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POV'S GEMMA
Siamo atterrati da poco.
Il viaggio è stato orribile. Nessuno dei due parlava e io ho pianto di nascosto per quasi tutto il tempo.
Ritiriamo le valigie e poi saliamo in macchina. L'unico suono che si sente è quello del motore dell'auto. Non vedo l'ora di tornare a casa e di stare da sola.
Appena arriviamo davanti a casa mia, salto giù dalla macchina. Lui mi imita e mi prende la valigia dal baule.
"Come rimaniamo Gemma?" mi domanda lui
"Ho bisogno di tempo ok? Prendiamoci una pausa"
"Come preferisci...Ma ora come ti senti?" mi chiede depresso lui
"Tradita" rispondo aprendo il cancellino di casa e lasciandolo lì da solo.
"Ciao Gemma ben tornata! Mi sei mancata così tanto! Come è andata?"
Mia mamma mi corre incontro e inizia ad assalirmi con ulteriori domande.
Mi sento morta dentro, ma non voglio far preoccupare mia madre, specialmente se non so ancora cosa provo esattamente io.
Così ci sediamo a tavola e, tra una forchettata di pasta e un'altra, le racconto del viaggio, omettendo queste ultime ore.
Finito di cenare, mi rintano in camera. Mi cambio e, senza nemmeno disfare la valigia, mi infilo sotto le coperte e tento di dormire, anche se in realtà resto sveglia fino alle quattro e un quarto.

Quando suona la sveglia, realizzo di dover andare a scuola. Non ho la forza di rivederlo, quindi decido di non andarci. Mi alzo solo per fare colazione e per farmi vedere sveglia da mia madre ma, appena se ne va, torno in camera.
Scrivo un messaggio a Benji:"Ciao scusa il disturbo ma volevo chiederti un favore enorme. Domani potresti falsificarmi una firma?"
"Certamente. Spero sia per una buona causa"
"Ovvio" gli rispondo e poi mi ributto sul letto.
Dopo poco mi arrivano un sacco di messaggi da parte di Federico. Sono tutte le foto che ci siamo fatti in questi giorni. Visualizzo e non rispondo.
Ma era proprio necessario mettere il dito nella piaga?
Decido di rimettermi sotto le coperte e di guardare un film su netflix, ma il problema è che qualunque cosa mi ricorda lui.
Dopo una notte passata quasi interamente a piangere, però non ho intenzione di versare altre lacrime, così decido di distrarmi e di portarmi avanti con lo studio.
Apro il libro di psicologia e faccio qualche esercizio, poi crollo ancora in un pianto disperato e dopo mi riprendo nuovamente.
Trascorro così gli altri due giorni successivi e quelli dopo ancora.

Ormai non esco di casa da ben nove giorni, ma obbligo me stessa a ritornare a scuola e ad andare a lavorare il giorno successivo.
In questo momento sono seduta a gambe incrociate sul letto.
Sono le tre di notte.
In questi giorni ho ricevuto diverse telefonate da parte di Federico, Benji e Christy e altrettanti messaggi da Tania e Josh, ma non ho risposto a nessuno di loro. Un paio di volte la mia amica Christy è venuta anche a citofonarmi sotto casa, ma non le ho aperto. Non avevo voglia di vedere nessuno e tanto meno di parlare con qualcuno.
In questo momento ho il telefono in mano e sto scorrendo le foto nella galleria alla ricerca di un selfie da postare.
Ok, è inutile mentire a me stessa...
Sto cercando le nostre foto. Le sto facendo passare una a una sotto i miei occhi.
Non so perché io lo stia facendo e non so nemmeno se mi stia facendo bene o male. Forse eseguo ciò per ricordare i nostri momenti passati insieme o forse per vedere quanto eravamo felici quando facevamo gli scemi.  Nelle mie cuffiette Gionnyscandal con la sua "Philofobia" canta a squarciagola.
Ho ascoltato questa canzone pochi giorni fa e devo dire che in questo momento rappresenta a pieno i miei pensieri.
Guardo anche i video. Eravamo così contenti. O meglio io ero così contenta, lui non so visto che non ha fatto altro che mentirmi.
Mi sono accorta di essermi innamorata di una persona che evidentemente non esiste. Mi ero innamorata più dell'idea che avevo di lui. Pensavo che fosse diverso e invece no. Magari voleva arrivare solo a quello o non so...
Sento il vuoto dentro di me.
Le mie labbra si piegano leggermente in su quando vedo il suo sorriso in una nostra foto fatta pochi giorni fa in montagna. Ripenso a quanto stavo bene quando pensavo a lui, ero addirittura estasiata all'idea di andare a scuola, solo perché avevo l'opportunità di vederlo e di starci insieme.
La luce della bajour illumina la sedia della scrivania, sopra alla quale c'è ancora la sua felpa. Quante notti che ho passato abbracciata ad essa... ogni tanto la mettevo anche per stare in casa, quando mi mancava. Inutile dire che ora non la tocco neanche.
Tra un ricordo e un altro, riesco ad addromentarmi e solo alle sei e venti mi risveglio.
"Gemma ti ho preparato la colazione!" grida mia mamma dal piano di sotto
"Grazie" le dico uscendo contro voglia dal letto.
Mentre mangio chiamo Benji.
"Oddio Gemma! Sei viva allora" dice lui appena mi risponde
"Già...oggi possiamo trovarci davanti a scuola dieci minuti prima che suoni la campana?"
"Certamente" esclama lui e dopodiché chiude la telefonata.
Mi preparo velocemente. Indosso una felpa pesante nera, jeans neri strappati e scarpe bianche. Dedico molto tempo al trucco, per cercare di coprire le occhiaie. Metto anche un filo di eyeliner e un rossetto scuro.
Guardandomi allo specchio mi sembra di rivedere la Gemma del passato, ma poco mi importa. Prendo il giubbotto, lo zaino e poi esco di casa.
Esattamente dieci minuti prima dell'inizio delle lezioni, arrivo davanti all'istituto. Vedo Benjamin con un gruppo di ragazzi e ringrazio il cielo che insieme a loro non c'è anche Federico.
Appena lui mi vede, mi viene incontro.
Mi abbraccia.
"Eravamo tutti così preoccupati" dice lui
"Tranquillo sono viva" dico tentando di sorridere.
Prendo il libretto per le giustifiche dallo zaino e lo passo a Benji.
"Da quando sei una cattiva ragazza?" mi chiede lui ridendo e prendendo la penna dalle mie mani
"Da oggi" dico facendogli vedere la foto della firma di mia madre.
Lui la falsifica.
"Grazie mille" gli dico
"Figurati. È molto simile. Non ti sgameranno tranquilla"
"Spero"
"Ora andiamo prima che facciamo tardi"
Annuisco e insieme ci dirigiamo verso l'aula di scienze umane.
"Gemma!"
Riconoscerei questa voce tra milioni. Christy mi salta letteralmente addosso.
Io la abbraccio.
"Stai bene? Come mai sei così...si, insomma, così nera?" mi domanda osservando il mio look
"Sto bene non preoccuparti"
"Sono passata da te un casino di volte, ma non mi hai mai aperto..." dice lei tristemente
"Lo so, scusami. Non avevo molta voglia di compagnia. Avevo bisogno di prendermi del tempo per me stessa"
"Capisco...Oggi dopo scuola ti va di venire da me? Ti prego non darmi buca. Ti tirerò un po' su di morale, per quanto sia possibile..."
Lei non mi vede molto convinta, quindi continua a scongiurarmi di andare a casa sua, fino a quando non accetto.
"Grazie, grazie, grazie. Ti prometto che riuscirò a farti tornare il sorriso, almeno per un po'"
La ringrazio.
Continuo a guardarmi attorno. Ho le farfalle nello stomaco.
"Credo proprio che non verrà, tranquilla" mi dice tutto a un tratto Christy
"Perché dici così?" le domando
"Te lo dico quando siamo a casa mia"
"Come preferisci"
"Vieni, prendiamo i posti in fondo" mi dice.
La seguo.
Appena il professore entra, gli faccio vedere la giustifica. Lui non si accorge del fatto che non è autentica. Quando torno a posto Benji mi fa l'occhiolino.

Le ore di lezione passano abbastanza veloci e mi aiutano anche a distrarmi.
Christy aveva ragione: Federico non si è fatto vedere.
Quando suona la campanella dell'ultima ora, io e la mia amica scappiamo letteralmente via.
"Non ci vedo più dalla fame" mi dice la mia amica quando arriviamo a casa sua.
Le sorrido. In realtà io farei anche a meno di mangiare...
"Direi che la ricetta per renderti felice inizia con una bella pizza. Che ne dici di ordinarla da asporto?"
"Va bene" le rispondo
Ordiniamo da mangiare.
"Christy cosa intendevi con la frase di oggi? Quella che riguardava Federico" le domando.
Mi prende per mano e mi fa sedere vicino a lei sul divano.
"Ieri sera sono andata a trovare Fede e diciamo che non era in buone condizioni"
"In che senso?"
"Aveva bevuto leggermente tanto..."
"Ah"
"Gemma non ho capito molto bene cosa sia successo tra te e lui, sai non è molto facile intraprendere una conversazione con uno ubriaco, ma so che Fede non fa altro che ripetere a me e a Benji quanto ti ama"
Alzo gli occhi al cielo.
"Ieri biascicava qualcosa su Tania"
Appena la nomina, le sue braccia vengono percorse da un brivido e le viene la pelle d'oca.
"Diceva che non ti aveva tradita e che non vedeva più Genette da un sacco di tempo ormai"
"Ma l'ha detto lui stesso al telefono che lo aveva fatto. Poi dopo quello che avevamo appena fatto, dopo la nostra prima volta salta fuori a dirlo?!"
"Oh oh ferma un attimo. Non ti sto seguendo...Mi spiegheresti bene? Perché tra te e lui non so chi sia peggio a raccontare questa storia"
Rido.
"Si, hai ragione. Scusa"
Mentre mangiamo, le racconto quello che è successo tra me e Federico.
"Sinceramente lui non ci aveva mai detto niente al riguardo e a me e a Benji racconta tutto. Davvero, tutto. So che con Genette c'è stato qualcosa in passato, ma molto prima che voi due vi conoscesse" dice Christy dopo che le ho raccontato la storia
"Ecco. Lo sapevo che tra di loro c'era stato qualcosa..."
"Già, ma so che non si vedono più con quello scopo da tanto ma tanto tempo"
"Non so..."
"Cosa hai intenzione di fare? Perché per me c'è sotto qualcosa. Non lo sto difendendo, ma sai come è fatta Tania..."
"Penso di scrivere a Tania per vederla e per parlarle. Anche se faccio un po' fatica a dubitare di lei, infondo mi era sembrata così sincera"
"Immagino, è così brava a mentire"
"Ma ora sai qualcosa di Federico?"
"Benji andava da lui subito dopo scuola, ma non so ancora niente"
Annuisco.
Per tutto il pomeriggio evitiamo l'argomento <Federico Rossi>.
Decidiamo di guardare un film non inerente all'amore e poi di farci le crepes. La parte più divertente è stata quando Christy ha provato a girare la pasta facendola saltare in aria e l'ha fatta finire sulla dispensa. Abbiamo riso tantissimo e per un attimo mi sono anche dimenticata della dura realtà.

POV'S FEDE
Il cellulare suona. Spero sia un messaggio di Gemma. Invece no. È una chiamata di Tania.
Rispondo.
"Grazie per avermi facilitato il lavoro. È caduta tra le mie braccia senza nemmeno che mi impegnassi più di tanto. Tania vince, Federico perde" dice chiudendo immediatamente la telefonata.
Tiro un pugno contro alla scrivania, mentre una lacrima mi riga il viso.
Mi sento impotente. Mi manca troppo Gemma e ogni cosa mi ricorda lei. Mi fa male sapere che non si fida di me.
Senza volere, guardo le foto che ho appeso in camera. Ritraggono me e lei nei nostri migliori momenti.
Quella sopra alla testata del letto ce la siamo scattata alla Hawaii, quella sul comodino qualche giorno prima di partire per la nostra ultima vacanza e quella sulla mensola l'abbiamo fatta al mio compleanno.
Le lacrime iniziano a scendere sempre più frequentemente. Non credevo fosse possibile stare così male per una ragazza.
Scendo in cucina. Fortunatamente ieri Christy e Benji non mi hanno buttato via tutto l'alcol presente in casa. In effetti non sanno che tengo qualche bottiglia di scorta in un vecchio mobile inutilizzato nella nostra enorme cucina.
Prendo una bottiglia di vodka alla pesca e torno in camera. Grazie al cielo i miei genitori sono partiti per un paio di giorni per via del lavoro di mio padre. Almeno non mi vedono conciato così. Indosso il pigiama da almeno quattro giorni, non mangio da altrettanto tempo e non mi faccio la doccia da un sacco. Ho il ciuffo orribile e due occhiaie da far paura. Non dormo da troppo.
Qualcuno citofona.
Bevo un sorso abbastanza lungo di vodka e poi scendo ad aprire.
È benji.
"Ehi amico" gli dico
"Sono felice di vederti un po' meglio di ieri"
Lo faccio entrare e poi ritorno in camera, con lui al mio seguito.
"Ora sei più lucido?" mi domanda Benji.
Mi metto a ridere, mentre afferro la bottiglia della vodka e bevo.
"Certo" dico prendendolo in giro.
Lui mi strappa la bottiglia dalle mani.
Sbuffo.
"Ora ti siedi qui e parliamo da uomo a uomo" mi dice lui obbligandomi a sedermi sul letto
"Racconta" continua lui.

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