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Vedo i palazzi e l'intera città sfrecciarmi sotto gli occhi. Mi sono veramente pentita di non essere mai andata in moto prima di oggi. Sento le farfalle nello stomaco e ogni volta che Fede rallenta, per un semaforo rosso o per far attraversare delle persone anziane sulle strisce pedonali, alzo gli occhi al cielo. Preferisco di gran lunga quando va veloce. Le curve sono la parte migliore. In quei momenti i nostri corpi si muovono all'unisono, le mie ginocchia sfiorano l'asfalto e adoro tutto ciò. Mi fa sentire libera.
Devo ammettere però, che un pochino di paura ce l'ho, ma non perché non mi fido di Fede, ma perché non mi fido di quello che fanno gli altri. Le auto ci sfiorano e molte ci tagliano la strada. Io mi tengo stretta a Federico, le cosce ben salde al suo corpo. Tutto questo mi da adrenalina. La sento che mi scorre tra le vene. È una cosa stupenda ed eccitante.
Tra un pensiero e un altro, arriviamo nel centro di New York e Federico parcheggia la moto. Si toglie il casco.
"Ti è piaciuto?" mi domanda speranzoso.
Avendo ancora su il mio casco, annuisco solamente.
"Avvicinati che ti tolgo il casco" mi dice lui e io mi faccio aiutare.
"È stata una cosa stupenda" dico quasi urlando
Lui mi sorride.
"Wow" aggiungo estasiata.
"Quanto ti sei pentita di non essere venuta prima?" mi chiede porgendomi una mano per scendere dal veicolo
"Tanto" ammetto.
Fede apre il bauletto posto sul retro della moto e ci mettiamo dentro i caschi, i guanti e i giubbotti, troppo pesanti da portarci dietro.
"Prendi il tuo giubbotto di pelle" mi dice Federico.
Lo prendo per mano e ci avviamo nelle strade principali della città.
New York brulica di persone. Ci sono molti bambini, gruppi di casinisti ragazzi, anziani che passeggiano e che si godono la giornata e coppie di giovani uomini e donne che si scambiano gesti affettuosi.
"Visto che tu hai pagato il viaggio in montagna, io ti regalerò tutti i vestiti per rifarti l'armadio e non voglio sentire né se né ma" mi dice Fede sorridendo fiero della sua decisione
"Però..." dico, ma vengo interrotta
"Avevo detto che non dovevi protestare. Davvero lo faccio con piacere e so che questa è una cosa importante per te"
"Grazie" gli rispondo stringendo di più la mia mano chiusa attorno alla sua.
Percorriamo tutta la via che abbiamo davanti e poi ci fermiamo all'ingresso di un negozio che non avevo mai visto. È di un azzurro pastello con dei motivi lilla scuro. Entriamo e veniamo accolti da un profumo di rose.
"Aspettami qui" mi dice Fede e poi si allontana.
Dopo una buona decina di minuti, torna con in mano un sacco di vestiti colorati.
Mi fa segno di seguirlo e ci avviamo ai camerini. Entro e lui mi chiude la tendina. Osservo quello che mi ha portato e inizio a provare. Ovviamente non c'è mezza traccia di nero, grigio o bianco.
Dopo almeno mezz'ora, ho selezionato una felpa rossa, tre magliette (una blu, una rosa e una gialla), due pantaloni color jeans scuro, un paio di tacchi alti rossi, e ora Fede vuole a tutti i costi farmi prendere un vestito azzurro chiaro con dei pois bianchi, ma io non sono totalmente convinta.
"Ti sta benissimo" mi ripete lui per la centesima volta
"Non lo so, mi mette molto in risalto le mie forme orribili quindi non mi fa impazzire"
"Non provare mai più a insultarti davanti a me. Sei stupenda e questo abito ti cade a pennello. Sembra fatto apposta per te"
Sospiro e mi guardo un'ultima volta allo specchio.
"Tanto non esci da qui se non lo prendi" mi dice Federico ridendo
"Esagerato" rispondo
"Realista" controbatte
"Va bene, è inutile provare a farti cambiare idea" dico chiudendo la tendina del camerino e cambiandomi.
Piego in modo accurato tutto quello che abbiamo deciso di prendere e poi raggiungo il biondino alla cassa.
La commessa inizia a passare i vestiti e a controllarli e, quando Fede le passa la carta di credito per pagare, lei ci guarda con gli occhi a cuoricino.
Evidentemente non è abituata a vedere i ragazzi che comprano dei vestiti per le proprie fidanzate. Salutiamo e usciamo dal negozio.
Ringrazio Federico stampandogli un bacio sulle labbra.
Mentre passeggiamo per andare a prendere un panino da mangiare, realizzo che questa è davvero la volta buona per dare una svolta alla mia vita e ricevo la conferma di ciò quando Fede mi dice che il professore ha messo il voto di matematica sul registro online. Con le dita un pò tremanti, clicco sulla colonna dei voti. Sullo schermo appare un sette e mezzo. Urlo dalla gioia e abbraccio forte Fede.
"Grande!" mi dice lui con un sorriso a trentadue denti
"Così possiamo andare in vacanza!" rispondo estasiata
"Già. Non vedo l'ora"
"Anche io"
Passiamo il resto del pomeriggio a entrare e uscire dai negozi e ad ogni borsa che riempiamo mi sento sempre più in colpa.
"Fede questo che abbiamo fatto è l'ultimo negozio. Abbiamo almeno dieci borse in mano direi che sono abbastanza..." dico lasciandomi cadere di peso su una panchina
"Come vuole lei" mi risponde mettendosi accanto a me.
Sento vibrare il telefono e lo prendo.
Vedo che un numero sconosciuto mi ha aggiunto in un gruppo su Whatsapp.
"Va tutto bene? Hai una faccia..." mi domanda Federico visibilmente preoccupato.
Gli mostro lo schermo.
"Aspetta vediamo la sua foto profilo e quello dei partecipanti" dice facendosi scuro in volto.
Facciamo passare i vari profili e scopriamo che non sono altro che Kody, Tania e Steven che hanno fatto un gruppo con me.
"Abbandona la chat" mi ordina Fede
"No aspetta voglio vedere cosa dicono"
"Ti caccerai nei guai" mi avvisa
"Lo so, ma poco importa. Tanto un guaio in più o uno in meno non fa molta differenza"
Tania sta scrivendo. È lei che ha creato il gruppo.
Dopo cinque minuti arriva il primo messaggio.
Leggo ad alta voce:"Ciao Gemma abbiamo creato questo gruppo apposta per te. Volevamo trascorrere una serata in tua compagnia, per parlare e chiarire meglio. Noi passeremmo in città domani pomeriggio. Se ci trovassimo la sera a mangiare qualcosa?"
Alzo lo sguardo dal telefono, ma subito dopo arriva un altro messaggio. È Kody.
"Ti prego accetta il nostro invito...sarebbe un modo per ripartire da zero e iniziare una nuova amicizia"
E poi ancora:"Senza di te mi sento davvero perso. Non faccio più nulla bene senza i tuoi consigli, non rido più come una volta senza la tua goffaggine che ti contraddistingue (in senso buono eh). Mi manchi..."
Faccio un profondo respiro.
"Kody temo che ci è rimasto davvero male..." sussurro, ma non faccio in tempo a finire la frase che mi arriva un'altra notifica.
Questa volta è Steven. Il mio ex.
"Pensaci bene. Io vorrei davvero parlare con te, magari da soli, per farti capire quanto per me tu sia stata importante e sotto sotto lo sei ancora..."
Guardo Fede e lui si irrigidisce.
"Non ci vai che sia chiaro! Quella lì è una strega manipolatrice, quell'altro recita la parte del povero migliore amico che è stato abbandonato e che non riesce più a vivere senza di te. Steve, Stew, o come cavolo si chiama mi sta antipatico. Non ti ha rispettato, ti ha trattato come una merda e tu ti sei sentita tale per anni, ingiustamente. Non li sopporto proprio" dice Federico sfiorandomi la mano
"Lo so che li odi, ma alla fine in parte li ho anche perdonati e poi cosa vuoi che sia una pizza?"
"Gemma guardami" mi dice e solo quando lo guardo negli occhi continua:"Il problema non è la pizza, ma sono loro e anche tu lo sai"
"Fede sembrano davvero sinceri. Poi voglio mostrare la nuova e vera Gemma a tutti. Compresi loro. Sarà un modo per fare pace con il passato una volta per tutte"
"Ma..." tenta di dire Fede, ma io lo blocco posandogli il mio indice sulle sue labbra carnose:"Non mi potranno fare niente. Saremo in una pizzeria in centro. Se tenteranno di uccidermi di certo non passeranno inosservati"
Rido vedendo Fede diventare sempre più preoccupato.
"E dai è solo una pizza! E poi ci andrò con o senza il tuo permesso" gli dico incrociando le braccia al petto.
"Uffa! Come sei testarda" mi risponde
"Lo so" ammetto
"Beh se proprio vuoi andare, vai ma io ti accompagno"
"Si grazie avrei bisogno di un passaggio in macchina, visto che non ho ancora iniziato le lezioni di guida"
"No, non hai capito. Io starò al tavolo con voi, mangerò con voi e in caso li insulterò un po'"
"Si, si certo speraci" gli dico
"Ok allora metti caso che è tutta una presa in giro ed è solo una trappola?"
Per un secondo tutte le mie prospettive mutano.
E se Fede avesse ragione? Se fosse solo un pretesto per distruggermi nuovamente? Però sembravano davvero onesti...
"Va bene, va bene potrai venire" dico rassegnata e lui mi fa un sorriso.
Digito sulla tastiera il mio messaggio:"Ciao. Accetto il vostro invito. Ci troviamo domani alle otto e mezza in questo locale, ora vi mando il nome e la via"
Mando tutte le informazioni sul gruppo. Poi aggiungo:"Purtroppo però avevo già preso un impegno con Federico, quindi domani sera ci sarebbe anche lui con noi. Spero non sia un problema"
Nessuno si mostra contrariato a questa decisione. Esco dalla chat.
"Contento ora?" domando al mio ragazzo
"Avrei preferito proprio che non ci fossi andata, ma va bene così"
"Uff, dai andiamo che i nostri ci aspettano" dico alzandomi dalla panchina.
Attorno a noi il traffico che prima dominava New York è diminuito. Sui marciapiedi posso tenere per mano Federico senza doverci staccare ogni tre per due per lasciare passare persone frettolose o bambini che corrono.
Una volta arrivati alla moto, ci rivestiamo e risaliamo sul veicolo.
"Pronta?" mi domanda Fede
"Sempre" dico.
Lui abbozza un sorriso pervertito.
"Piove" dico mentre aspetto che Fede mi aiuti a mettere il casco.
"Che palle" mi risponde e riapre il bauletto della moto.
Ci mettiamo le tute antipioggia.
"Mi aiuti?" gli domando alludendo al casco
"Certo"
Inizia a piovere più forte.
"Fede vai piano. Ti prego" lo imploro
"Tranquilla. Non succederà nulla. Tu fai quello che hai fatto all'andata"
Annuisco.
Partiamo. Sento le gocce d'acqua che cadono sempre più forti sul mio casco. Mi stringo il più possibile a Federico. L'adrenalina che avevo all'andata è stata sostituita da un po' di paura.
Un lampo squarcia il cielo.
Appena Federico si ferma a un semaforo rosso, mi chiede come sto.
"Sto bene tranquillo" dico mentendo.
Non voglio farlo preoccupare per così poco...
Finalmente dopo quelle che sembrano due ore, arriviamo a casa. In realtà sono passati solo venti minuti, ma dettagli.
Scendo dalla moto.
Restituisco il casco a Fede.
"Il resto tienilo" mi dice lui
"Te lo riporto domani"
"Come preferisci, tanto sta meglio a te che a me" mi risponde facendomi l'occhiolino.
Mi dà un bacio a stampo. Siamo sotto la pioggia che ci bagna incessante.
Siamo fradici, ma nonostante ciò, non riusciamo a staccarci l'uno dall'altra. Solo quando un tuono mi fa saltare in aria, ci scolliamo.
"Io vado allora..." dico riprendendo fiato
"Va bene...a domani"
"A domani e grazie di tutto. Davvero" rispondo aprendo il cancellino di casa mia.
"Sono felice di averti aiutata nel tuo cambiamento" mi risponde
Gli faccio un sorriso enorme e poi entro in casa.
"Finalmente sei tornata"
"Ciao mamma" le dico andando a salutarla
"Come è andato il weekend?" mi domanda
"Bene grazie"
Vado diretta in bagno a cambiarmi e a mettermi la tuta pesante. Subito dopo raggiungo nuovamente mia madre e le racconto dei bellissimi momenti passati insieme a Fè, ma non le parlo della cena di domani. Preferisco sorvolare l'argomento.
Prepariamo da mangiare e poi ci mettiamo a tavola.
Fede mi manda le foto che abbiamo scattato prima di salire in moto. Sono carine.
Dopo aver sparecchiato salgo in camera e posto una nostra fotografia su Instagram. Subito arrivano alcuni like e i primi commenti. Christy, Benji e Cameron ci dicono che stiamo benissimo insieme, Candy sostiene che siamo la coppia più bella dopo lei e Ben, due mie compagne del corso di scienze hanno scritto che la foto è stupenda.
Metto da parte il telefono e inizio a leggere il mio libro preferito.
Verso le undici, controllo i social e noto un commento in particolare.
È di Tania. Dice che siamo stupendi e vicino ha messo una faccina che fa un occhiolino.
Spengo il telefono e mi addormento.

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