2.2 • Improvvisazione a due

1.4K 178 62
                                    


«Allora, ragazzone, programmi per la serata?» Mi chiede, tornando alla sua consueta voce calda. Nella noia pomeridiana avevo ideato la proposta del secolo, che suggerisco con occhi languidi, sperando nella sua approvazione.

«Festeggiamo Plutone? La missione della Nasa ha avuto successo e ho visto le foto, quindi non dovrebbe essere un problema ricrearlo, così abbiamo tutto il Sistema Solare!»

«Uffa, sempre queste cose scientifiche tu. Ora sai che è marrone e non grigio, ma resta sempre un pezzo di roccia senza vita. Per nulla romantico, tra l'altro».

Fantastico, fallimento totale. Devo aver fatto la stessa espressione di Ciuchino quando in Shrek Terzo ha l'anima scambiata con Gatto e tenta ugualmente lo sguardo da cucciolo sulle guardie. Bene, cerchiamo di avvicinare l'idea ai suoi gusti. 

«Ti ho detto che ha un cuore disegnato sopra? Per non parlare del fatto che potremmo essere i primi scopritori di un'antica civiltà aliena sotterranea!»

Agata si stringe la radice del naso fra le dita e poggia l'altra mano sulla mia spalla.

«Ale, mio caro, ti ricordi le cose a metà: vero, darei via un rene se servisse a interpretare Indiana Jones, ma quel pianetino sarà gelido, e non so più come dirti che non sopporto il freddo. Avevi parlato di Seychelles, se non ricordo male...»

Giusto, se ora la accontento, magari dopo sarà più accomodante.

«Siamo già al mare, non ha senso visitarne un altro».

Il sogno percepisce la mia volontà e tramuta il pavimento in una sabbia finissima, cosparsa di conchiglie enormi e colorate. La villa ad alta quota svanisce, rimpiazzata da un profondo oceano trasparente, attraverso il quale possiamo vedere nuotare animali di ogni specie, compresi quelli di terra. Agata corre felice verso il bagnasciuga e si tuffa, completamente vestita. Delfini, lepri e tigri acquatiche appena inventate la raggiungono, iniziando a saltarle intorno. 

Io, in compenso, rimango in spiaggia e mi piazzo sotto un grosso ombrellone, al riparo dal sole, da bravo Signore delle Tenebre.

«Ma che fai? Vieni da me, ho visto un cagnolino correre sul fondo!»

«Fidati, non ti piacerebbe vedermi brillare».

Le rispondo citando insieme Hulk ed il vegetariano di Twilight, ma mi rendo conto che la battuta avrebbe reso meglio in inglese, o eliminando direttamente il vampiro. Trovo le lingue davvero affascinanti e ho sempre percepito la programmazione come un modo per parlare con i computer. Un giorno, con l'impegno di tanti informatici, potrebbero avere modo di risponderci in modo indistinguibile da un umano. Menti emotive, senza un corpo. Quasi come Agata. 

«Hai vinto, non mi va di lasciarti in quello stato, mozzarella. Se prometti di riportarmi qui, ti accompagno su Plutone».

Nascondo un ghigno soddisfatto e annuisco. Grazie, senso di colpa, so che non è bello sfruttarti ma, in mia difesa, decide sempre tutto lei. Devo fare attenzione al tempo però, credo non manchi molto alla fine della prima fase REM. Purtroppo per me, il sonno è diviso in fasi e si può sognare solo durante alcune di esse

Agata saluta i compagni di giochi che si erano ammassati sulla costa e mi raggiunge. Le passo un asciugamano e un cambio più leggero.

«Amore, come ci organizziamo? Costruisco un'astronave o ci teletrasportiamo?»

Si leva la felpa fradicia, che sostituisce prontamente con una t-shirt verde, e decide di continuare a fare pratica di teatro col sottoscritto.

«Oh caro, il teletrasporto è così anni '80. Aspettiamo uno shuttle, così ci godiamo il paesaggio».

Questa volta voglio mostrarle le mie qualità attoriali e la seguo a ruota, gesticolando più del dovuto.

«Eh? Ma così, all'ultimo minuto? Non abbiamo prenotato, sai che traffico poi».

Si avvicina e mi abbassa le braccia, suggerendomi un movimento del corpo più completo e armonioso.

«Ho un'idea, prendiamo il nostro. Sarà poco ecologico, ma almeno stiamo comodi. Vieni, l'ho lasciato qui, in garage».

Mi afferra la mano, trascinandomi fino al centro dell'isola minuscola. Si ferma e presenta l'aria circostante con movenze da esperto agente immobiliare. Immagino si aspetti che faccia apparire un razzo, ma le renderei la vita troppo facile.

«Agata, hai comprato uno "spazioporto" da Caparezza senza dirmi niente? Ecco perché la mia carta di credito è a secco. Sei fortunata che i soldi crescono sugli alberi a queste latitudini».

Coglie qualche banconota dai cespugli appena comparsi e le lancia in alto.  

«Sono fortunata perché posso chiedere al mio ragazzo tutto ciò che desidero. Riesci a farle esplodere come fuochi d'artificio?»

«Non scatenare la mia enorme potenza distruttiva, mortale, potrebbe colpire anche te».

Mi rendo conto di che cosa orrenda stia dicendo ancora prima di finire la frase, pessima scelta di parole per uno con i miei poteri. L'atmosfera rilassata che avevamo creato lascia il posto a un silenzio cupo. Agata mi fissa, spaventata, e le restituisco lo stesso sguardo.     

Agata [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora