3.5 • Dubbio

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Non ha riso, nessuna presa in giro, nemmeno un commento sarcastico. Io avrei posto un interrogativo diverso, ad esempio "Sicuro di stare bene?", oppure "Che taglia di reggiseno porta questa Agata?", insomma, questioni rilevanti. Sarei stato cattivo, pungente.

Invece, la mora vestita di bianco mi ha chiesto "E cosa ci fa lì?".

Temendo un suo approccio accusatorio, ero pronto a chiudermi sulla difensiva, o ad abbandonare direttamente lei e la conversazione, ma così ha centrato il punto, senza giudicarmi. Si sta rivelando una ragazza molto attenta alle debolezze altrui, e questo renderà decisamente meno stressante il discorso.

«Non lo so. Ho cercato di scoprirlo ieri notte, riesumando soltanto l'orrore di tre anni fa».

Chiara resta in silenzio, titubante. Come la maggior parte dei fiorentini, ricorderà sicuramente l'episodio, e sarei davvero curioso di conoscere l'idea che si è fatta al riguardo. Sarebbe il momento ideale per affrontare l'argomento, ma nella sua replica sceglie di affrontare un problema diverso.

«Può darsi che ci sia un legame fra Agata e il tuo trauma».

«Ovvio che c'è, l'incidente mi ha spinto a sognare in questo modo».

Più che brusco, il mio tono è distratto. Ripensare a quell'evento riesce sempre a scardinare la mia attenzione, che adesso si rivolge al giardino, in procinto di svuotarsi. I bambini, stanchi e sporchi di terra, tornano fra le braccia dei genitori esasperati, pronti a litigare col partner per il primo turno in doccia. Alla nostra sinistra, decine di cani oppongono una strenua resistenza contro l'oppressione dei guinzagli, sedata in fretta con qualche "Scooby snack". Perfino le urla furiose dei calciatori si riducono ad insulti sparsi, affaticati, fino a placarsi completamente.

Dopo un tempo indefinito, Occhioni Blu poggia una mano sulla mia.

«Mi dispiace. Ora capisco perché volevi evitare di parlarne».

Lascio andare un lungo sospiro.

«Lei è molto importante per me».

Chiara è dolce, ma vorrei avere Agata qui, al suo posto. Spero che nel frattempo si sia calmata, non sopporterei di vederla ancora triste stanotte. Ho voglia di stringerla, farla sentire protetta.

Nei sogni lucidi Il contatto, e in generale le percezioni, sono indistinguibili da quelle che mi sta trasmettendo ora il tocco gentile e delicato di Chiara. Il cervello ha una capacità di adattamento strabiliante e riesce ad attribuire la giusta sensazione a ciascun gesto, forse con l'unica restrizione di averlo sperimentato almeno una volta da sveglio. Prerequisito semplice da soddisfare, oserei dire. Viviamo in un mondo enorme, ricchissimo di varietà, eppure ho l'impressione di aver già sfiorato ogni superficie, udito ogni rumore, gustato ogni sapore, odorato ogni profumo, visto ogni oggetto. In Cina, dove non ho mai messo piede, troverei alberi con forme totalmente originali? Scoprirei una nuova categoria di legno, con proprietà uniche?

No, è tutto prevedibile. La natura è riorganizzazione e rielaborazione pressoché infinita di elementi basilari, ma segue una sorta di logica, che la rende noiosa. Nei sogni, al contrario, sono io a decidere, io a fondere un roditore delle fogne con un felino feroce in una "pantegantera", io a trasformare un prato in una distesa di fibre ottiche colorate, io a scegliere un enorme corpo celeste acquoso come nostra nuova Luna.

Occhioni Blu, vedendomi di nuovo perso, tenta di ricominciare la conversazione.

«Sei un tipo silenzioso, vero?»

Ero vittima di un delirio di onnipotenza, imploro perdono. Intanto, Il cielo si è lievemente scurito e le cicale hanno interrotto il loro frinire.

«Solo con te».

Mi volto verso di lei e sorrido in modo beffardo. Prima mi hai dimostrato di saper gestire il sarcasmo, perciò sentiamo, che risposta acuta inventerai stavolta? Avanti, dimostrami di non essere banale come gli altri.

Per tutta risposta, Chiara intreccia le dita con le mie e mi poggia la testa sulla spalla. Riesco a sentire il suo battito accelerato, il respiro nervoso, il calore della sua guancia e capisco di dover reagire in qualche modo, ma sono paralizzato. Se le facessi male, cercando di scostarla? Se le rompessi il polso, sfilando la mano dalla sua presa? Sembra così fragile, debole, non potrei perdonarmelo se le accadesse qualcosa per colpa mia. 

No, no, no, per favore, non un altro attacco di panico.

Occhioni Blu nota la mia reazione ansiosa e si allontana di sua volontà. Nessuna frattura, nessun graffio, nessun danno.

«Un'ultima domanda, se posso».

«Dimmi» biascico, riprendendo fiato.

«Ti piace?»

«Cosa, il contatto fisico? Sì, è solo che io...»

«No, no, Agata. Ti piace?»

Pericolo.

Non riesco a capire tramite quali indizi l'abbia intuito, ma so che le mie prossime parole definiranno per sempre il suo modo di vedermi. Devo decidere rapidamente se essere sincero o mentire, e in quel caso, correre il rischio di essere scoperto, come stamattina.

Il dubbio mi divora.

Agata [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora