2.7 • Informazioni preziose

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Niente da fare, sparita anche oggi, sembra quasi che lo faccia apposta.

«Ale, buongiorno!»

«Oh, Luigi... ma quale buongiorno, ci aspettano due ore di Malevento, non la sopporto quella».

«E invece no, oggi usciamo un'ora prima: metà dello strazio va a farsi benedire!»

Dopo una notizia del genere penso che dimenticherò la sparizione della fanciulla misteriosa, nella speranza che la giornata passi velocemente come dovrebbe.

Infatti le quattro ore si susseguono senza colpo ferire, e in un baleno sono all'uscita con i miei compagnoni del ritorno: Fabio, Giorgio e Luigi.

Fabio e Giorgio sono ragazzi campagnoli d'origine, giunti nella capitale di provincia grazie alla nomea del Castelnuovo, invece Luigi veniva in classe con me alle medie. Fabio è il classico tipo da sesso, droga e Rock n' Roll, un po' in astinenza dal primo della tripletta, temo. Giorgio è pacato e molto attento all'aspetto fisico, infatti fa un'ottima coppia al contrasto con il suo compagno di viaggio. Infine, Luigi è il più silenzioso sedicenne del pianeta, probabilmente perché ha bisogno di scegliere quale idea propinarci delle mille che elabora.

In mezzo al caos generato dall'agognata campanella, nulla mi trattiene dal mettermi in punta di piedi per scandagliare i dintorni. Un uomo chiamato periscopio.

«Ale, ti vedo distratto, cerchi qualcuno?»

Giorgio mi scruta da sotto il suo ciuffo costantemente fissato in alto, frutto di chissà quanti sforzi mattutini. Ha ragione a essere perplesso, non ho ancora avuto occasione di parlarne con loro.

«In realtà sì: c'è una tipa che spero di incontrare, ma non la becco mai né all'entrata né all'uscita, eppure facciamo quasi la stessa strada per venire a scuola».

Coro di entusiasmo generale. Ci allontaniamo dagli altri bufali e camminiamo insieme verso il giardino d'Azeglio, occupando tutta la larghezza del marciapiede.

«Chi è? Come si chiama?»

Metto le mani avanti in segno di resa e mi giro verso uno dei due pendolari di Pontassieve.

«Vorrei saperlo anch'io Giorgio, ti so dire però che è bionda ed è un pochino più alta di me. Oh, e ha uno zaino giallo. Cioè, molto giallo. Fin troppo giallo, mi acceca ogni giorno».

Un'espressione da "stiamo controllando in archivio" compare sui volti dei miei tre fedelissimi.

«Mi sa proprio che non la conosco. O meglio, sei troppo vago».

«Concordo e sottoscrivo, potrebbe essere chiunque».

Giorgio e Luigi, ai miei fianchi, mi tirano contemporaneamente una pacca di solidarietà sulle spalle.

«Tranquilli ragazzi, è come se fosse un fantasma, appare e scompare a piacimento».

«So chi è».

Mi volto di scatto verso Fabio. Silenzio generale. Colui che ha appena proferito verbo sfila dalla tasca con atteggiamento regale un drummino sbilenco, lo accende e ride sotto i folti baffi trascurati, pronti a prendere fuoco al minimo gesto scoordinato del fumatore.

«Come? La conosci?»

Fabio prende lentamente il posto di Giorgio alla mia sinistra chiedendo permesso, illuminandoci poi con le sue informazioni.

«Dalla descrizione sembrerebbe una certa Giulia, seconda H. È un anno più piccola, in classe con mio fratello».

Strabiliante, e sì che gli ho dato una descrizione molto generale di una che ho visto principalmente da dietro. Come può essere così sicuro? Non è che...

«Come fai a saperlo?»

Fabio fa come per rassicurarmi, intuendo che sospetto un suo interessamento. Che guru.

«Tranquillo, ha rifiutato mio fratello. Si era "documentato" e mi aveva detto che abitava più o meno dove c'è casa tua, quindi ho fatto due più due».

Incrocio le mani come Lucia dei "Promessi Sposi" e mi propongo al ragazzone dai capelli neri.

«Fabio, non prenderla male, ma penso di amarti, sposami!»

Non sembra dar peso alla mia sincera confessione e continua il discorso.

«Credo di poterti anche dire dove appostarti esattamente. Ti mando un messaggio dopo, sempre che mi siano rimasti soldi».

«Ti pago pure il vestito, ed il viaggio di nozze, e...»

Diavolo, i regali! Mi torna in mente del dono per Lucrezia solo a metà del nostro solito giro per accompagnare Fabio e Giorgio alla stazione. È necessario approfittare dell'uscita anticipata e tornare in centro.

«Cavolo ragazzi, devo fare una cosa, mi tocca salutarvi qui, scusate! Fabio, domani abito bianco, Luigi, tu porti i fiori, Giorgio, gli invitati!»

«Ah, finché paghi tu, tutto ciò che desideri».

«Frena, io non lo sposo quello, non senza anello».

Adoro i nostri finti battibecchi, sono convinto che ci siano pochi comici in grado di competere con un qualsiasi gruppo di amici in vena di scherzare. Li saluto, giá curioso di sapere cosa diranno domattina, quando mi presenterò a braccetto con la vera dama a cui dovrei confessare il mio interessamento.

«A domani gentaglia!»

Agata [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora