Una casa come la mia, in effetti gli appartamenti di questa zona sono praticamente tutti uguali, un forte odore di fumo e un assoluto disordine.
Appena entro in sala Tracy mi butta le braccia al collo
<<Visto, ve l'ho detto: sempre in ritardo ma non manca mai>> mi strofina i capelli.
<<Mia sorella non si addormentava più>> ridacchio cercando di togliermela di dosso.
Mi butto sul divano, sono veramente stanca, e mi passo una mano sul viso cercando di riprendermi.
<<Vi prego ditemi che avete qualcosa di buono>> imploro buttando indietro la testa.
<<Giornata pesante, eh?>> chiede Alex lanciandomi una bustina con della coca dentro.
Gli simulo con le labbra un " ti adoro" e poi gli mando un bacio che fa finta di prendere.
<<Che hai fatto al collo?>>
Sobbalzo leggermente al suono della voce di Zack, non mi ero resa conto di essermi seduta vicino a lui.
<<Che ho fatto al collo...>> me lo tocco <<Niente perché?>>
Cerco di nascondere l'agitazione che però trasuda dalle mie parole schiette e fugaci.
<<Si è vero, hai tipo quattro lividi a strisce>> Murphy gira il coltello nella piaga.
Odio quando la gente fa così, quando fa domande così stupide: forse sono stupide per me, ma diamine, veramente la gente ha il coraggio di chiedere "cos'hai sul collo" quando si vede chiaramente che sono lividi?
<<Non ho fatto niente>> la mia voce diventa più seria e tagliente. Il mio corpo si irrigidisce e mando giù un groppo di saliva.
<<Avril, al rapporto>> si alza la bionda e mi fa segno di seguirla.
<<Cristo, fatemi drogare un po' prima>> sbuffo alzandomi.
Usciamo dalla piccola sala e mi alza il mento.
<<E' stato lui vero?>> si mette le mani sui fianchi.
<<Cristo, Tracy, abbassa sta cazzo di voce!>> la riprendo <<Sì, chi vuoi che sia stato?>> domando ironica alzando gli occhi al cielo.
<<Non puoi continuare così, cazzo, hai un nuovo livido ogni giorno...>> non la lascio finire di parlare.
<<Tracy, mio padre non è l'unico ubriacone che mena le figlie, sai quanti ce ne sono solo in questo quartiere?!>> inizio a stufarmi delle sue preoccupazioni.
<<Ha tentato di strangolarti!>> rialza la voce e la zittisco subito.
<<Denuncialo cazzo, pure mia madre si ubriaca e si porta a letto più uomini di non so chi, ma non mi ha mai sfiorata, mi ha sempre trattata bene>>
<<Ora torniamo di là, e non farai nessun riferimento a quello che ci siamo dette ora>> la guardo seria e poi torno dagli altri.
Mi butto di nuovo sul divano, vicino a Zack.
<<Allora di che parlavate?>> domanda Dixton incuriosito.
<<Della lunghezza dei vostri peni>> se ne esce la bionda, avrà sicuramente sputato la prima cosa che le passava per la testa.
Tipico suo.
Tutti si girano straniti corrugando la fronte.
<<Che c'è, siamo ragazze, non possiamo farne a meno>> la salvo dall'imbarazzo sorridendo innocentemente prima di inspirare in po' di polvere dal polpastrello del mio indice.
Iniziamo a parlare di non so neanch'io cosa.
Mi sento picchiettare il braccio, mi volto verso il biondino vicino a me.
<<Va tutto bene? Sicura?>> mi sussurra all'orecchio, lo guardo per qualche secondo negli occhi poi abbasso lo sguardo e ritorno alla conversazione con gli altri, stranita da quella domanda.
Tempo un'oretta o meno, tra cannette e qualche sniffata, e siamo tutti storti: biascichiamo parole incomprensibili stravaccati sui divani.
<<Perché ti stavi menando con Sasha? E voi coglioni li a guardare?>> domando osservando le mie dita sul piercing all'ombelico.
<<Ah è vero non ti ho ancora ringraziato per la birra in faccia>> ridacchia Zack.
<<Affari dolcezza, affari>> prende parola Murphy bevendo l'ultimo goccio dell'ennesima birra.
<<Sarà...>> commento sottovoce chiudendo gli occhi.
Una vibrazione disturba il mio riposo e poi parte la mia suoneria.
<<Avril, il tuo telefono, fallo stare zitto>> sento mugolare Traci.
Sbuffo e senza neanche guardare chi sia, scorro il dito sullo schermo per rispondere.
<<Pronto?>> sbadiglio.
-Avril-
<<Ehi Jasa, è successo qualcosa?>> cerco di levarmi di dosso il piede di Zack.
-Papà è uscito da un po' e sono sola casa, ho fame.-
Guardo l'orologio: le venti passate.
<<Oh dio>> urlo più a me stessa.
Vedo Murphy alzare la testa.
<<Resta qua stasera>> mi mima con le labbra.
Sì, in effetti non ho nessuna voglia di andare a casa in questo momento.
Mi alzo dal divano e vado sul terrazzino della cucina per accendermi un drum.
<<Piccola senti, vai da Rosa, di sotto, dille che resti là stasera. Ora la chiamo>>
-Ma quando torni?- odio quella voce così tenera.
<<Tesoro stasera torno tardi che ho una roba da fare qua, su dai fai quello che ti ho detto>>
-Ok bacini bacini-
Riaggancia.
Sbuffo portandomi la sigaretta alle labbra e mi appoggio con le braccia al parapetto.
<<Ti hanno mai detto che hai un bel fondo schiena>>
<<Sì, me lo dicono ogni giorno: non guardarmi il sedere>>
Lo sento ridere alle mie spalle seguito dal rumore della pietruzza dell'accendino fatta scattare.
<<Non posso guardarlo?>> si affianca a me.
<<Certo che no! E' mio>> rido.
Cala un po' di silenzio.
<<E' carina tua sorella>> si passa una mano fra i mossi capelli biondi.
Sorrido: <<Si è vero>>
<<Non metterti nei guai con Sasha, né tu né gli altri>> cambio discorso.
<<Non mi conosci>> scuote la testa buttando fuori del fumo dal naso.
<<E' vero. Ma conosco Sasha>>
<<Comunque è troppo tardi>> ridacchia.
Annuisco e rimango in silenzio.
<<Comunque i lividi ti fanno molto ragazza tosta>> ridacchio.
Giro la testa e gli tiro un pugno sulla spalla.
<<Non metterti mai contro di me>> lo sfido <<Sono molto tosta>> incrocio le braccia.
<<Si, ragazza tosta, entriamo a svegliare gli altri quattro>> e mi spinge dentro casa facendomi ridere.
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Bravi ragazzi nei brutti quartieri
Teen FictionAvril, quasi 17 anni un padre alcolizzato e violento, una sorella di sei anni da accudire e proteggere, e una madre che non si sa più dove sia. Zack, 19 anni, spacciatore del quartiere in cui vive anche Avril, occhi freddi, corpo tatuato e un pass...