" mi dice lanciandomi i pantaloncini corti bianchi.
Li guardo storta.
"Non obiettare. Io devo mettermi quella roba. Ah e questa"
Mi passa una conotta grigia.
"È stretta e troppo attillata" dico
"Meglio" mi dice con il suo sorrisino
"Ma dai..."
"Così mi fai contento"
"Idiota" dico infilando il tutto nella borsa da palestra
"Possiamo andare" dico una volta pronta completamente
"Come vuole" mi risponde e, prima di uscire dalla stanza, mi tira una pacca sul fondoschiena.
Per tutto il tragitto ci teniamo per mano e arriviamo giusto in tempo per la prima ora. Ci sediamo nella terza fila.
Le lezioni delle prime tre ore sono state abbastanza impegnative e ora dobbiamo andare in palestra.
"Pronto per indossare la divisa?" domando a Fede
"Certo che no"
Ci avviamo verso gli spoiatoi insieme, poi io vado in quello femminile e lui in quello maschile.
"Ciao Christy" dico salutando la mia amica
"Ehi. Tutto bene?"
Mentre tento di infilarmi i pantaloncini, volo per terra.
"Diciamo che stavo meglio prima di cadere" dico con le chiappe sul pavimento freddo
"Rimbambita" mi dice lei ridendo.
Mi allunga la mano e io la afferro. Lei non smette più di ridere. Mi metto la canottiera e le scarpe.
"È troppo stretta" contesto osservando la mia conotta grigia
"Non è vero. Ti sta bene"
"Ma si vede troppo" dico indicando la parte superiore del mio busto
"Ma smettila. Federico sarà contento"
"Certo, l'ha scelta lui" dico sovrappensiero
"Ovvio" dice lei ridendo.
Usciamo e ci avviamo al campo.
"Ok. Non so se sia più divertente questo o la caduta di prima di Gemma" dice Christy ridendo quando vede Fede vestito con la mia tuta
"No, ma aspetta di vedere la maglia" le dico aprendo la felpa di Fede
"Oddio questo è troppo" dice urlando
"Bene, bene, bene. Io ti faccio mettere queste cose sexy e tu mi fai mettere questo" mi dice Fede ridendo
"Esatto. A proposito, rimango dell'idea che questa maglia sia troppo attillata"
Fede non fa in tempo a rispondermi, che Benji ci raggiunge dicendo:"Gemma che bella canottiera. Però non dire a Candy che te l'ho detto, altrimenti mi taglia la gola"
"Ma dai, anche lui dice che ti sta bene..." esclama Christy rivolgendosi a me
"Invece tu Fede..." dice Benji
"Non parlare è colpa sua" risponde Federico indicandomi e ridendo
"Ora vi faccio una foto" dice Christy a me e al biondo.
Federico mi stringe e io sorrido alla fotocamera.
"Fatta" dice sorridendo
"Mandacela" le dico
"Bella! La voglio anche io la foto con il figo" dice Benji
"Cretino vieni" esclama Fede.
Fanno la foto.
"Manco io" dice Christy
"Oddio cosa sono? Il modello dell'Abercrombie?" dice Fede passandosi una mano nel ciuffo
"Di solito i modelli sono fighi e non indossano vestiti da ragazze" intervengo io
"Scema" dice lui ridendo
"Ragazzi, va bene che oggi il signorino Rossi ha deciso di indossare un outfit particolare, ma questa non è l'ora dei set fotografici" ci dice la prof trattenendo le risate.
Raggiungiamo gli altri.
Durante la prima mezz'ora non succede niente di strano, fino a quando la prof ci dice che dobbiamo fare gli addominali a coppie.
Fede mi guarda e ride per la faccia che gli faccio.
"Dai vieni" mi dice
"Andiamo in fondo" gli ordino io e poi lui inizia a fare i suoi addominali, mentre io gli tengo fermi i piedi.
Dopo poco ha già fatto i suoi trenta addominali.
"Prego piccola ora tocca a te" mi dice facendomi l'occhiolino.
Mi sdraio e inizio a farli.
"Dai che ne mancano cinque" mi dice incoraggiandomi e, quando ho finito, mi aiuta a rialzarmi.
La lezione giunge al termine e andiamo a cambiarci. Quando abbiamo finito, io e Fede usciamo da scuola.
"Oggi andiamo a fare shopping" mi comunica
"Ma anche no, sai che odio andare per negozi"
"E dai"
"Che palle! Ma cosa dobbiamo comprare?" chiedo
"Vedrai"
Mi prende per mano e mi porta per le vie di New York, fino a quando non arriviamo davanti al negozio di Victoria's Secret.
Lo guardo male e lui mi fa entrare aprendo la porta.
"Buongiorno avete bisogno?" chiede la commessa
"No, no grazie facciamo da soli" dice Fede guidandomi ai camerini
"Tu entra e aspetta" mi dice.
Dopo poco apre la tendina e mi da tre omini con appesi tre intimi diversi.
"Sei scemo" gli dico osservandoli
"Provali" mi risponde ridendo della mia espressione.
Chiudo la tendina. Il primo completino è nero, con dei diamantini bianchi sulla parte superiore. Il secondo è blu elettrico semplice e il terzo è rosso fuoco tutto di pizzo. Provo il primo.
"Pronta?" mi chiede
"Si, ma non esco" dico
"Allora entro io" esclama facendo il suo ingresso nel camerino
"Questo lo prendi" mi dice ed esce.
La stessa reazione viene scatenata dal secondo.
"Fatto" dico quando ho indosso quello rosso
"O caspita" mi dice quando mi vede.
Sono bordeaux.
"Sei splendida" mi dice accarezzandomi i fianchi.
"Questo è il mio preferito" confessa e, prima di uscire, mi da in bacio sul collo.
Mi osservo allo specchio. Questa me mi piace. Sono diversa. Per una volta mi piaccio. Mi sento bella. È grazie a Fede se provo queste sensazioni.
Mi rivesto e, dopo aver pagato, Federico mi riporta a casa.
"Grazie Fede del pomeriggio" gli dico
"Figurati" risponde dandomi un bacio sulla guancia.
Apro il cancellino di casa. Mia mamma è ancora al lavoro. Il nostro rapporto migliora ogni giorno sempre di più.
Nell'aprire la porta, la mia attenzione cade in un angolo vicino al portaombrelli. Mi chino per vedere meglio, visto che non ho su gli occhiali. Appoggiata per terra ci sono una busta nera e una rosa anch'essa nera. Raccolgo le cose ed entro in casa. Un brivido di gelo mi assale. Mi tolgo il giubbotto e lancio lo zaino, poi mi siedo sul divano. Apro la busta. La scritta è stampata in oro. Dice:"So dove abiti. È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ci siamo visti. So tutto di te. So di Federico, dei casini di tuo padre e di tua madre. Voglio distruggerti. Guardati bene attorno. Presto avrai altre mie notizie. Non azzardarti a dire niente alla tua sottospecie di ragazzo e goditi il profumo della tua rosa..."
Rabbrividisco. La prima ipotesi che mi viene in mente è che il postino abbia sbagliato a imbucare la busta ma, dopo averla riletta altre tre volte, arrivo alla conclusione che sia proprio io la destinataria. Immediatamente prendo la rosa e la getto nel bidone dell'immondizia all'angolo della via.
Ho paura? No.
Rientrando in casa, la prima cosa a cui penso è che, anche quando ero nell'altra parte della città, mi arrivavano a casa lettere di prese in giro e minacce e che quindi devo solo dimenticarmi della faccenda, come ho sempre fatto. Prendo la lettera e la nascondo in fondo al cassetto della scrivania, sotto a dei quaderni. Le altre lettere le avevo buttate il giorno in cui avevo lasciato la prima casa. Le avevo bruciate. Non voglio ricominciare da capo, non ancora. Accendo la musica e cerco di dimenticarmi di questa cosa, come facevo sempre, anche se questa volta, non so perché, è più difficile. È come se stessi tralasciando qualcosa...

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