21 luglio 2015
Tutti hanno paura di perdere qualcosa, o qualcuno. Può capitare di smarrire un oggetto e disperarsi, solo per ritrovarlo in seguito. Possono sfumare i rapporti con una persona speciale, riallacciandosi poi col passare del tempo; ma questi scenari non incutono terrore, non chiudono lo stomaco, non lasciano cicatrici.
No, per sempre. Io intendo perso per sempre: totalmente e definitivamente irrecuperabile. Questo è il genere di terrore che non mi abbandona mai, e nasce dal legame con un piccolo pezzo di tecnologia, una malridotta USB nera.
Non starei esagerando se dicessi che perdendola butterei al vento un sesto della mia vita, anche se c'è salvato solo un elemento, un semplice file word, che è stato assemblato attraverso tre anni di duro lavoro. Posso definirlo un diario, in cui descrivo ogni singolo sogno che sono riuscito a ricordare. Quattro al giorno, aumentati fino a sette, forse otto, ma sono restio a usare un conteggio tradizionale, vista la natura particolare delle mie esperienze oniriche. Chi come me aspira al controllo totale sulla sua coscienza, anche durante la notte, viene chiamato sognatore lucido.
Sfruttare questa potenzialità nascosta della mente comporta dei pericoli e ho creato il diario come ancora di salvezza. È un punto fermo a cui aggrapparmi se la memoria dovesse tradirmi, e le probabilità che ciò avvenga sono alte. Dopo ciascuna notte potrei non sapere più giudicare con certezza se un ricordo corrisponda a un'azione compiuta in veglia o meno, e soltanto leggendo ciò che ho scritto scoprirei la verità. Il mondo dei sogni lucidi è differente da quello reale, eppure ugualmente percettibile. È intimo e personale ma vastissimo, anzi, sterminato. Per certi aspetti può sembrare che si regoli autonomamente, ma nell'insieme si piega al mio volere indiscutibile. Creare oggetti, strutture e perfino universi nei sogni significa plasmarsi un'altra vita, potenzialmente indistinguibile da quella quotidiana.
Nonostante il rischio enorme che corro, possiedo solo una copia del file. So che esistono strumenti come il cloud o i trasferimenti su più dispositivi, ma non voglio usarli, perché sono intrigato. Di più, sono dannatamente curioso di scoprire la mia possibile reazione leggendo sullo schermo del computer una notifica come "nessun elemento nella periferica". Allo stesso modo, il brivido che mi scuote mentre tiro fuori dalla tasca il mazzo di chiavi, nella speranza di trovare la USB saldamente allacciata al suo posto, è ormai parte della mia routine.
Cosa mi succederebbe senza diario? Impazzirei al pensiero di perdere me stesso nell'oceano dei "falsi" ricordi che ho creato? Devo saperlo, quindi aiuto la sfortuna nei limiti del raziocinio, staccando la chiavetta dalla porta senza la rimozione sicura: trucchetto immediato e dai risultati incerti. Non amo le soluzioni drastiche, come spostare tutto nel cestino e svuotarlo. No, voglio una lotta crudele fra due parti di me, affinché guadagnino significato e una possa infine trionfare sull'altra. Mi chiedo come dovrei comportarmi se vincesse quella che non può rinunciare ad Agata.
Improvvisamente la porta si spalanca e una figura longilinea mi si piazza davanti, sconcertata.
«Ale, cosa diamine stai facendo?»
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Agata [Completa]
General Fiction[Vincitore Wattys 2017] Alessandro, cinico diciannovenne, incontra una ragazza curiosa che lo spinge a dubitare del suo talento più nascosto: poter controllare i sogni. Sono sicuro che anche tu, che stai leggendo, hai sperimentato un sogno lucido al...