46.

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Dopo tre interi giorni passati blindata tra camera mia e il bagno, finalmente mi è concessa un'attimo di libertà.

<<Mi raccomando, la porta della mia stanza non deve mai essere aperta. Se vi trova mio padre, ammazza voi e poi me>> riprendo un'attimo fiato <<Se dovete pisciare o cos'altro, fatelo nel vicolo fuori, scendete dalle scale antincendio>>

<<Avril...>>

<<Ci sono bottiglie  d'acqua a sufficienza, succhi di frutta per levargli il sapore del vomito, anche se non dovrebbe più vomitare, qualcosa da mangiare>>

<<Avr..>>

<<No, fammi finire. Se devi lasciarlo da solo per qualsiasi emergenza, assicurati che la porta sia ben chiusa e blocca la finestra da fuori.>>

<<Avril>> mi riprende per l'ennesima volta <<Stai tranquilla, me ne occupo io. Ora vai  a prendere la tua roba e fila a scuola, rischi seriamente di essere bocciate per le assenze e hai un mese per recuperare tutte le materie>>

<<Lo so>> sbuffo. Il ragazzo mi prende per le spalle e mi alza il viso per costringermi a guardarlo.

<<A Zack ci penso io. Sono il suo migliore amico e non permetterò a niente di farlo stare ancora male. So che lasciarlo per te è difficile perchè ci tieni molto a lui, e non contraddirmi. Ma ora ti rilassi e ti passi una giornata da normale diciassettenne con la tua amica. Ho già prefissato dei cambi di turno con gli altri ragazzi, così riusciamo anche a mandare avanti gli affari>>

Le sue parole sono dolci, ma non abbastanza da farmi rimanere tranquilla. Scavalco il davanzale lui mi segue a ruota.

<<E' molto probabile che quando ti vedrà si incazzerà molto.>>

<<Tieni il tuo zaino e vai a cambiare un po' d'aria>> ridacchia mettendomi la cartella nera sulla spalla.

Mentre sto per riuscire dalla finestra mi blocco: <<Ah, potresti dirgli, quando si sveglia, che non l'ho lasciato. Cioè, che torno?>>

<<Ci penso io>>

<<Grazie Dixton>>


E' una giornata calda, afosa, ma nuvolosa e piatta.

Butto il mozzicone per terra e mi fiondo nel corridoio vuoto.

<<Porca troia Traci, rispondi>> impreco a quel maledetto suono d'attesa 

- Avril!-

-Traci, dove cazzo sei?-

-Sono dove? Ah oddio sei tornata a scuola? Potevi avvisarmi cazzo?!-

<<Non dirmi che dovevi balzare proprio oggi! Dove sei, faccio la seconda ora e poi ti raggiungo>>

-Non ho balzato, mia madre ha una visita medica e mi ha chiesto di stare al negozio oggi. Ma magari se torna presto possiamo vederci nel tardo pomeriggio-

<<Va bene, ti faccio sapere>> e chiudo la chiamata con quella leggera angoscia e rabbia nel petto.

Tiro un calcio contro un'armadietto e mi passo una mano tra i capelli stringendomeli.

Faccio dei profondi respiri ed entro nella classe di biologia.

<<Reed, ben tornata>> ecco il solito velo di ironia del prof.

Mi siedo al mio posto senza dargli una gran considerazione.

<<Reed, ti voglio parlare alla fine dell'ora>>

Bravi ragazzi nei brutti quartieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora