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Sono le sette di mattina e tra esattamente un'ora ho l'interrogazione di scienze umane.
Sono in ansia.
Mi preparo e decido di uscire prima di casa per fermarmi in un bar a mangiare una brioche e una buona cioccolata calda.
Mi avvio verso la mia destinazione e entro nel primo locale aperto che trovo. Appena metto piede nel bar, mi accorgo che è il posto dove avevo incontrato Federico. Sorrido nel ricordarmi che gli avevo rovesciato sulla maglietta il mio cappuccino.
Vado al bancone e ordino da mangiare.
"E anche la dieta la facciamo domani" sospiro prendendo una brioche al cioccolato.
Stando attenta a non versare per terra la mia unica gioia della giornata, mi siedo ad un tavolino. Tiro fuori dallo zaino il mio quaderno e inizio a ripetere.
"Scusi signorina posso portare via?"
Alzo gli occhi dagli appunti.
"Si certo grazie"
Davanti a me trovo una ragazza bassa, ma carina, con i capelli ricci castani e gli occhi azzurri.
Lei mette la tazza e il piattino sul vassoio e, guardando i miei appunti, mi domanda:"Ma frequenti la scuola con l'indirizzo delle scienze umane?"
"Si"
"Beh forse è il caso che tu vada..." dice sorridendomi e andando al bancone del bar.
Inizialmente rimango perplessa, poi con la coda dell'occhio vedo l'orologio e mi accorgo che mancano due minuti all'inizio della prima ora.
Ma come è possibile che sia passato così velocemente il tempo?!
Butto tutto nello zaino, pago alla velocità della luce e inizio a correre verso l'istituto.
Il telefono continua a squillare, ma non ho tempo per rispondere.
Appena entro nel giardino della scuola, mi faccio largo tra gli ultimi ritardatari.
Proprio quando metto piede in classe, la campanella suona.
Ho il fiatone, ma nonostante ciò, saluto il professore della materia di indirizzo, lascio le mie cose vicino a Federico, prendo la sedia e mi metto alla cattedra con gli altri miei compagni e inizio l'interrogazione.
Mi concentro e riesco a rispondere a ogni domanda che il professore mi pone.
Dopo un'ora, il prof ci fa tornare al posto.
"Come è andata?" mi chiede Federico
"Boh penso bene..." dico preparando il materiale per l'ora dopo
"Guarda sul registro elettronico" mi dice, visto che il prof di scienze umane solitamente mette il voto su internet a fine ora
"No, non uso il telefono in classe" dico
"Ma dai solo un attimo"
"No"
Fede sbuffa.
"Tanto fra due ore posso vederlo" dico difendendomi
"Dammi le credenziali" mi dice
"No"
"Ok, allora inseriscile tu" mi propone passandomi il suo telefono.
Alla fine alzo gli occhi al cielo, controllo se il professore dell'ora dopo sta arrivando e, quando sono sicura di poter usare il cellulare, digito il mio nome e cognome e le credenziali.
"Fatto. Spero di aver preso almeno otto perché è da due settimane che sto studiando questi capitoli e sono uscita di casa solo per lavorare praticamente"
"Beh allora buone notizie... Hai preso nove" mi annuncia Fede.
Inizialmente rimango esterrefatta e non gli credo. Solo quando gira lo schermo verso di me, realizzo la cosa.
Lui si avvicina a me e mi da un bacio a stampo.
Improvvisamente il brusiglio di sottofondo, che prima dominava l'aula, si placa.
Mi sposto velocemente, ma comunque è troppo tardi.
Il professore di scienze è davanti a noi.
Guardo di sottecchi Fede con lo sguardo basso.
"Che figura!" mormoro tra me e me mentre mi allontano per sedermi al mio banco.
Federico rimane in piedi, lo sguardo fisso su di lui. Fede odia quell'uomo più di chiunque altro. Me l'ha confessato più e più volte, ma il professore ora ha ragione. Non doveva baciarmi.
"Signorini Rossi e Evans, potreste spiegarmi che cosa stavate facendo?" ci domanda.
Tento di rispondere precedendo Fede, ma lui è più veloce di me e dice:"Stavamo entrando in relazione e stavamo cercando di confrontarci, prima che lei ci interrompesse"
Tutta la classe scoppia a ridere e io vorrei solo sotterrarmi.
"Bene, visto che avete così tanta voglia di ridere, è venuta voglia anche a me di farmi due risate, quindi oggi starete tutto il pomeriggio a pulire l'atrio della scuola"
Alzo gli occhi al cielo.
In questo momento vorrei solo disintegrare Federico.
"Ma perché non ci aiuta anche lei? In tre ci si diverte di più" risponde Fede al professore
"Farò finta di non aver sentito..." controbatte quest'ultimo.
Federico si siede vicino a me. Non lo degno nemmeno di uno sguardo.
"Idiota" dice lui.
La lezione inizia e per tutte le ore successive cerco di stare alla larga dal mio ragazzo. Christy e Benji vorrebbero ammazzarlo, visto che oggi alle tre saremmo dovuti andare al parco degli skate tutti insieme.
