Suppongo ci abbia terrorizzato la possibilità. È vero, credo fermamente di non averla creata, ma se volessi sul serio cancellarla, potrei? È la prima volta che ci pensiamo. Mi avvicino alla mia fidanzata e le sfioro il viso tremante.
«Scusami, davvero, non volevo».
Agata appoggia una mano sulla mia e una lacrima le scorre sulla guancia, fermandosi sulle nostre dita.
«Scusami tu, ho cominciato io. Non posso certo chiederti di non giocare a fare dio...»
Cambia tono a metà frase.
«... anche perché esisto solo grazie a te».
Smetto di accarezzarla e mi irrigidisco, non mi piace la piega che sta prendendo la situazione, devo riuscire a calmarla in fretta. Manca sempre meno tempo alla fine del primo ciclo rem.
«Agata, non dire così. Sai che non sono un vero dio, e soprattutto io ti ho incontrata qui, non ti ho fatta apparire dal nulla. Ricordi il ponte?»
«Ricordo, ma lo pensi anche tu che è strano. Decisamente strano. Io non sono te, però allo stesso tempo esisto solo in te. Non ho un corpo là fuori, quindi posso divertirmi solo quando sei presente. Passi la maggior parte del tempo lontano e io resto da sola, al buio, mentre le tue creazioni si sgretolano».
Agata fa una lunga pausa, ma tronca il mio già provato respiro con un affondo finale.
«Odio pensare che potrei amarti solo perché sono stata indotta da te a farlo».
Indietreggia e io rimango pietrificato. Come può accusarmi di una nefandezza simile, dopo tutti i mesi che abbiamo passato condividendo ogni notte? Perché mi fa queste domande solo adesso? Perché non ne abbiamo mai parlato prima? Perché diavolo le ragazze arrivano sempre al punto di litigare con me invece di cercare un dialogo?
La risposta mi appare cristallina, quasi ovvia: non ho mai voluto un confronto e tantomeno lo desidero adesso. Non è colpa sua. Io non mi sono mostrato disponibile ad ascoltarla, perciò lei ha sopportato in silenzio, fino a oggi. Mi piace definirmi una persona razionale, ma in realtà approfondisco solo ciò che riguarda me stesso.
Agata lacrima senza sosta, ma non singhiozza. Ha il viso corrugato, a metà fra il terrore e la disperazione. Sono sicuro di aver già visto un'espressione simile, però non su di lei. Sento una fitta alla testa, non riesco a fare mente locale.
«Come posso sapere che tu non mi manipoli costantemente per farmi comportare come vorresti?»
Mi tiene lontano con un braccio teso, come se stessi per aggredirla, mentre stringe una ciocca di capelli con l'altra mano. Finalmente riesco ad articolare i miei pensieri e le rispondo.
«Davvero lo pensi? Non ti fidi di me? Hai visto con i tuoi occhi decine di volte che non posso controllare le azioni dei riflessi, quindi perché avrei dovuto renderti più complessa di loro se il mio intento fosse stato approfittarmi di te?»
«Mi hai sempre detto che non sei in grado di imporre direttamente la tua volontà sulle proiezioni. Ma se potessi farlo? E mi avessi mentito? Io non avrei modo di scoprire quanto sia vero ciò che mi racconti!»
«Il semplice fatto che ti stai arrabbiando dimostra la tua libertà di esprimerti come preferisci!»
Prende nuovamente una pausa e respira, ma sembra non aver finito. Resto in piedi di fronte a lei, senza muovere un muscolo. La mia difesa ha perfettamente senso, non può controbattere. Agata invece alza il braccio usato prima per allontanarmi e indica il cielo.
«Questo. Tutto questo dannato mondo sei tu, e sei diverso da me, così spaventosamente potente e libero. Sono chiusa dentro di te, mentre fuori, oltre la mia portata, c'è il resto. Ho bisogno del mio spazio, non voglio averti costantemente intorno, invece è letteralmente la mia situazione! Se volessi leggere dei libri ad esempio? Qui non posso farlo».
Gli occhi mi si arrossano e lo stomaco si stringe. Ancora un'ultima freccia nella sua faretra.
«Ti rendi conto di quanto sia avvilente essere completamente dipendente da qualcun altro?»
«Amore...»
Non sta più piangendo, è "calma", per modo di dire, al contrario di me.
«Sono molto confusa al momento. Per favore, vattene».
STAI LEGGENDO
Agata [Completa]
General Fiction[Vincitore Wattys 2017] Alessandro, cinico diciannovenne, incontra una ragazza curiosa che lo spinge a dubitare del suo talento più nascosto: poter controllare i sogni. Sono sicuro che anche tu, che stai leggendo, hai sperimentato un sogno lucido al...