22 luglio 2015, 22:03
Freschezza, comfort e silenzio. È la mia personale triade dialettica, incarnata in toto dal letto ad una piazza su cui sono disteso. In altre parole, tutto ciò di cui ho bisogno per un sonno adeguato. Ovviamente, dimenticavo la melatonina, ed ecco che la triade diventa subito una quaterna.
Freschezza, comfort, silenzio e melatonina.
Il condizionatore, che troneggia sopra la porta, indirizza le sue carezze gelide proprio verso il centro del materasso, garantendo refrigerazione costante, anche tramite la semplice opzione di ventilazione.
La durezza del giaciglio e l'esilio dei cuscini, nemici della patria, assicurano la meravigliosa scomodità tanto amata dal sottoscritto, a prescindere dalla posizione adottata, che in questo momento consiste nel rivolgere il ventre al soffitto, a gambe incrociate.
La zona sinistra della camera, dove mi trovo adesso, è la più isolata, essendo distante da entrambe le finestre, che affacciano mio malgrado sugli appartamenti di universitari festaioli, stanotte quieti.
Però c'è un rumore, leggero e fastidioso.
Sono le mie dita a provocarlo, tamburellando sulla parete. Sto scandendo i secondi, in attesa del primo sogno, ma sono frustrato, nervoso, ancora in dubbio sulla scelta presa poche ore fa.
"No, è un'amica".
Chiara si è illuminata, non ha capito che stessi mentendo. Oppure se n'è accorta e la mia bugia l'ha resa felice? Basta, non ha più importanza, conta soltanto riuscire a dormire ed incontrare Agata. Provo da un'ora, senza risultati, quindi è opportuno buttare giù un'altra pasticca da un milligrammo. Mi impongo di interrompere il gesto ossessivo compulsivo delle mani, con il solo risultato di percepire pruriti irresistibili ovunque.
Devo ampliare la quaterna ad una quintupla, aggiungendo la calma interiore. Oh, e il buio. Metto estrema attenzione nello staccare ogni singola presa elettrica prima di coricarmi, visto che è sufficiente il tenue bagliore rosso del led sotto la televisione a tenermi sveglio. In più, contribuisco alla causa dell'ecologia, il che mi rende un maniaco utile al pianeta.
Le mie necessità sono diventate troppe per essere contate, per cui decido di scendere a sciacquarmi la faccia, sperando di scacciare l'ansia. Due attacchi di panico in un giorno, il secondo dei quali totalmente ingiustificato, sono una questione grave, forse abbastanza da rendere inutili le mie collaudate tecniche di rilassamento.
Affronto la scala a chiocciola e passo di fronte alla stanza di Lucrezia, rincasata da poco. Le piace tenere la porta spalancata, quasi a volermi dimostrare di non temere i cigolii notturni dell'appartamento, o il ticchettio dell'orologio in cucina. È intenta a sgranocchiare patatine dal dubbio impatto nutritivo, immersa in un film d'azione. Non vedo lo schermo, ma sento la voce del doppiatore di Liam Neeson. Spero non stia guardando Io vi troverò.
«Ehi».
«Ehi. Io vi troverò?»
«Batman begins».
Sia maledetto Nolan e le proiezioni che ha scatenato nel mio inconscio, ma preferisco lui rispetto ad un racconto sul rapimento di una giovane studentessa. Entro in bagno e rimango a fissarmi allo specchio, aspettando che la tubatura cominci ad espellere acqua a temperatura minore. Intanto, Lulu compare dietro di me, senza tuberi impacchettati.
«Com'è andata con Chiara?»
Non c'è malizia nella domanda, ergo, sa già tutto.
«È molto comprensiva, saremo buoni amici».
Unisco le mani a coppa e lancio ripetutamente il liquido cristallino sul viso, percependo l'ambito senso di affaticamento in cui speravo.
«Solo amici?»
«Solo amici».
L'angolazione particolare della luce, appesa sopra di me, rimarca i riflessi bianchi del ciuffo di Lucrezia. La guardo, sfruttando l'inclinazione dello specchio, e la ragguaglio del particolare.
«Dovresti tingerli, cominciano a notarsi».
Stringe le labbra, abbassa lo sguardo e si carezza i capelli ricci sovrastanti la fronte. Non abbiamo mai parlato direttamente dell'effrazione, ma sono sicuro si sia documentata. Da quando esiste internet, perfino i traumi da seppellire non sono più proprietà di chi deve portarne il peso.
«Già, probabilmente dovrei. Ale, senti, sono preoccupata per te».
Piego l'asciugamano, lo ripongo nel suo ripiano ed invito mia sorella a continuare la conversazione fuori dal bagno, facendole segno di sedersi sul divano del soggiorno. Adoro potermi muovere per casa liberamente, quando non ci sono mamma e Giacomo.
«Perché? Sto bene, niente da segnalare».
«Cecilia stamattina non aveva capito, non aveva mai assistito ad un attacco di panico. Non aiuta il fatto che i tuoi siano sempre stati brevi, però sono passati mesi dall'ultimo che hai avuto».
Esatto, corrispondenza temporale che corrobora la mia ipotesi: devo aver collegato Giulia all'incidente, perciò una volta reciso il nostro legame, sono gradualmente sparite le crisi. Allo stesso modo, il sogno di ieri ha scatenato nuovamente quelle sensazioni devastanti, resettando il problema. Piuttosto elementare come deduzione, Watson, immagino di aver indovinato. Il senso di soddisfazione rende le palpebre pesanti al punto giusto, è tempo di salutarla.
«Così come sono tornati, svaniranno velocemente. Ora provo a dormire, continua pure il film. Ricorda, Lulu, sei l'eroina di cui Firenze ha bisogno...»
«Ma non quella che merita. Ti confondi con Il Cavaliere Oscuro».
«Certo, certo».
Goffamente, mi avvio verso il Regno.
«Parleremo mai per più di cinque minuti? O almeno, dello stesso argomento, senza sviare?»
Sono al terzo scalino. Raggiungo il successivo, e le rispondo.
«Non c'è niente di particolare di cui discutere, tranquilla».
Agata, invece, ha molte spiegazioni da darmi.
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Nota dell'autore:
Come spiegato nella descrizione della famiglia, Lucrezia non è mulatta e il suo ciuffo bianco è appena visibile, ma ho adorato quella foto appena l'ho vista, non potevo rinunciare a metterla come "prototipo" a grandi linee di Lulu.
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Agata [Completa]
General Fiction[Vincitore Wattys 2017] Alessandro, cinico diciannovenne, incontra una ragazza curiosa che lo spinge a dubitare del suo talento più nascosto: poter controllare i sogni. Sono sicuro che anche tu, che stai leggendo, hai sperimentato un sogno lucido al...