3.4 • Aria aperta

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22 luglio 2015, 18:12


Ci sono giornate meravigliose durante l'anno. Tranquille, piovose, fresche. Purtroppo, per apprezzarle al meglio, sono necessarie quelle orribili, umide e soleggiate, come questa. Odio il caldo, con tutto me stesso, eppure ho accettato di abbandonare il Regno senza alcuna protesta, in modo da fornire a Chiara una spiegazione rispettabile sui sogni lucidi.

Inizialmente avevo pensato di farla restare in camera ed alzare il volume dello stereo, camuffando così le nostre voci, ma Cecilia l'avrebbe interpretato come un tentativo sfrontato di coprire ben altri tipi di suoni. Serviva un nascondiglio sicuro, dove nessuno potesse interrompere la conversazione, ed è stata Chiara a proporre il giardino d'Azeglio, accanto al mio vecchio liceo. Il luogo non offre la privacy su cui avrei voluto contare, però si trova vicino e vanta decine di panchine, soddisfacendo dunque le condizioni necessarie per le mie rare escursioni all'esterno.

Ho passato le ultime ore chiedendomi perché stamattina l'abbia fermata e cosa diavolo mi abbia spinto a rischiare una fragorosa risata in faccia. La voglia di interagire finalmente con qualcuno capace di capirmi ed eludere le mie bugie? Oppure il solito conflitto che mi lacera da anni, la scissione fra l'Alessandro razionalmente cauto e quello stupidamente intrepido? Il Rasoio di Occam impone di preferire la spiegazione più semplice, ma un mio interesse per Chiara è da escludere, dopotutto raccontarle di Agata sarebbe una mossa deleteria, se sperassi in una relazione.

In realtà, Fra Ockham non dovrebbe avere diritto di parola nelle mie elucubrazioni, ritengo il suo ragionamento riduttivo... a meno che non sia divenuta celebre una sua versione distorta. Google, aiutami.

Tento di decifrare i caratteri digitali proposti dal cellulare contenenti la risposta, ma l'eccessiva luminosità terrestre rende vani i miei sforzi. Miracolo, una fitta ombra ricade sul dispositivo, permettendomi di confermare l'ipotesi avanzata in precedenza.

«Ciao, eh».

Il corpo oscuratore inizia la conversazione. Riconosco subito Occhioni Blu, infatti nessun altro riuscirebbe a porgere i suoi saluti in modo scocciato, ma dolce. Voglio scoprire se ha familiarità con argomenti filosofici, quindi declamo:

«Si sceglie l'opzione più basilare solo se è in grado di descrivere, da sola, il fenomeno in questione, nella sua totalità».

«Davvero? Allora la definizione "cretino" ti riassume perfettamente».

Oh, uno a zero per lei.

«Ale, perché non rispondi ai messaggi? Sto girando da dieci minuti, non avevamo specificato in quale zona del parco dovessimo incontrarci».

Chiara prende posto accanto a me, sistemandosi il vestito che le copre le cosce. Emana una gradevole fragranza di pino, utilizzata con ogni probabilità per scatenare il mio ipotalamo, ma non cerca complimenti. Si volta in direzione opposta ed armeggia con la borsetta marrone, contenente acqua fresca e chissà quante altre cianfrusaglie. 

«Invoco perdono, stavo studiando...»

Finisce di sorseggiare, tappa la bottiglia ed indirizza gli occhi infastiditi sulla mia maglietta gialla degli Avengers. Che si aspettasse un abbigliamento formale? No, è nervosa a prescindere, umore di facile deduzione, a giudicare dal movimento rapido e ritmato della caviglia. Affronta però di petto l'esitazione del sottoscritto.

«Senti, non riesco ad aspettare che inizi tu il discorso. A chi ti riferivi a colazione? Cos'è tutto questo mistero?»

Fisso un pallone a scacchi, in rapida elevazione, mentre oltrepassa l'area di rigore e manca il bersaglio. Il campetto da calcio di fronte a noi ed il frastuono che producono i giocatori al suo interno sono una schermatura perfetta contro eventuali curiosi.

«Hai mai sentito parlare dei sogni lucidi?»

Chiara annuisce.

«Lucrezia mi ha detto che sono la tua passione».

Allora è vero, ha fatto la spia. Me ne occuperò al mio ritorno a casa.

«Ti ha anche spiegato il loro funzionamento?»

Occhioni Blu scambia la gamba da incrociare sull'altra. Diavolo, una scena alla Basic Instinct! In più, indossa anche un abito bianco come quello di Sharon Stone. Niente di così esplicito e non le sono davanti, ma l'immaginazione cavalca, fortuna che tocca a lei rispondere.

«Se ho capito bene, la difficoltà sta nel mantenere il controllo. Credo di aver sognato così un paio di volte anche io, anni fa, ma nulla di speciale».

«Ecco. Immagina di riuscirci ogni notte, per mesi».

«Ma che c'entra con "lei"?»

«Lasciami finire. Dopo aver vagato a lungo, aggirandomi da solo nei meandri di questi sogni, ho incontrato una persona».

Chiara aggrotta le sopracciglia e smette di agitare la caviglia.

«Parli di un viaggio astrale?»

Lo sapevo, tantissime persone sentono il bisogno di correlare i sogni lucidi ai viaggi astrali. Con la minuscola differenza che i primi sono raggiungibili con metodo scientifico e costanza, i secondi sono favole da hippy, inesistenti ed offensivi verso la mia nobile pratica.

«No, non credere a quelle fandonie. La ragazza...» mi ritrovo a esitare «la ragazza, Agata, vive nei miei sogni. Non esiste al di fuori di essi, è confinata in me».

Imploro che non mi creda, e al contempo spero che si fidi. È sufficiente che non rida. 

La bella mora a cui sto rivelando il mio più grande segreto domanda, serissima:

«E cosa ci fa lì?»


Agata [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora