4.5 • Polvere

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Le ore passano tranquille e veloci a gruppi di duecento, trecento pagine l'una, meno male che sono in grado di scorrere con rapidità il contenuto del diario digitale, grazie alla tecnica particolare con cui è scritto. Ogni sogno ha data, titolo e parole chiave ben evidenziate, seguite da un brevissimo riassunto, ampliato a sua volta da elementi salienti o degni di nota; in questo modo nel giro di qualche secondo posso saltare da un paragrafo all'altro, sicuro di non aver perso informazioni preziose.

Ovviamente sono andato subito a controllare il ricordo corrotto riguardante Occhioni Blu, trovando una combinazione di caratteri che ha lasciato spazio a pochi dubbi: "2 luglio 2015... Chiara racconta di un tale fratello Carlo, che però non ha...".

Non sono rimasto particolarmente sconvolto, d'altronde ho avuto tutto il tragitto per rassegnarmi, piuttosto ora è tempo di analizzare il problema, perché sottolinea una possibile falla nella sicurezza del mio sistema. Se sogno qualcosa di molto simile a un evento vero e riporto soltanto quell'esperienza onirica nel diario, rischio di dimenticare la versione corretta dei fatti, non trascritta. Da questo momento implementerò un nuovo protocollo che confronti direttamente sogno e realtà, così lo spavento di stamattina sarà servito a sventare preoccupazioni future.

Una volta placata quella curiosità impellente, sono stato in dubbio se continuare la ricerca per tematiche, sfruttando le parole chiave, oppure, come alla fine ho deciso, partire dalla prima pagina scorrendo da lì in poi, seguendo l'ordine cronologico. Con tutto quel lavoro davanti non ho più rivolto la parola a Chiara e, vista l'attenzione quasi nulla che le stavo dedicando, ero preparato a una sua sfuriata, invece è rimasta con me a lungo senza disturbare minimamente, impegnata a scrutare le applicazioni del cellulare alla ricerca di un passatempo più gradevole della mia scarsa compagnia. Mentirei a me stesso dicendo che non mi ha fatto piacere averla a due metri di distanza, pronta a sorreggermi in caso di svenimento o crisi nervosa dovuta a un altro ricordo intrecciato ai sogni, però mi sento in colpa, in debito.

Davvero non riesco a capire tutta questa dedizione per il sottoscritto, che non ricambia il suo affetto e le nega ciò che più crede di volere al mondo. Non ha senso, l'amore per qualcuno vale l'impegno enorme che comporta solo se è ricambiato, altrimenti andrebbe sepolto o rimpiazzato da quello per la persona successiva. L'ostinazione è una via piena di insidie e sofferenze, eventualmente utili per la crescita personale, ma di certo stupide da rincorrere di propria volontà. Eppure lei resta qui, dietro di me.

Un po' la ammiro.

Mentre riconosco alla dama elegante dei valori che non credo di possedere personalmente, arrivo a dicembre dell'anno scorso, il momento in cui ho incontrato Agata su quel ponte mastodontico. Lode alla mia organizzazione: la descrizione della scena è dettagliata e perfettamente coerente con quella memorizzata nel mio scadente cervello, che forse non è del tutto da cestinare. In ogni caso, il signorino rosa e rugoso all'interno della testa stanotte deve impegnarsi e permettermi di sognare la mia fidanzata, oppure valuterò di iniziare una stupenda dieta senza zuccheri. Capito, bello?

Il processore cerebrale non si lascia intimidire, rafforzato dal fatto che nessuna nuova anomalia è entrata in scena, portandomi a credere che l'unica sezione di memoria influenzata sia quella relativa al fratello di Chiara. Scrocchio le nocche e alzo lo sguardo al soffitto bianco, accusando la fatica di una lettura continua. Le macchie di umido stanno ingrandendosi, sarebbe il caso di fare una gita sul tetto per controllare lo stato delle tegole.

Spostando le pupille in fondo allo schermo, scopro che è mezzogiorno, e la rinnovata tranquillità mi spinge a voltarmi dove ci sarebbe dovuta essere Occhioni Blu, rendendomi conto di essere rimasto ormai solo nella camera sempre più irradiata dalla luce solare. Con tutta probabilità, Chiara è scesa di sotto da Lucrezia, e sì che avevo appena finito di spezzare una lancia in suo favore per la tenacia dimostrata.

Decido di concedermi una pausa anche io, dopotutto lo stomaco ha sopportato abbastanza assenza di nutrienti. Mi stiracchio e abbandono la postazione computer, avvicinandomi alla libreria di fronte a cui si era incantata Occhioni Blu, credo intimidita dal pugnale d'acciaio in esposizione. Lo afferro dalla lama e mi gratto il palmo strusciandolo contro l'acciaio fresco, per niente affilato. Mi allontano dal mobile indietreggiando e continuo a punzecchiarmi la mano con l'arma decorativa, scrutando gli altri ripiani. Abbassando lo sguardo fino a quello più trascurato, trasalisco e lascio cadere il coltello, che provoca un rumore sordo a contatto col parquet.

Nel bordo più lontano di una vecchissima ciotola impolverata, in mezzo a decine di minerali in mio possesso da almeno quindici anni, brilla timidamente un'Agata blu.

Agata [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora