1.8 • Nel sogno

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Spengo le luci e provo ad avvicinarmi al letto, ma sbatto il piede contro le rotelle della sedia che avevo spostato prima. Respiro forte e recupero la calma, limitandomi a sussurrare al mio appoggio preferito: «la prossima volta ti smonto». Poggio la chiavetta davanti al PC e mi butto sul giaciglio, senza dimenticarmi di gettare prima via i maledetti cuscini, nemici mortali di un collo sano. Apro la schermata della sveglia sul cellulare e mi blocco chiedendomi quando impostarla. Se la programmo troppo presto rischio di svegliare le altre scendendo, o peggio, vederle struccate. La colazione insieme in quel caso sarebbe una conseguenza automatica, però se mi svegliassi tardi me le troverei davanti perfettamente preparate e Chiara continuerebbe l'attacco, rafforzata da un sonno rigenerante. In seguito a dieci minuti di tormento e indecisione, rinuncio a trovare una soluzione accettabile e subappalto la decisione all'orologio biologico.

Io, Alessandro Bonace, sono probabilmente il sognatore lucido con più esperienza al mondo, o almeno il più talentuoso, giudicando in base a ciò che si trova online. Quando Lucrezia mi aveva chiesto a bruciapelo cosa fosse esattamente un sogno lucido mi ero perso in mille paroloni, eppure il modo più semplice di descriverli è "sognare sapendo di stare sognando", citando LaBerge. Capita almeno una volta a tutti, ma per chi non ha esperienza è strano che la sensazione permanga a lungo. Generalmente, una volta capito di essere coscienti ci si sveglia di soprassalto o si pensa ingenuamente "oh fantastico, sono in un sogno", continuando invece a dormire in modo passivo. 

Chi invece si impegna giorno dopo giorno a capire di stare sognando guadagna l'accesso a un nuovo mondo nascosto a tutti, anche se vicinissimo. Con gli anni ho imparato ogni tecnica, scoperto ogni trucco e guadagnato il pieno controllo di ogni sogno che faccio, tutto grazie al diario. Il ruolo di salvagente è subentrato soltanto più tardi, inizialmente era solo uno strumento per la ricerca dei "segni", cioè gli elementi soggettivi che fanno capire di non essere svegli. Per quanto mi riguarda, l'allarme di lucidità si attiva a causa dei miei sottili occhiali rettangolari, mai presenti nei sogni. 

Ragionando di sonno, credo proprio che il mio corpo si sia addormentato. Mi "alzo" dal materasso e mi tasto il viso. Non indosso lenti concave, eppure vedo senza sfocature ogni dettaglio della camera, ed è persino giorno. Provo a spegnere la luce dall'interruttore. Niente da fare, resta accesa. Nessun tomo sul comodino, nonostante ne avessi lasciato uno bello massiccio, Il pendolo di Foucault, proprio per sfogliarlo adesso. I libri non hanno granché senso di esistere nei sogni, infatti il loro contenuto cambia a intervalli irregolari e non c'è modo di ricordarlo precisamente. Questa triste scoperta, sommata all'odio per la mia vecchia professoressa di italiano, sono i motivi per i quali ho smesso di fare il topo di biblioteca. Comunque, il fatto che il lavoro di Eco sia sparito vale come prova definitiva. Houston, abbiamo un sogno. 

Proporrei di cominciare adagio, come al solito. Salto sul divano, allargo le braccia e con un'espressione da figo spaziale, intono:

«Sia fatta la volontà dell'onironauta».

Il tetto si sgretola, le tegole si dissolvono come antimateria annichilita e camera mia si illumina grazie ai diamanti che ora la ricoprono. Perfetto, la prossima volta che cambio l'arredo compro tutto in carbonio molecolarmente ordinato, sobrio ed economico. Nell'eventualità, dovrei decisamente evitare di sbattere i mignoli dei piedi.

Spingo un pugno verso il pavimento e mi do lo slancio per volare come Neo, il prescelto di Matrix, allontanandomi da Firenze e raggiungendo il limite delle nuvole. È piuttosto strano osservare la culla del rinascimento dall'alto: non conoscendola perfettamente al di fuori del centro storico, la periferia sembra distorta, come se il cervello urlasse "dettagli mancanti", però sono sicuro che avvicinandomi si completerebbe automaticamente replicando all'infinito le vie che conosco, mischiandole insieme.

Secondo la mia esperienza, ci sono due tipi di manipolazioni nel sogno, cioè volontarie e involontarie. Le creazioni volontarie avvengono solo e come decido io, mentre quelle involontarie sono casuali e di solito riempitive di uno spazio altrimenti vuoto, oppure stimolate da informazioni del mondo reale. Ad esempio, ora sta nevicando, probabile indicatore di un condizionatore lasciato acceso "fuori". In queste situazioni non basta rendere limpido il cielo o indossare un giubbotto, dovrei proprio svegliarmi per evitare l'ibernazione, fortuna che adoro l'inverno. Mentre guadagno quota e gli Uffizi svaniscono dal mio campo visivo, mi viene un'idea niente male, far nevicare verso l'alto. Il risultato è mozzafiato, devo ammettere che il clima ultimamente mi riesce benissimo. 

Atterro su un bel manto di nuvole rosa in procinto di congelarsi e materializzo in pochi istanti un'enorme villa sospesa, simile a quella del Grande Gatsby di Fitzgerald. Il lavoro da super muratore diventa facile quando ripeti la stessa azione tutte le notti, invece i primi tempi era impossibile ricordarsi a memoria la piantina e la facciata, di conseguenza la costruzione risultava sbilenca e poco accattivante. Certo, potrei inventarne una nuova ogni sera, ma questo progetto mi piace particolarmente. Come dice il detto, è la mia casa dei sogni.

La vena ironica subisce un brutto malus quando dormo, è un dettaglio da tenere in considerazione. 

Appena termino la meraviglia architettonica, mi avvio lungo il vialetto colmo di fiori coloratissimi dall'incantevole profumo e ascolto il fischiettare di qualche uccellino esotico, forse posato sui ciliegi che circondano la struttura. Arrivato dinanzi al portone, lo apro senza bisogno di toccarlo, raggiungo con pochi passi il divano marrone scuro del soggiorno, e la aspetto.

Agata [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora