È la voce di Cecilia. Stavolta sono contento che ci abbia interrotti, non voglio creare situazioni troppo amoreggianti con Chiara, ma quanto odio quella femmina e i suoi modi. Quell'insensibile dovrebbe sapere che la barba è un tema delicato per un ragazzo quasi fuori dall'adolescenza, quindi non posso lasciarle l'ultima parola, Occhioni Blu è qui accanto e il mio orgoglio chiede a gran voce una risposta a tono.
«Meno male che ci sei tu a tenere alto il numero di peli in casa, bellezza».
Chiara soffoca quella che poteva essere una grassa risata, però risponde al richiamo della foresta affacciandosi verso le scale, forse nel tentativo di placare Tarzan prima che salga a sbranarmi.
«Non starlo a sentire, scendo tra un attimo!»
Subito dopo torna davanti a me, sentenziando:
«Però sei un cretino».
Aggiunge perfino una piccola gomitata di rimprovero. Immagino che anche lei si senta in dovere di difendere "CeCheeta", come Lucrezia questo pomeriggio. Accuso il colpo con onore, annuisco in segno di resa e lei torna gioiosa, aggiustandosi una ciocca che le copriva il viso.
«Fai colazione con noi domattina?»
«Dipende da quando vi svegliate, io sono molto mattiniero».
Chiara scosta per un attimo lo sguardo, ma colgo comunque un pizzico di tristezza. Ovvio, potrei tranquillamente alzarmi più tardi, ma significherebbe darle corda e doverlo poi spiegare ad Agata.
«Allora la vedo dura, abbiamo deciso di giocare a Risiko, magari ci trovi addormentate sulla mappa».
«Se non vi eliminate a vicenda durante la conquista dell'Africa. Sarete veramente annoiate per passare la domenica sera in questo modo».
Come se io non avessi organizzato per anni nottate identiche, perfino quando eravamo in due. Già, ricordo come minimo una trentina di partite concluse all'alba.
«Non accetto lezioni da un diplomato antisociale che non esce mai di casa. Paura di perdere il pallore?»
Meno male che ride mentre pronuncia queste parole, mi sarei potuto offendere, e non essere sarcastica con me, proclamo ufficialmente mia esclusiva l'umorismo.
La bellissima interlocutrice approfitta del mio consueto vuoto mentale per inclinare la testa e cercare di cogliere qualche dettaglio del Regno, il che mi fa rendere conto di essere rimasto proprio davanti all'entrata per tutta la durata della conversazione. Ottimo, bravo, lasciale intendere che non sei disposto ad accoglierla nel tuo ambiente. Le faccio un cenno come per dire "ti accompagno giù", ma risponde a sua volta con entrambe le mani davanti al petto, ovvero "tranquillo, me la cavo da sola". Adoro il linguaggio del corpo, quanta fatica risparmiata. Salutandomi, Occhioni Blu scende piano le scale.
«Sogni d'oro!»
Compie però un'ultima azione che mi lascia senza fiato: salta gli ultimi tre gradini facendo perno sul corrimano e ruotando verso destra, esattamente come faccio sempre io. Solo che ho avuto bisogno di anni per calcolare al millesimo le distanze per non finire dritto contro l'enorme finestra appena dopo la scala. Incredibile, è solo la seconda volta che viene qui e non ha mai visto il qui presente dilettarsi in tale gesto.
Chiara solleva la testa e mi regala un ultimo sorriso da mille watt, mentre le auguro balbettando la buonanotte, senza ulteriori battute contro Risiko o Cecilia. Torno infine sui miei passi stropicciando gli occhi e chiudo finalmente la porta dietro di me, in segno di "giornata completata senza troppe rogne".
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Agata [Completa]
General Fiction[Vincitore Wattys 2017] Alessandro, cinico diciannovenne, incontra una ragazza curiosa che lo spinge a dubitare del suo talento più nascosto: poter controllare i sogni. Sono sicuro che anche tu, che stai leggendo, hai sperimentato un sogno lucido al...