"Non so cosa fare ragazzi. Passerò il pomeriggio a pulire. Se non trovate più Federico è perché l'ho fatto fuori io" dico salutando i miei amici e avviandomi all'atrio.
"Eccoti" dice Federico ridendo
"Levati subito quel sorriso ebete dalla faccia"
"Ma dai ci divertiremo"
"Avrei preferito passare la giornata spaparanzata sul divano, sotto le coperte, con un film strappalacrime e una cioccolata calda"
"Va bene, va bene, ma la colpa non è solo mia"
"Ah no? Chi è che ha insistito per guardare il voto? Ma soprattutto chi è che mi ha baciata?"
"Avresti potuto staccarti"
"Infatti l'ho fatto"
"Troppo tardi evidentemente"
Lo uccido. È la volta buona che lo faccio fuori.
Gli tiro un'occhiataccia e poi vado nello sgabuzzino a recuperare scopa, mocio, secchiello con acqua e detersivo e una paletta.
"Dai non fare la musona" mi dice
Non gli rispondo.
Verso il detersivo nell'acqua e inizio a passare il mocio sul pavimento.
"Tieni questa e pulisci lì in fondo" gli ordino passandogli la scopa e indicando un punto lontano da me della stanza.
Lui annuisce e si allontana.
Un silenzio imbarazzante domina la sala.
Nessuno dei due spiaccica parola. Non ci guardiamo nemmeno.
È assurdo! Come poteva essere colpa mia?! Non si è nemmeno assunto le proprie responsabilità! Avrebbe potuto evitare di rispondere al professore e, chissà, forse non ci troveremmo qui!
Odio quando litighiamo, perché poi sento un peso che dallo stomaco arriva al cuore. È un dolore opprimente che non mi permette di pensare ad altro, ma nonostante ciò, riesco a rimboccarmi la maniche e dopo mezz'ora abbiamo pulito tutto il pavimento. Ora ci mancano i divanetti, le sedie, i tavolini e le due librerie. Non finiremo mai prima delle sei.
Federico riporta via gli strumenti che abbiamo usato e torna con in mano due stracci. Me ne porge uno.
Io inizio a spolverare i libri uno a uno, fino a quando un cuscino non mi colpisce la schiena.
"Ehi!" grido voltandomi.
Fede ha in mano un altro cuscino ma, non appena vede la mia faccia spazientita e scocciata, lo lascia ricadere sul divanetto.
Ritorno a concentrarmi sui libri, ma il mio pensiero continua a focalizzarsi sul biondino.
Possibile che dobbiamo discutere proprio a pochi giorni dalla nostra vacanza? Ma ne vale veramente la pena? Infondo non penso che questa punizione influenzerà molto la mia carriera da studentessa...
Ok, quel ragazzo mi sta dando alla testa.
Mi assicuro, con la coda dell'occhio, che Fede non mi stia guardando, afferro il cuscino che ho vicino ai piedi, miro il mio bersaglio e lo lancio. Faccio centro.
Federico si gira e, dopo avermi guardata male, iniziamo la lotta con i cuscini.
Entrambi stiamo ridendo a crepapelle.
"Sei scema" mi dice lui scherzando
"Tu di più" ribatto facendogli una linguaccia
"Dai ora muoviamoci. Tra mezz'ora devo essere a casa" lo avviso.
Sono sollevata per aver chiarito con lui, anche se ciò purtroppo non può cambiare l'accaduto.
Dopo esattamente ventidue minuti, ho finito e a Fede manca solo da sistemare l'ultimo libro sullo scaffale.
"Finish" grida lui facendomi battere il cinque.
Riportiamo via stracci, secchi e tutto ciò che abbiamo utilizzato e, finalmente, usciamo dall'edificio.
"Ti do un passaggio in macchina" mi dice Fede aprendo l'auto.
Accetto senza troppi complimenti, perché sono stanca morta.
Si, devo proprio trovare un po' di tempo per studiare per riuscire a prendere la patente.
"Cosa fai? Non canti?" mi chiede Federico riportandomi alla realtà.
Solo ora mi rendo conto che alla radio stanno trasmettendo la mia canzone preferita: Perfect di Ed Sheeran.
Fede sa bene che amo questa canzone, perché tutte le volte che la sento, mi metto a cantare come una scema.
Lui, forse per incoraggiarmi, inizia a canticchiare il ritornello.
"Eh ma così mi provochi" dico ridacchiando
"Sai che adoro quando canti"
Arrossisco immediatamente. Non me l'aveva mai detto.
Lui mi fa segno di imitarlo e così finiamo per cantare insieme.
A metà canzone però lui smette e rimango solo io a canticchiare.
Solitamente non lo faccio mai in presenza di altre persone, ma con lui mi sembra quasi una cosa naturale.
Arriviamo davanti a casa mia proprio quando la canzone finisce.
Ringrazio Fede mentre scendo dalla macchina.
Lui mi sorride.
"Buonasera mamma" dico aprendo la porta di casa e lanciando il mio zaino vicino al divano
"Ben arrivata Gemma. Dove sei stata per tutto questo tempo? Ti ho chiamata al telefono un paio di volte ma partiva la segreteria"
Cavolo!
"Scusa ma ero allo skate park con gli altri e non ho nemmeno guardato il cellulare"
"Mmh...Ok..."
La vedo poco convinta, ma ignoro la cosa e vado in cucina a mangiare qualcosa.
Ho troppa fame. Apro la dispensa e prendo i crostini alle olive.
"A scuola tutto bene?" mi domanda mia madre osservando quello che sto facendo.
"Si dai. Mi ha interrogata in scienze umane ed è andata molto bene. Mi ha dato nove"
"Bravissima!"
Le sorrido.
"Hai più sentito Josh?"
"Si, qualche volta mi scrive per sapere come va. È simpatico..."
"Già. È un ragazzo in gamba..."
"E per quanto riguarda tuo padre... sei ancora arrabbiata con lui?" continua lei dopo un attimo di silenzio
"Certo che lo sono, ma come mai tutte queste domande?"
"Ascolta..." dice sedendosi di fronte a me.
Non so come mai, ma ho la netta sensazione che questa volta mia madre non voglia parlarmi di qualche scoop, come il nuovo taglio di capelli della nostra bizzarra vicina di casa, ma di qualcosa di molto più importante.
"Questo pomeriggio tardi sono tornata a casa e ho trovata questa..." continua mia mamma, riprendendo il discorso di prima e passandomi una busta.
Non ho la minima idea di cosa possa essere, anche se ho un piccolissimo sospetto che viene confermato nel momento in cui afferro la busta bianca.
Arriva dal carcere ed è indirizzata a me e a Josh.
Guardo mia mamma. Sono leggermente perplessa.
"Cosa dovrei fare ora?" domando quasi più a me stessa che a mia madre
"Vuoi aprirla adesso?"
"No, penso di voler aspettare Josh. Mi sembra corretto aprirla insieme"
"Va bene. Allora vado a finire di stirare. Sono in cantina se hai bisogno di me"
"Ok"
Resto a fissare la busta per molto tempo ancora, fino a quando non mi decido a chiamare Federico. Ho bisogno di lui ora.
Mi risponde quasi subito.
"Ehi. Tua mamma si è arrabbiata per il ritardo?"
"No, le ho detto che eravamo stati al parco"
"Okay. Hai bisogno di qualcosa? Non stai bene?" mi domanda con voce preoccupata
"Ho solo bisogno di sostegno morale"
"Certo, racconta. Sono qui per te"
"Ho appena ricevuto una busta chiusa dal carcere, indirizzata a me"
Ovviamente non posso dire che è anche per Josh, visto che non gli ho detto che mia madre è stata tradita, per non infangare ancora di più la sua reputazione
"L'hai aperta?"
"No"
"E cosa stai aspettando precisamente?"
"Boh non so...forse non mi sento ancora pronta... in fondo può esserci scritto di tutto"
"Capisco e immagino come tu possa sentirti in questo momento..."
"Sono curiosa ma, d'altro canto, ho anche paura di quello che potrei scoprire"
"L'unica cosa che puoi fare per risolvere ogni tuo dubbio è aprirla"
"Lo so, hai ragione...ma secondo te che cosa può contenere?"
"Magari sono solo informazioni formali da parte del carcere e tuo padre non c'entra niente..."
"Ma se fosse stato così, avrebbero messo come destinatario anche mia mamma"
"Anche questo è vero..."
Sbuffo.
"Ascolta io ti consiglio di fare così: ora mettila via e cerca di non pensarci troppo. Fai altro e aprila solo quando ti sentirai davvero pronta"
"Si, forse hai ragione tu"
So benissimo che lui non è a conoscenza di tutta la storia e che apparentemente può sembrare che non mi abbia aiutato più di tanto, ma in realtà non è così.
Mi è bastato sentire la sua voce per calmarmi e il fatto che si sia preoccupato per me e che si sia messo d'impegno per aiutarmi, mi ha resa felice.
"Grazie mille Fè e scusa se ti rompo sempre"
"Non dire mai più così. Non mi disturbi mai e lo sai"
"Va bene, non lo dirò più. Ti amo"
"Anche io e mi raccomando non ci pensare troppo. Fatti una bella dormita"
"Ok" rispondo e poi chiudiamo la telefonata.
Decido di scrivere a Josh e di avvisarlo dell'accaduto. Dopo meno di dieci minuti mi risponde. Mi propone di trovarci domani dopo scuola nel bar dove stamattina sono andata a fare colazione.
Metto la busta nello zaino, così sono sicura di non dimenticarmela.
Prendo il quaderno di matematica con l'intenzione di esercitarmi un pò, ma dopo poco la mia attenzione viene catturata da una notifica sul mio telefono. Guardo il display. È Tania. Sta tentando di iniziare una conversazione, l'ennesima dall'ultima sera in cui ci siamo viste. Evidentemente non capisce che non torneremo più amiche, saremo conoscenti al massimo. Le rispondo più per pietà che per altro. Nonostante ciò finiamo per chattare fino a quando mia mamma non mi chiama per la cena.

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