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NICOLAS

Era ormai sera, mi trovavo nella stanza da letto del bungalow e come il peggior tossicomane mai esistito, guardavo attraverso lo spiraglio della porta del bagno rimasta socchiusa, la mia qualità preferita di droga. Non riuscivo a farne a meno di puntare il mio sguardo in quella direzione, proprio non ce la facevo.

Non sapevo come fossi arrivato a quel punto, come fossi arrivato ad avere un comportamento così ridicolo e non riuscissi in alcun modo a controllarmi. Ero dipendente dal movimento del suo corpo e più il tempo passava più mi rendevo conto che quel genere di pensieri non avevano intenzione di morire.

Qualche mese fa non avrei fatto caso al modo in cui il lungo vestito bianco che stava indossando accarezzasse perfettamente la sua figura, non avrei mai notato come il pezzo di schiena scoperta rendesse Nina la rappresentazione umana della perdizione.

Cercai conforto nella parte più dura di me, quella che anestetizza ogni emozione trasformandola in fredda indifferenza.

Volevo allontanarmi più possibile dalla parte irragionevole di me perché mi odiavo, odiavo il modo in cui mi faceva sentire desiderare qualcosa che mai avrei potuto avere in altro modo all'infuori di quello che avevo già.

Desiderai che l'insensibilità a quel genere di sconosciute emozioni che stavo provando durasse abbastanza tempo da farmi tornare normale.

Aspettai che uscisse dal bagno, inerte e mezzo vestito sul letto, per darmi la possibilità di riscuotermi dai mie pensieri ingarbugliati.

Nina finalmente uscì dal bagno, pronta. Si fermò a lato del letto incrociando le braccia.

'' Cosa fai ancora così? Dobbiamo andare! ''

'' Sono pronto, devo solo mettermi la camicia. ''

Mi alzai dal letto e mi diressi verso l'armadio, osservai le varie camicie che mi ero portato e ne scelsi una blu scuro.

'' Come farò a dirlo ad Anna? ''

Ero voltato di spalle e per un attimo mi lasciai stupire dall'improvvisa domanda.

Mi voltai verso di lei riprendendo a indossare la mia camicia.

'' Se l'hai detto a me e nessuno è morto, con Anna sarà una passeggiata. ''

Le sorrisi rassicurante ma la mia risposta non era riuscita ancora a farle andare via la ruga di incertezza che aveva sulla fronte.

Dopotutto era anche sua sorella minore.

'' Non è lo stesso, sono sempre stata con Anna non so come potrebbe affrontare questa cosa. Ho paura che si senta abbandonata. ''

'' Prima glielo dirai prima avrà modo di assimilare la cosa e poi ci organizzeremo come sempre abbiamo fatto. ''

Mi sorrise e fece un segno di assenso muovendo avanti e indietro la testa.

Si avvicinò a me per afferrare entrambi i lembi della camicia e finì di abbottonarla.

La guardai per tutto il tempo mentre compiva quel semplice gesto e mentre la osservavo ancora una volta di nascosto, mi chiedevo com'era possibile che le fosse toccato un amico così stupido.

...continua.

Senza di te, mai - Promettimi di restareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora