16.

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Già, siamo a settembre.

Per esattezza, siamo in una noiosa domenica autunnale, ultimo giorno di vacanza: ma infondo non è tutta questa tragedia; ogni giorno dovrò uscire di casa e trascorrere delle ore in un luogo mezzo cadente con tanta gente, sempre se ci vado... va beh, ma non pensiamoci ora.

Mi passo la matita nera sulle palpebre, metto in risalto le ciglia con il solito mascara e infine coloro le mie labbra di un rosso scuro.

Do una spazzolata veloce, guardandomi allo specchio poggiato sul mio tavolo bucato dai tarli, e lascio che i capelli scuri mi ricadano, senza ordine, sulla schiena, andando a contrastare il nero del mio vestitino, un po' bucherellato e forse anche un po' succinto, che mi ricade morbido sulle curve del mio fisico, terminando al pelo con la fine del mio culo.

<<Dimmi>> rispondo tenendo il cellulare in bilico sulla mia spalla, cercando di infilarmi i collant a rete a buchi piccoli.

<<Sono giù, sono le 9.00 di sera e sei in ritardo. MUOVITI>> scandisce bene l'ultima parola.

<<Dammi il tempo di mettermi le scarpe e sono da te>> e metto giù la chiamata.

Allaccio ai piedi degli stivaletti neri alti fino a dieci dita dalla caviglie, con lacci sul collo della scarpa e una fibbia che crea una croce avvolgendola: tacco basso, 7 centimetri, e largo, perfetto per correre in caso ce ne sia la necessità.

Saltello verso la scrivania e mi infilo la solita ammucchiata di bracciali neri, bianchi, blu e di cuoio.

Mamma mia perché mi hanno creata così lenta.

Ora è il momento di riempire la giacca.

Dove ho messo la giacca?

Perché quando sono in ritardo perdo la giacca?!

Ah, no, eccola.

Un pacchetto di Marlboro nuove, la mia bustina con dell'erba ancora dentro,clipper, chiavi, telefono.

Tutto entra non so come nella giacchetta di pelle nera.

Mi guardo allo specchio tutta intera.

Adesso ti faccio vedere di cosa sono capace, Zack.

Sorrido maliziosa ed esco da camera mia, facendo scattare la serratura della porta.

<<Dove vai vestita così?>>

<<Vado ad una festa, torno tardi.>>gli rispondo chinandomi verso mia sorella che gioca sul pavimento.

<<Appena finisci il film, vai in camera e ti chiudi a chiave, ok?>> le sussurro in un orecchio <<Fai la brava>> le bacio la testa e mi rialzo.

<<E te smettila di guardarmi il culo, sei mio padre>> dico schifata.



<<Mamma mia, ce ne hai messo di tempo>> mi porge una sigaretta senza neanche avergliela chiesta. <<Ma sei una bomba sexy, ti perdono solo per il fatto che non vedo l'ora di vedere la faccia di Zack.>> ridacchia incominciando ad incamminarsi <<Altro che Emily poi...>>

<<Ma la finite con questa storia, prima che succedesse tutto questo casino io e Zack eravamo semplici amici nulla di...>>

<<Più>> finisce la frase prima di me <<Si, si, certo....>> sorride sorniona e a me non resta altro che sbuffare e prenderla a braccetto.

Bravi ragazzi nei brutti quartieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora